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consigli non richiesti

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Dal pediatra

Venerdì dal pediatra, interno giorno. L’aria è tesa, talmente gremita di bacilli  che sai che, bene che ti vada, uscirai almeno con un raffreddore, da sommare alla diarrea, febbre a trentanoveemezzo, mal di gola di tuo figlio. Continua a Leggere

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L’esperta

Niente, è successo che qualche settimana fa con la mia collega, in una mattinata di quelle con poca voglia di fare, ci siamo date alla chiacchiera pesante su quant’è dura fare le mamme e lavorare (sto diventando monotematica vero?), fare la mamma e restare donna, fare la mamma e restare sana di mente, fare la mamma a non diventare pantofolaia, fare la mamma e basta.

E giù pesanti con racconti di notti insonni, isterie familiari, insulti gratuiti al proprio uomo, nervosismi e lacrima facile. Il tutto in presenza della ragazza nuova arrivata, al suo secondo giorno in ufficio. Che discretamente guardava e annuiva finché io, non perdendo mai occasione di starmene zitta, la guardo e gli dico: “Tu non farli mai i figli“.

Sapete che mi ha risposto? Mi hai risposto: “Veramente io sono incinta“.

Mi sarei voluta sotterrare per riapparire solo qualche mese dopo o magari abbracciarla forte forte e invece ho iniziato a fare la cosa che più ho odiato durante la mia gravidanza: dare consigli da chi ci è già passato. Quelli del tipo: “Io  ho preso trenta chili“, “Io negli ultimi mesi di gravidanza non dormivo più“, “Io avevo un mal di schiena che non t’immagini“, “Io ho lavorato fino all’ottavo mese“. “Io, io, io“. Machissenefrega. Pensare che quando ero io ad avere la panza avrei ucciso per molto meno.

E invece l’ho fatto e non per autocompiacermi ma perché davvero pensavo che quello che stavo dicendo in qualche modo poteva esserle utile.

Come se scrivere ogni giorno su un blog non fosse sufficiente.

Dite che dovrei scusarmi?