Da tempo volevo scrivere un post sull’allattamento. Raccontare la mia esperienza ed esprimere il mio pensiero al riguardo. Proprio ieri leggevo in questo post scritto da Una mamma green (blog sostenibile di una mamma ad alta sensibilità, ambientale ed umana, che vi consiglio vivamente) il succo di quello che avrei voluto scrivere io. Partendo da esperienze diverse. Lei, come me, scrive che ogni mamma deve sentirsi libera di decidere cosa fare rispetto al proprio figlio, rispetto all’allattamento del proprio figlio.
Per me allattare è stato un incubo. Nessun rapporto idilliaco mamma, figlio, nessun imprinting, nessun questo momento è solo nostro e bellissimo. Però ho allattato perché mi sembrava giusto e sano fornire a mio figlio, per i suoi primi mesi, latte materno. L’ho fatto finché ho potuto, testarda nei lunghi primi dieci giorni dopo il parto, durante i quali non c’era segno della montata lattea, testarda quando, dopo tre mesi e mezzo, il latte sembrava non bastare più ma io sapevo che non era così, testarda quando tutti dicevano di dargli un po’ di latte artificiale. Ho continuato per cinque mesi quando, dopo un mese di doppie pesate, giunte di latte artificiale e picchi di stress alle stelle, ho capito che era arrivato il mio momento giusto per smettere di allattare. E lì le vite di noi tre sono decisamente migliorate.
Non ho scelto di allattare, nel senso che non mi sono mai domandata se l’avrei fatto, l’ho fatto e basta. Non che io sia contraria al latte artificiale: io non sono stata allattata, il Coinquilino non è stato allattato (e adesso è rimasto senza capelli, ma vabbé), la maggior parte delle persone che conosco della mia età non è stata allattata solo perché trenta, trentacinque anni fa c’era un tipo di comunicazione diversa.
Ora in qualsiasi corso pre parto non fanno che ripeterti, sostanzialmente, che se non allatti sei una madre degenere, non c’è ostetrica che fuori dal coro ti dica davvero cosa significa allattare, il sacrificio che comporta e che, se tu non lo fai, non renderai tuo figlio un bambino malato o complessato. Ora, quello che voglio dire è che, pur avendo reputato giusto allattare, trovo profondamente sbagliato questo atteggiamento assolutista del latte materno a tutti costi che esce dagli ospedali e dalle strutture dedicate. Un atteggiamento che, se per qualsiasi motivo la donna si trova costretta a non poter allattare, si rivela dannoso e causa, in parte, di quel non sono all’altezza con le quali molte mamme si trovano a fare i conti.
Per questo mi trovo allineata a quello che scrive Silvana, al suo dire di non ascoltare le voci intorno, di seguire quello che pensiamo sia più giusto per noi anche quando mamme, suocere, amiche e zie dicono il contrario. Di capire che la vita non sempre è sacrificio e che, se quel sacrificio per noi è troppo grande, si può anche scegliere di non farlo. Di scegliere in maniera consapevole e personale di cercare, per una volta, di essere più serene.
Perché ce lo meritiamo!
26 Commenti
Allattare si o no e’ una scelta molto personale da fare nella più assoluta libertà. Lo scopo e’ nutrire ma farlo serenamente e nessuno può dirci se e come. Il mio primo figlio l’ho allattato venti mesi, chiaro che era anche svezzato, ma qualche poppata l’ha avuto fino a li. La mia bambina invece ne ha otto, anche lei svezzata ma continua a godere di qualche poppata. Lo faccio perché mi fa star bene e non e’ fonte di stress anzi in alcuni casi e’ pure comodo, però in ospedale ho incontrato l’atteggiamento opposto, ovvero in entrambi i casi mi hanno incentivata a usare anche l’artificiale, il perché non lo so. Io ho fatto di testa mia ed è andata bene così.
infatti quello che ho cercato di scrivere che secondo me è giusto fare solo quello che ci fa sentiri felici. I sacrifici se ne fanno, se ne faranno, ma per quelli c’è sempre tempo. Allattare è sano, ne sono convinta, solo che secondo me non deve diventare una malattia se non si può farlo, tutto qua.
Sei buono e ti tirano le pietre, sei cattivo e ti tirano le pietre… Da quando sono madre, penso continuamente a questa vecchia canzone. Io ti tirerei fiori, se potessi. A te e a Pietro tuo, che è tanto fortunato. Un abbraccio.
