Blog

Il rubacuori

Il nostro non è stato un colpo di fulmine. Per lo meno non lo è stato per me. Tutti a ripetermi che non appena l’avessi visto e tenuto tra le braccia mi si sarebbe sciolto il cuore e sarei caduta in un amore profondo, unico e senza ritorno.

Ma non è stato così. Quando mi hanno messo Pietro in braccio io ero sconvolta dal parto, terrorizzata, incredula e dolorante. Lui pure. In più era viscido e l’unica cosa che sono riuscita a pensare è che se me l’avessero lasciato sarebbe scivolato e caduto.

Le successive settimane ci siamo studiati. Ma io non sentivo nulla e più non sentivo più stavo male. Tutto era troppo difficile, troppo stancante e stava accadendo troppo in fretta. Mi mancava il tempo di capire quello che stava succedendo. Tra un pianto e l’altro il tempo non bastava.

Poi siamo rimasti da soli. Noi tre. Sono tornata da casa di mia mamma, tante lacrime e azioni ripetute come fossi un automa, senza anima. C’era l’istinto di protezione, quello sì, verso un batuffolo indifeso che aveva solo bisogno di me. Ma nessun amore che ti travolge.

Poi siamo rimasti da soli. Noi due, per una settimana. E piano piano le azioni da automatiche si sono trasformate in volontarie, volute e si sono riempite di tenerezza prima, di amore poi. Ci siamo toccati, lui mi ha toccato e tutto è diventato un po’ più facile.

I colpi di fulmine, per quanto io nella mia vita ne sia stata colpita un migliaio di volte, non sono destinati a durare, è questa la verità. Il cuore del tuo amante va rubato a poco a poco a forza di manine appiccicose, sorrisi sdentati e smorfiette buffe.

Photo          La maglia/body del rubacuori è di BabyGap (grazie Francesca), i pantaloni H&M

E comunque resta il fatto che è lunedì e io non vedevo l’ora arrivasse per lasciare per mezza giornata il Nano dalla Santanonna!

Precedenti Successivi

Potrebbe Interessarti:

6 Commenti

  • Rispondi anna 20 Gennaio 2014 alle 14:44

    stessa cosa accaduta a me.e quando lo dicevo o lo racconto ancor oggi mi viene detto che sn esagerata, che certe cose non si devono nemmeno pensare. eppure a differenza di molte io non piango pensando al batuffolo che era, sorrido invece pensando alle sue conquiste al suo crescere. e mi vien semplicemente l’ansia pensando di non esser capace a crescerlo cm si deve…mah. anna

  • Rispondi Aaannalisa 20 Gennaio 2014 alle 18:31

    Ma sacrosanta sincerità!! Anch’io quel giorno sudato non ho provato quest’amore immediato e infuso dalla grazia di chissachi… piuttosto sollievo misto a tenerezza. Ma su tutto predominava una spossatezza immane.
    Il giorno del parto il giorno più bello della vita?? Parliamone. Preferisco il giorno in cui ho scoperto di essere incinta, al massimo. Oppure, ma non lo ricordo bene, potrei preferire quello in cui sono rimasta, incinta!
    E riallacciandomi a un altro post, però collegato, a me facevano ridere quando dicevano che allattando avrei avvertito il nesso mistico ma anche animale con mia figlia, guardandoci gli occhi negli occhi…. ? A parte che per guardarla negli occhi la mia tetta taglia seconda non bastava proprio, io quando ho smesso di allattare al VI mese ho fatto un festino privato! E poi dandole il biberon ci guardiamo molto meglio e ci sorridiamo.
    Grazie mille cara di questi sfoghi privati ma così condivisibili (c’eravamo già confrontate sul sesso da neogenitori…)

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 20 Gennaio 2014 alle 18:40

      ahahahah, è vero. migliorata la situazione? qua ancora calma piatta.
      Dovrei parlare anche del parto in effetti ma a distanza di nove mesi ancora non me la sento. Eh sì, siano benedetti biberon e latte artificiale 🙂

  • Rispondi Mariella 20 Gennaio 2014 alle 23:13

    Ohhh, finalmente una mamma che racconta anche qualcosa di diverso dal solito “sole-cuore-amore”

    Grazie per avermi detto che l’amore puoi sentirlo anche dopo qualche tempo.

  • Lascia un Commento