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L’infanzia che (non) ricordo

Se penso alla mia infanzia mi vengono in mente tre momenti, anzi quattro. La prima immagine è un disegno, trovato in un libricino da colorare, che rappresentava dei nonni che portavano il nipotino in gita allo zoo e che io ho prontamente mostrato ai miei nonni i quali, sempre prontamente, mi hanno portata, manco a dirlo, allo zoo di Roma credo il giorno dopo. La seconda immagine riguarda mia mamma che mi viene a prendere all’asilo prima della solita ora e mi dice che la mia bisnonna non c’è più. Non c’è dolore in questo ricordo solo la stranezza di quell’annuncio. La terza immagine è ambientata sempre all’asilo con mia mamma che mi porta via in lacrime decisa a non farmi fare qualche tipo di vaccino e sinceramente non so se questo ricordo è reale o solo frutto della mia immaginazione. Ultima immagine, avevo sette anni e seduta sulla sponda del letto guardavo mia mamma allattare mia sorella e in questo ricordo sì, c’è un dolore così forte che a pensarci ancora mi fa male lo stomaco*.

Ora nonostante questo racconto straziante io penso di avere avuto un’infanzia felice senza, però averne ricordo. Dove sono le poppate al seno di mia mamma, le lunghe nottate passate con lei nel lettone, la felicità entusiasta dei miei genitori quando ho mosso i primi passi, il loro stress per il sonno e la loro ansia per la mia prima febbre, l’emozione per il primo dentino? Niente, nessun ricordo consapevole dei miei primissimi anni di vita.

In pratica quello che io sto vivendo con tutta questa intensità in questo momento mio figlio non lo ricorderà. E no, nessuna gratitudine per le rinunce, per i sacrifici, per le notti in bianco. Allora mi chiedo quali tracce lascino veramente in noi, a livello emotivo, le esperienze vissute nei primi anni di vita, quelle delle quali non abbiamo nessun ricordo? Quanto queste incidono sulla formazione del carattere dei nostri bimbi? E quanto sulla loro educazione?

O forse l’infanzia è davvero così felice proprio perché non ne abbiamo ricordo?

 

* crescendo le cose non sono migliorate. Ancora oggi quando trovo il telefono di mia mamma occupato e poi scopro che stava parlando con mia sorella sento una fitta piccola, piccola allo stomaco. La amo mia sorella ma la gelosia è un’altra storia.

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18 Commenti

  • Rispondi Uescivà 25 Marzo 2014 alle 12:02

    uuuuuuuuuu…..!!! stavo scrivendo di queste cose pure io, con estrema lentezza

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 25 Marzo 2014 alle 12:09

      quindi non sono l’unica malata. Bene. Curiosa di leggere come la vedi tu.

  • Rispondi chiara 25 Marzo 2014 alle 12:39

    Proprio pochi giorni fa stavo spiegando alle mie cognate (nate gemelle secondogenite in un trio di amatissimi figli) che soltanto “un figlio unico può capire, fino in fondo, la croce e delizia di essere figli unici”.
    Io non ho ricordi che non abbiano me come protagonista. Ho conosciuto la gelosia solo da grande…e tuttora penso, “perchè dovrebbe volere stare con un’altra/un altro in questo momento quando potrebbe stare con me?”

    Ho sempre pensato di non voler essere la madre di un/una figlio/a unico/a.
    O forse si?!?

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 25 Marzo 2014 alle 15:41

      io della gelosia mi ci sono fatta una bella scarpetta che mi tiene caldo e compagnia. E sai qual è la questione qua (e non che io ci abbia mai pensato seriamente)? che io ho paura di non sapere dividere l’amore in più figli… quindi, facciamo che per il momento sarò madre a tempo indeterminato di un figlio unico.

  • Rispondi Manuela Ferretti 25 Marzo 2014 alle 13:01

    Te l’ho detto che scrivere fa bene…. Risparmi tanti soldini nel sofà dello psicanalista

  • Rispondi malanotteno 25 Marzo 2014 alle 16:04

    io invece ho parecchi ricordi della mia infanzia e una sensazione di dolce felicità e gioia quando ci penso. sono stata una bambina felice, abbastanza per lo meno!

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 26 Marzo 2014 alle 11:21

      Lo penso anch’io di me però non riesco ad avere immagini nitide, solo alcune… chissà perché

  • Rispondi Silvana - Una mamma green 26 Marzo 2014 alle 11:50

    Io ho tanti ricordi, invece. A cominciare dalla profonda insoddisfazione per l’assenza di fratelli o sorelle. Al di là di questo, comunque, credo molto nella potenza dei ricordi “inconsci”. Quelli che ci portiamo dentro anche senza saperlo. E che contribuiscono a renderci quello che siamo.