Un abbraccio a te (soprattutto perché mi hai resa meno “retescettica”, per usare citare qualcuno)
va beh ho deciso che quando mai faró una gita a perugia verró a trovarti…abbiamo un sacco di cose in comune e fa tanto bene leggere di mamme non extra terrestri ogni tanto…io ho allattato a richiesta Margherita per 5 mesi e mezzo – a richiesta significa che non potevo neanche andare dal parrucchiere perchè quando capitava mangiava anche ogni 30 minuti – poi sono tornata al lavoro e nelle settimane prima ho provato a lasciarla a casa con la nonna o il babbo…una tragedia!urlava da diventare bordeaux…la pediatra mi ha guardato mi ha detto “perchè non provi a darle l’aggiunta di artificiale?” e così la nostra vita è diventata di nuovo sorrisi e manine appiccicose!;)
E sì, dai, fate un gitarella a Perugia. Anch’io ho allattato a richiesta, è stata dura ma, ripeto, l’ho fatto perché reputavo giusto per i primi mesi dargli il mio latte. Ci sono mamme alle quali questo attaccamento non pesa e, allora, ben venga ma per me continuare sarebbe stato deleterio. E anche per il Nano. E per il Coinquilino.
Allora io ti aspetto, eh.
Pensa che nonostante allatti da quasi 28 mesi, sono stata espulsa da un gruppo fb di accanite della tetta perché non condivido le aggressioni e senso di superiorità di chi allatta per anni, mentre io difendo il benessere di madre E figlio indipendente dall’allattamento. Che senso ha una madre distrutta ma con figlio allattato al seno ? Si può trasmettere lo stesso amore anche con il bibe e la serenità di dare il massimo per il figlio. e pure io sono cresciuta a biberon.
beh io ho anche sentito dire che le mamme che danno l’artificiale per ritagliarsi un po’ di tempo per se stesso sono cattive madri. Ognuno la pensa come vuole ma ci tenevo a scrivere come la penso io 🙂
Grazie. Grazie. Grazie. Ben venga l’incoraggiamento ad allattare. Ma non deve diventare una condanna. E le donne che non allattano non sono donne e madri di serie b. E vogliamo parlare di chi ha partorito col cesareo e deve sentirsi dire che ” non è’ completa come donna”. Ogni donna e ogni mamma merita rispetto e comprensione. Possibile che questa mentalità’ ancora esista?
Già, esiste e c’è chi, professionista, la divulga pure in situazioni, come i corsi pre-parto, durante i quali le donne aspettano solo parole di conforto. O di capirci qualcosa.
Assolutamente d’accordo! anch’io ho affrontato questo tema raccontando la mia esperienza disastrosa! Leggi qui 😛
http://ifioridisimona.blogspot.it/2014/01/a-proposito-di-allattamento.html
Andrò a leggere 🙂
Siamo proprio un bel gruppetto di mamme….CATTIVE!
nei prossimi giorni rispolvero il progetto del partito delle pessime madri. Spero vorrai partecipare all’iniziativa 🙂
Posso mettermi anch’io nel gruppo delle mamme Cattive??? 😉
Mio figlio per 4 mesi si è beccato la doppia pesata perchè io di latte non ne avevo a sufficienza e dovevo dargli l’aggiunta…e tutti a dirmi di attaccarlo di più….ma va te a spiegare a infermiere/ostetriche/madri di altri figli ecc. che da me poteva stare attaccato anche tutto il giorno ma più di così non ne trovava…e c’ho provato, vi assicuro!!
Nessuno mai ci pensa che magari una donna può anche non averne di latte?
Bah…comunque mi pare che sia cresciuto bene lo stesso 😉
Un bacio a tutte
Sto buttando giù il manifesto delle pessime madri, arriverà presto 🙂
ti dico solo che io producevo latte da un seno sì e dall’altro no…mariomerola, mio figlio,era vorace ma non al punto di farmi venire una bella montata.e così allattamento misto, le mie emicranie che aumentavano cn i miei scleri. la pediatra che ha tanti difetti ma che quella volta lì una cosa furba me l’ha detta: “signora suo figlio ha bisogno di una mamma non di una mucca” e allora dolorasamente sm passati solo all’artificiale cn grande giramento di maroni di chi continuava a dirmi che dovevo resistere, attaccarlo sempre ecc… e ancor oggi per questo mi sento in colpa.ma si può??? è che gli ormoni ti fan vedere tutto storto.anna
No, non si può. è proprio con quel senso di colpa che io me la prendo tanto. C’è che un po’ è atavico in noi donne e non lo possiamo combattere ma avere un sistema tutto intorno che favorisce questo sentimento non mi va affatto bene. Lo trovo profondamente ingiusto e sbagliato. Il sistema e non noi 🙂
Hai espresso esattamente quello che penso. Purtroppo per complicazioni insorte in seguito alla gravidanza mi è stato sconsigliato di avere un secondo figlio e l’unica cosa che non mi mancherà sarà l’allattamento. Ho avuto il problema contrario, troppo latte, gli ingorghi mammari erano all’ordine del giorno e di conseguenza per me era importante allattare più spesso possibile, ho allattato in maniera esclusiva fino al 3° mese poi è arrivata questa grave “complicazione” e con essa il ricovero ospedaliero durante il quale il mio bimbo è stato costretto a passare al latte artificiale, ho continuato poi ad allattarlo solo 1 volta al giorno, perchè prendevo dosi massicce di cortisone, fino al 6° mese e poi ha rifiutato la tetta. Ma se devo essere sincera il passaggio al latte artificiale ha migliorato la qualità della nostra vita, nonostante il parere contrario di alcune invasate dell’allattamento materno incontrate in occasione di un paio di conferenze sullo svezzamento. Sono d’accordo che l’allattamento materno sia da preferire ma non a tutti i costi.
