Le mamminterviste
Per chi bazzica Twitter @lddio non ha bisogno di presentazioni: per lui parlano i suoi 240 mila followers. E i suoi tweet, mai scontati, sagaci ed ironici che spaziano dal fisico al metafisico.
Per gli habitué della rete non ha bisogno di presentazioni. Domitilla Ferrari lavora nel digital di una grande casa editrice e, oltre ad essere presente ed attiva su (praticamente) tutti i social, da dieci anni ha un blog molto seguito.
Iniziamo dalla vodka. Il tuo è uno di quei casi nei quali si può essere “mamma” senza rinunciare a nulla, o quasi. Mi racconti com’è andata l’attesa di Gabriel?
Guarda, “senza rinunciare a niente”? Adesso vengo lí e ti do una capocciata. Ovvio, non posso parlarti di secchezza vaginale e capezzoli purulenti, e forse nemmeno dell’abbattimento fisico che consegue ad un parto, però diamine se posso parlarti di depressione, senso di isolamento e rinunce! L’attesa per Gabriel è durata 3 anni, qualcosa che solo chi non può concepire in maniera tradizionale e deve ricorrere a metodi alternativi può capire. Per me è stata una lunga gravidanza emotiva, piena di ottimismo, delusioni, speranze, tristezza e tensioni. Uno non arriva a soffrire di gastrite nervosa per nulla! Però, grazie alla scienza, alla legislatura di paesi progressisti ed avanzati ed all’aiuto di persone eccezionalmente generose ed umane, ci siamo riusciti ed il nostro bambino è arrivato. Con buona pace della mia vita precedente.