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stanchezza

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E allora io quasi quasi prendo il treno e vengo, vengo da te

Niente, qua siamo ancora in piena crisi da dentizione. Alla quale crisi si è aggiunta l’evoluzione da homo erectus. In pratica quello più basso della famiglia ha scoperto che la sua posizione preferita è quella che lo vede con i piedi piantati per terra. Il problema è che, non solo ha un equilibrio a dir poco precario, ma dei piedi lui per terra pianta solo la punta. Inoltre, dico io, ma nemmeno gattoni e già pretendi di startene dritto e magari di camminare pure? 

E ancora, due giorni fa, il tempo di voltarmi un attimo a non so far che, e mi sono ritrovata il Nano in piedi sul divano, ben saldo sul bracciolo, mentre ieri me lo sono ritrovato a fare Tarzan sul filo dell’abat-jour che, pacifica, se ne sta da anni appoggiata sulla mensola sopra al divano.

Ecco, queste evoluzioni sono veloci e alquanto stancanti. Proprio fisicamente stancanti. E allora faccio che domani mattina preparo un valigia piccola, piccola e vado a casa della mia mamma per 24 ore, durante le quali mi auguro di consegnare il Nano all’arrivo e riprenderlo in braccio solo alla partenza. Se poi, nell’arco delle 24 ore si verifica un guasto alla connessione internet pure meglio.

Magari ne approfitto per seguire i consigli di questa giornalista che su Internazionale scrive che è possibile leggere un libro a settimana. Che sarebbe anche una cosa molto bella se solo capissi come poter incastrare quelle 40 pagine al giorno nelle prime ore del mattino. Lascio il figlio senza colazione? Vado a lavorare in pigiama? Mi sveglio un’ora prima?

Secondo voi lei come fa?