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 26 Marzo 2014 alle 11:53

      Quindi dici che l’episodio (che non ricordo) di mio papà che mi ha dimenticato dentro la carrozzina al bar insieme ai suoi amici, in qualche modo abbia influito sul mio attuale carattere?

  • Rispondi elisaMammadiGnomo 26 Marzo 2014 alle 21:56

    io e il padredignomo ci chiedevamo: ma noi ce li ricorderemo tutti i sacrifici?
    vabbè ok di sicuro ci si ricorda l’idea generale di una maternità/paternità da isterici senza sonno ma le piccole cose, i quotidiani sacrifici, le continue rinunce ce li ricorderemo? o saranno solo un ammasso informe di sensazioni di lontana (si spera) stanchezza e docce mal fatte e capelli mal pettinati e vestiti sempre macchiati?
    e quando guarderemo il diciottenne gnomo che se ne va di casa (lasciatemi sognare), penseremo a lui come a quel rompiballe che ci faceva passare delle notti infernali o sarà tutto talmente mischiato e confuso dagli anni successivi che ormai quei sacrifici non avranno più importanza?
    io e il padredignomo ci parliamo poco ma quando ci parliamo..son cose serie. (inutili ma serie)

    ogni volta che pubblichi un post “riflessivo” ti immagino seduta alla scrivania di carrie bradshaw, con una sigaretta che ti pende dalle labbra, la finestra aperta su new york e la telecamera che inquadra il monitor del pc portatile…

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 26 Marzo 2014 alle 22:47

      la mia scrivania, comprata all’idea cigola un po’ e nel mio ufficio no, non si fuma salvo rare occasioni secondo una mia personalissima regola che se sono sola posso farlo purché la finestra sia aperta. Inoltre la vista c’è: sul palazzo davanti.

      Io ti consiglio di ricordare, ricordare sempre. Sia mai che dimentichi e decidi di fare un altro figlio

  • Rispondi Mummyinprogress 27 Marzo 2014 alle 7:43

    Ricordo di una mattina al bosco, metto la testa tra due tronchi paralleli e faccio “cucù”, ma non riesco più a tirarla fuori. Io piangevo disperata, i miei e le mie sorelle ridevano con le lacrime. Mi ci hanno lasciata un tempo che mi è sembrato interminabile, mentre immaginavo soluzioni apocalittiche, prima di sollevarmi e portarmi via, perché i tronchi erano paralleli solo alla base. Ma cosa vuoi che ne capisca a sei anni di geometria… A parte questo anch’io ho avuto una bellissima infanzia!

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 27 Marzo 2014 alle 11:09

      bellissimo ricordo. e mi hai fatto tornare in mente quando, secondo il mio ricordo, stavo per affogare, al mare. Ma sembrerebbe che solo io la veda così…

  • Rispondi Mummyinprogress 27 Marzo 2014 alle 16:53

    Anche secondo i miei mi ci hanno lasciato 5 minuti. Difendiamo i nostri ricordi!

  • Rispondi elisaMammadiGnomo 28 Marzo 2014 alle 14:08

    io ricordo che avevo 8 anni e un giorno è venuto a prendermi mio padre a scuola e mi sembrava strano perchè di solito veniva sempre mia mamma.
    era successa una cosa che avrebbe cambiato la mia vita per sempre: mia nonna aveva avuto un ictus e da quel giorno ha vissuta da invalida per 14 anni con noi. finite le vacanze insieme, finiti i compiti con mia madre, finiti i pranzi della domenica solo noi 4, finito tutto.
    iniziati i turni di sorveglianza prima e poi, quando ne ho avuto la forza, iniziata l’assistenza vera e propria con lava, nutri, vesti.
    finita la mia vita da bambina spensierata.
    e per questo io non ho ricordi prima di quel giorno del 1983.
    nessun ricordo, come se non fossi esistita prima.

    ho sempre pensato che non avrei fatto vivere a mio figlio la stessa situazione ma ho anche sempre pensato che come la lavavo io la nonna non ci riusciva nessun altro e sarei morta di dolore se l’avessimo portata in casa di riposo.

    ecco, questa è una di quelle cose che “non sa nessuno” e che ora pubblico qua,

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 28 Marzo 2014 alle 15:33

      e che ti fa tanto onore. Un abbraccio a te (bella che sei)

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