Capita che si diventi mamma e ci si dimentichi di restare anche donne. Lo so, ne ho scritto e riscritto, parlato e riparlato, ma ancora mi stupisco di come ogni volta, per ogni nuova mamma che arriva, anche per quella più lontana dalla maternità che conosco, c’è una pezzetto della lei donna che sparisce. O si nasconde per un po’.
La verità, è che per noi, per la nostra cultura, la brava mamma è quella donna che si sacrifica: siamo cresciuti così, quasi tutti, con questo modello nelle nostre case e nelle nostre teste e allontanarcene, anche per chi non si è mai vista mamma, è piuttosto complicato.
Ho pensato spesso di essere una mamma pessima, imperfetta, ma ho capito che mi sbagliavo. La verità è che sono, prima di questo, una donna imperfetta, che i miei difetti di madre non sono altro che i miei difetti di donna in versione maternità. Che se sono insicura e mi sento spesso inadeguata come madre è perché sono una donna insicura che spesso si sente inadeguata. Prima di essere mamme, siamo donne. Con pregi e difetti, bisogni e desideri, passioni e storture. Pieni e vuoti che la maternità, da sola, non può di certo colmare. Così come la maternità non può essere la risposta a tutte le domande che ci ponevamo un attimo prima di diventare madri. Non per tutte le donne, almeno.
Per questo, dare a noi stesse, prenderci cura del nostro corpo, della nostra mente, fare shopping o andare al cinema, ritrovare le idee, i progetti, il lavoro di prima, avere voglia di percepirci ancora come persone, donne e non come la mamma di qualcuno, non significa che stiamo togliendo amore e attenzioni ai nostri figli, ma che gli stiamo dando una versione migliorata di noi stesse.
Scoprire che niente, o quasi, è cambiato, che ci piacciono ancora le cose che ci piacevano prima, che abbiamo ancora voglia di pensare a noi stesse, di pensare e basta. Di essere leggere, spensierate, di tornare ad ascoltare musica a di ballare fino al mattino, fino a scomparirci dentro. Come facevamo prima. Che, soprattutto, le emozioni, i desideri, la voglia di sentirsi protagoniste delle nostra vita è qualcosa che non nuoce alla vita dei nostri figli. Loro crescono e noi ritroviamo per strada pezzi di non che avevamo scordato. Il tempo passato a chiacchierare con un’amica, il sapore di un bicchiere di vino bevuto sul divano da sole, l’odore di un vestito appena comprato, il rumore dei tacchi a notte fonda. La sensazione di essere noi a guidare e a scegliere la direzione.
Ritroviamo la donna che è in noi e, se è di questo che sentiamo il bisogno anche dopo la maternità, ricordiamoci che in fondo, in fondo, anche se facciamo di tutto per dimostrare il contrario, ci amiamo. E amare noi stesse, si sa, è l’unica condizione necessaria per amare, in maniera sana, gli altri. Anche i nostri figli, sì.
Post in collaborazione con Zalando Privé
2 Commenti
Bellissimo post, è un messaggio che mi propongo sempre di trasmettere alle donne questo! Condividerò il tuo bellissimo articolo sulla pagina FB, affinché anche altre donne possano leggere le tue parole che esprimono un concetto che a me come donna e professionista che lavora con le donne e per le donne sta molto a cuore!
Complimenti! Non ho mai letto un post così interessante!!