infatti deve essere una scelta. anch’io penso che sia sano e che se si riesce ad allattare è giustissimo farlo. dico anche che nel mio “se si riesce” c’è compreso anche reggere lo stress psicologico da parte della mamma e che, se si pensa di non farcela, non ci sarebbe niente di sbagliato nel seguire un’altra strada.
a me fa ancora nervoso che certe cose ci sia bisogno di dirle! cioè: hai fatto benissimo a scrivere ciò che hai scritto e, come al solito, ti rigrazio di dar voce anche a chi vorrebbe dire tutte queste cose “scomode” ma non ha uno spazio per farlo.
però che tristezza che ci sia bisogno di dire certe cose che per me e per voi sono banali, naturali.
eppure anche io ho ancora la fila di donne, fuori dalla porta, pronte a ripetermi che ho sbagliato a mollare l’allattamento e a darmi mille consigli non richiesti.
per la cronoaca: io avevo latte che sembrava burro, una montata lattea dopo 48 ore da far impallidire anche l’ostetrica più scettica e nessun problema di ragadi, mastiti o altro.
ma gnomo non ne voleva sapere di avvicinarsi, non attaccarsi, avvicinarsi al mio seno. una lotta durata un mese.
1 ora mi tiravo il latte, 1 ora glielo davo (con tettarelle speciali perchè quel figo di gnomo beveva il latte solo dal cucchiaino) con alternanza biberon/seno x insegnargli a ciucciare, 1 ora lo tenevo sollevato sperando che non vomitasse proprio tutto. poi ho dovuto dargli l’aggiunta e quindi un’incombenza in più. e poi si ricominciava…1 ora di tiraggio ecc
risultato dopo 4 settimane: io dimagrita perchè non riuscivo a ricavarmi il tempo di nutrirmi (o fare pipì, o cambiarmi), lui che cominciava vagamente a capire il concetto di “ciucciare” ma solo col biberon, il mio latte che se ne andava a farsi benedire.
eh sì, è venuta anche l’ostetrica a casa e se ne è andata sconfitta dopo aver provato a insegnare a gnomo a ciucciare x due ore. (anche ora, a 10 mesi, ogni tanto s’incasina ma se gli metti in mano una posata, mangia da solo. capito?)
quando lui ha imparato un po’ a bere dal biberon, mi ricordo che finalmente mi godevo il momento della sua poppata perchè riuscivo a guardarlo, ad annusarlo, ad accarezzarlo, lo vedevo sereno (incasinato ma sereno) e io mi ritrovavo a sorridere.
ora che sento i racconti delle altre neomamme sull’allattamento, mi rendo conto che per certi aspetti l’ho scampata bella: allattamento a richiesta, i primi dentini, la sete che gli viene d’estate, tirare fuori il seno ovunque,
non so mica se sarebbe stato per me…
immagino non sia stat facile, nemmeno l’allattamento lo è e secondo me ogni storia è dura a modo suo. Il bello è che davvero tutto passa e restano i ricordi che però, secondo me, devono servire almeno per imparare a fare meglio. che nel mio caso significa non dare giudizi avventati, imparare ad ascoltare e dire, a chi me lo chiede, che la cosa più giusta è quella che tu, da mamma, ritieni tale.
Allora, sto partito?
sto aspettando che la bravissima Burabacio partorisca il logo. Che chiaramente sarà di tutte quelle che vorranno aderire 🙂
Da “maschio” partecipo volentieri al commento di questo articolo, essendo io uno di quelli che normalmente critica le mamme che non allattano al seno.
Ovviamente le mie convinzioni sull’apporto del latte materno, magari supportate da qualche fondato studio scientifico, mi portano ad essere un po’ troppo rigido su argomenti che spesso hanno una lettura molto personale, che un estraneo non può capire.
Però, dalla mia piccola esperienza, ho notato che a volte proprio quella mamma che riscontra una determinata difficoltà, è la stessa mamma, che una volta lasciato l’allattamento al seno e cominciato l’artificiale, non è più partecipe alla nutrizione che verrà equamente distribuita tra papà, nonne e baby sitter, innescando un dubbio legittimo sulla reale motivazione.
Questo per dire che il senso di colpa non deve averlo la mamma che ha fatto di tutto (il caso delle storie che leggo qui), ma chi ha utilizzato una finta difficoltà per proprio tornaconto.
Io credo che, sostanzialmente, il senso di colpa abbia un po’ rotto le scatole. Va benissimo mettere al primo posto il benessere del figlio e far di tutto perché lui abbia il meglio. Credo, però, che se una donna impazzisce nel vedersi solo allattamento e pannolini e decida di tornare al lavoro, delegare, tornare ad occuparsi di lei, non ci sia comunque nulla da recriminarle.