Le interviste

Usato ma con stile. La baby moda secondo Amata e Claudia di HipMums.it

Succede che diventi mamma. Smetti di fare shopping per te e inizi a riempire gli armadi di roba per il nuovo inquilino. Succede, vero?
Succede anche che ad un certo punto ti trovi a svuotarli gli armadi e ti dici che tutto questo è un vero spreco e, toh quei jeans hanno ancora il cartellino attaccato. Ehm, a dirla tutta, anche quel cappottino, carino, carino (e mai messo) e quel tiralatte mai usato e quella batteria di ciucci, biberon e sterilizzatori. Succede, vero?
Claudia e Amata sono due amiche, mamme, che da queste stesse valutazioni sono partite per costruire un bellissimo progetto dedicato alla moda “di seconda mano”: HipMums.
Come nasce il progetto HipMums?
HipMums arriva dalla nascita di Anita, la bimba di Claudia, a cui sono stati passati moltissimi vestiti dei miei figli: completini, tutine, camicette praticamente mai usati. Alcuni non sono nemmeno stati indossati da Anita! Allora ci siamo dette: “Che spreco” domandandoci come mai fossimo state prese da questo shopping compulsivo da neonato! Accorgendoci di non essere le uniche, e parlando con varie amiche proprio di questo argomento abbiamo pensato che sarebbe stato utile trovare qualcuno che si prendesse cura di questi vestiti. Si perché noi mamme riusciamo ad affezionarci anche ad un paio di mutandine di Cenerentola, basta che siano dei nostri figli! A volte svuotare l’armadio è un vero e proprio shock. Non daremmo via nulla, sempre con il pensiero in testa del “prima o poi…servirà a qualcuno”. Poi quel qualcuno non arriva, tu di figli ne hai abbastanza e l’accumulo aumenta.
HipMums nasce proprio per quelle mamme che fanno fatica a lasciare i vestiti dei loro figli. Per questo motivo siamo noi in prima persona a selezionare i capi insieme a loro, a farci raccontare le storie della loro famiglia, le occasioni in cui certi capi sono stati indossati! A noi piace, è un arricchimento sentimentale importante. La nostra diversità sta proprio nel cercare di valorizzare questi capi non trattandoli come semplice usato ma come una seconda chance (da qui il payoff “firstchoice-secondchance”). Da noi i capi cercano una nuova strada, una nuova possibilità di rendere felici altri bambini. È la poesia che è sempre stata dietro le nostre decisioni.

E voi? Com’è nata la vostra amicizia?
Amici di amici! Un giorno quello che sarebbe diventato mio marito ha conosciuto Claudia e ci ha presentate. Non ci siamo mai lasciate e ormai sono 10 anni. Abbiamo condiviso davvero tanto. Matrimoni e figli ma anche sofferenze e delusioni. Claudia è la parte razionale, pacata e riflessiva. Io da buon leone, quella impulsiva e frettolosa. Queste particolarità ci uniscono sia nel lavoro che nell’amicizia. Altra qualità che ci accomuna e che ci fa ritrovare sempre è l’ironia. Saper ridere di tutto sdrammatizzando e cercando di non far sembrare la vita troppo seria.

Dopo la maternità che cosa è cambiato nel vostro approccio al lavoro?
È cambiato tutto radicalmente. Claudia lavorava da 15 anni in uno studio notarile…ha lasciato per stare dietro a sua figlia. Io per 12 anni nella moda, di cui 8 fissa da Moschino settore stampa. Ho mollato. Su questo io e Claudia la pensiamo allo stesso modo ma non è affatto una condanna alle madri che lavorano in aziende o che stanno fuori tutto il giorno: i nostri figli devono essere cresciuti da noi. Noi siamo presenti sempre, alle festine, alle recite, li portiamo a scuola e all’asilo. Poi ritagliamo i nostri spazi per poter lavorare. Quando porto mia figlia a musica arrivo con il mio PC e lavoro per un’ora. Smettere e riprendere ciò che si sta facendo complica la situazione ma se vogliamo cercare di fare bene entrambe le cose, dobbiamo a volte stare alzate fino a tardi a lavorare, saltare il pranzo, rispondere alle mail durante i weekend. Trovare il giusto equilibrio è difficile ma stare alle regole e alle tempistiche di altri ci stava troppo stretto e le priorità ora per noi sono Tommaso, Maria e Anita.

Spiegatemi, perché una mamma dovrebbe comprare o vendere su HipMums?

Perché noi ci mettiamo la faccia! Raccogliamo, fotografiamo, ci prendiamo cura dei capi. Collaboriamo con le mamme che vendono parlando di prezzi, cercando compromessi.Proviamo a fare dei look, che chiamiamo #hipmumsstyle, che è ciò che ci contraddistingue, per dare creatività al nostro e-commerce e ai social, mezzi con cui lavoriamo moltissimo. Non facciamo discriminazione sui marchi (da noi si trova Zara, H&M, Grain de Blè, Prenatal ma anche Bonpoint, Moncler, Armani, BonTon). I capi però devono seguire il nostro gusto. Le mamme che ci conoscono ci dicono: “Vi ho portato questo capo ma so che non passerà la vostra strettissima selezione”! È vero, abbiamo dei dictat ben precisi perchè per noi un bambino deve essere vestito da bambino, non come un manichino. Non siamo per gli estremi, per i loghi, gli strass e i cartoon. Questo è ben chiaro già sul sito! Il nostro e-commerce funziona come tutti gli altri: si compra, si paga e in due giorni al massimo arriva il pacco. Se poi qualcosa non va si rende. Nulla di nuovo o di diverso, a parte che sono capi usati. Sul sito ci sono anche moltissimi accessori e abbigliamento premaman.

