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Quante versioni ci possono essere di ognuno di noi?

Quante versioni ci possono essere di ognuno di noi?

Quante versioni di ogni donna e di ogni uomo che avete intorno, vicino, avete avuto la possibilità di scorgere? In quante versioni di voi stesse mi siete ritrovate a confrontarvi così, quasi per caso?

Donne, amanti, professioniste, madri, mogli. E chissà quanto altro ancora.

Credo che in ognuna di noi ci siano nascoste tante piccole, diverse, noi, nate nel tempo e col tempo stratificatesi, che escono fuori al momento giusto, a seconda della situazione. Credo nella versatilità che compensa l’imperfezione. Credo all’adattamento che, grazie al cielo, non ci fa restare immutati ma ci fa cambiare a seconda della necessità.

Non parlo, intendetemi, di valori, lati caratteriali, punti fermi. Passioni. Quelli restano, comunque. E in alcuni casi, direi, meglio così, in altri invece… lasciamo stare. Fanno tutti parte delle tante (e non solo di una) noi stesse.

Parlo di atteggiamento che può essere diverso a seconda del contesto e, una mamma lo sa bene, tra gli aperitivi con le amiche e le serate passate ad allattare c’è una gran bella differenza.

Parlo, però, anche del fatto che credo che le tante noi non debbano per forza fare a cazzotti tra di loro, che le contraddizioni siano fatte per incastrarsi più o meno perfettamente e per rendere ogni individuo molteplicemente unico.

Credo che siamo tutte molto di più di quello che siamo in questo momento, che siamo anche quello che non siamo ancora e che vorremmo essere, anzi saremo. Perché possiamo essere chi vogliamo se lo vogliamo davvero. La parte più difficile è trovare il coraggio di farlo: di alzarsi e prendersela (o diventare) quella versione di noi stesse che tanto vorremmo. È questa la seconda tra le #DieciCoseCheAvevoDimenticato

 

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