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Otto cose belle che il 2016 mi ha regalato

1) Mi sono licenziata. Non ho mai scritto, come avrei voluto fare, un post su questa cosa ma, alla fine dello scorso anno avevo parlato del fatto che avrei cambiato lavoro, che sarei passata dalla redazione all’agenzia e che ero anche parecchio motivata nel provare. La mia avventura “in ufficio” si è conclusa presto. Io voglio scrivere e farne un lavoro e quello no, non era il lavoro giusto per me. Ora sono una freelance a tutti gli effetti, le cose in questi mesi sono andate bene, ma inutile dire che l’anno non può non iniziare con quella morsa di precarietà che, diciamocelo, ti lascia un po’ senza fiato. È stata una scelta sofferta, ma ne sono orgogliosa. Nonostante la precarietà. Potrei dire che l’ho fatto per Pit, per passare più tempo con lui che, in effetti, quei mesi non vedevo mai, ma la verità è che l’ho fatto per me e che, ho capito solo ora, resto una mamma lavoratrice anche se lavoro da casa. Il tempo di stare con mio figlio non mi manca, ma spesso mi manca quella voglia che prima avevo, pur tornando a casa sfinita alle nove di sera, di fare cose con lui.

2) Sono dimagrita. Non aggiungo altro. Perché la strada verso la magrezza è ancora lunga, tortuosa e piena di insidiosi vodka tonic.

3) Ho viaggiato più del solito. Spesso anche con Pit. E sì, è una fatica, ma è anche divertente. La cosa (più) bella per me è che, ancora più spesso, sono partita da sola. L’unica cosa che posso fare è ringraziare chi mi permette di farlo, ma soprattutto continuare a farlo finché potrò, perché andare “altrove” (e farlo da sola) significa ogni volta conoscere pezzi di me che non conoscevo.

4) Sono uscita con le mie amiche. Quelle senza figli, ma anche quelle con figli. Le mie splendide amiche che ci sono sempre state, che sanno che avere accanto qualcuno è una scelta e si sentono fortunate ad essere state scelte da voi, che in questo anno, più del solito, mi hanno ripetuto che: “Se andrà male, la supereremo insieme. Anche questa”.

5) Ho iniziato un lungo, lento e doloroso, percorso di consapevolezza. Che molto semplicemente si risolve con questa domanda: “E se iniziassi ad accettare i miei limiti e a smetterla di pensare che dovrei essere esattamente come pensavo sarei stata”? La risposta ancora non l’ho trovata, ma confido nei microscopici passi mossi verso l’accettazione che mi sembra di aver mosso in questo periodo. Magari sembra solo a me, per il momento evito di chiedere conferme a chi mi sta accanto. Vediamo come va.

6) Sono diventata la mamma di mio figlio. No, non sono impazzita. È solo che ho finalmente capito che a me fare la mamma non piace, ma mi rende molto felice l’idea di essere la mamma di Pietro. Ripeto, non sono felice di essere mamma ma lo sono assai di essere la mamma di Pit. E non perché è un bambino speciale (eh sì, lo è, ma io non sono obiettiva) ma perché lui è perfetto per me, per insegnarmi ogni giorno come si fa. A pazientare quando sono stanca. A capirmi quando non ho voglia. A conquistarmi facendo gli occhi dolci quando vuoleottenere qualcosa. A tirare fuori il lato tenero di me che non sapevo di avere. A ricordarmi che i limiti sono fatti per essere superati e il tempo per essere trovato. Ma soprattutto ad amarmi infinitamente così come sono. Proprio così. 

7) Ho scoperto che tutti soffrono per amore. E che la medicina, l’unica cura esistente, è imparare a bastarci da sole, amarci un po’ di più, provare benessere e piacere anche stando con noi stesse, con le nostra vite piene di altro, che non sia un uomo o una donna al nostro fianco. E un amore magari malato, perverso, impossibile. È difficilissimo, lo so. Ma io voglio credere che si possa fare.

8) Ho avuto collaborazioni che mi hanno gratificata. Ho realizzato il piccolissimo sogno di scrivere per Vanity Fair e lo so, sarà solo una piccolissima goccia in mezzo al mare, ma a volte dirsi semplicemente: “Sei stata brava, te lo sei meritata” fa bene. E aiuta a non arrendersi. A fare. A sognare in grande.

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3 Commenti

  • Rispondi Mammachestorie 10 Gennaio 2017 alle 17:47

    Bello bello bello, questo post

  • Rispondi Kiara 25 Gennaio 2017 alle 17:46

    Bellissimo, e come direbbero i nostri amici di Brexit, Very Inspiring!
    🙂

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