Nel guardaroba di una mamma cosa non può davvero mancare?
Di una mamma un pantalone kaki skinny risvoltato, una camicia bianca e delle ballerine. Questo è il nostro look ideale. In realtà devono esserci anche comode scarpe da ginnastica, un bel maglione colorato e un rossetto strong per valorizzarsi in quelle giornate in cui ci si sente grigie!
In quello dei bambini: per lei, una gonnina stampa liberty, tante t-shirt a righe, un cardigan blu
Per lui: pantaloni comodi in velluto o cotone, dei jeans (crediamo ancora nei bei vecchi Levi’s), una polo colorata e felpe con cappuccio

Quello dell’usato è un mercato in espansione, ma per le mamme è ugualmente facile convincerle a comprare “usato” per i propri figli?
Alcune mamme sono molto open minded verso l’usato. C’è chi compra subito 15 capi a scatola chiusa e chi invece si avvicina piano piano, ne compra uno, controlla il servizio, il customer care e poi diventa un acquirente continuo. È giusto. Ma bisognerebbe uscire un po’ dallo stereotipo usato=sporco. Da noi l’usato profuma di pulito, di nuove possibilità. Da HipMums trovi occasioni, prezzi a volte alti (perché noi siamo di mezzo tra chi vende e chi compra e dobbiamo accontentare buyer e seller cercando di mediare sui prezzi e mantenendo una logica di mercato) altre volte super sconti. È vero, ormai online si trovano siti di tutti i tipi che offrono vestiti a prezzi scontatissimi, nuovi. Ma l’usato è una realtà esistente: noi tutti compriamo e consumiamo. Allora perché non riciclare, riutilizzare, rendere la nostra economia domestica sostenibile? HipMums offre questa possibilità.
Altro tema difficile è l’online: non tutti amano comprare in rete. In più, dati i budget limitati, noi non abbiamo un fotografo professionista e spesso dalle immagini non si vedono perfettamente i particolari degli articoli, ma ci impegniamo molto! A questo proposito siamo sempre disponibili per dare chiarimenti o per fornire ulteriori immagini o dettagli del capo. La scelta dell’online arriva dalla voglia di non essere il solito negozio di zona a Milano, ma di spaziare in tutta Italia. È per questo che abbiamo clienti da Nord a Sud (isole comprese!) e acquirenti anche di paesini a noi spesso sconosciuti.
Direi proprio, anzi, che la periferia delle grandi città ha mamme all’avanguardia, prontissime e preparatissime all’acquisto online.
A noi sta davvero a cuore la beneficenza. Collaboriamo con enti di cui ci strafidiamo (i nomi sono sul sito), accertati e sicuri. Volontari che vanno in prima persona ad aiutare chi ne ha bisogno, dagli ospedali alle case famiglia. Il bambino e le persone che lo amano sono al centro del nostro mondo. Per questo i capi che non scegliamo possono essere lasciati in beneficenza e anche a scadenza contratto (12 mesi) se una mamma non rivuole indietro i capi più lasciarli a noi che ogni circa tre mesi contattiamo diverse associazioni Charity. Quando stiamo preparando i pacchi per la beneficenza postiamo sui social la notizia così chi vuole può venire a portarci qualcosa, anche libri e giocattoli che sono articoli che noi non trattiamo. Nel corso di questo anno e mezzo abbiamo donato circa 1500 capi e accessori. Ne siamo felici.

Domanda di rito: capita anche a voi, a volte, di sentirvi pessime madri?
Diciamo che è all’ordine del giorno! Ma essendo in due, quando è depressa una, l’altra di solito finge di non esserlo e cerca di sdrammatizzare! Certo che ci sentiamo in colpa: sempre in corsa contro il tempo, cercando di fare tutto il lavoro solo negli orari in cui i nostri figli non sono in casa, o sono dai nonni, o dagli amichetti o dormono. Ma spesso accade l’imprevisto, l’urgenza di lavoro, la scadenza da rispettare. Quando tua figlia per emularti prende la tastiera del PC o tuo figlio scrive “la mia mamma lavora al computer” vuol dire che spesso ti vedono fare quello. Ma d’altra parte non riusciamo a stare con le mani in mano e se una giornata tipo è una corsa contro il tempo va comunque bene così. Perché la soddisfazione di vedere i tuoi figli uscire esultanti dal campo di pallone per il gol fatto, vedere la posizione della “farfalla”, farsi spiegare cosa sia un groove da un “settenne” esaltato di batteria, ascoltare la propria figlia di 18 mesi contare fino a 10, vale tutti gli sforzi fatti.
Allora ci diciamo: ok siamo stanche, a volte demotivate, pensiamo di togliere loro del tempo. In realtà gli stiamo dando l’esempio di madri che ci provano con tutte le loro forze, che cercano di fare bene tutto, che a volte falliscono ma non mollano. Questo basta a farci passare il senso di colpa. Fino alla volta dopo!

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