Faccio parte di quella categoria di donne che a trent’anni se ne sentono venti pur avendone effettivamente trenta. O più. Una di quelle che teme il confronto sia con la prima categoria che con la seconda.
Le ventenni sono oggettivamente troppo sode e hanno troppa poca cellulite per poter anche solo lontanamente essere avvicinata alla loro categoria. E poi girano nude, quindi no, direi che non sono più esattamente una ventenne. Le trentenni invece, o meglio le poche che hanno lasciato andare i vent’anni senza rimpianti, senza nostalgia, che si sono “fatte una famiglia” e sono felici così, sono anche loro troppo distanti dalle mie incoerenze e alla mia totale assenza di senso della misura.
Quindi sto lì, nel limbo. Quello in cui inizi a diventare consapevole di te stessa e di quelle che sono le tue virtù. In cui impari a perdonarti, pur non avendo smesso di essere severa con te stessa. In cui capisci che l’esistenza non sta tutta dentro uno schema, fatto di posti fissi, contratti a tempo indeterminato e famiglie del Mulino Bianco.
In pratica ho trent’anni e quando mi sveglio la mattina ho la stessa probabilità che quella giornata finisca con una serata passata con le amiche a bere shottini senza mani oppure con mio figlio sul divano a guardare cartoni animati e, tutto questo, senza essere bipolare. Non ufficialmente almeno. Le guardo di sbieco le ventenni, sì. Le guardo con un po’ di invidia, sì, ma pure con tanto affetto negli occhi. Per le batoste che arriveranno, per il fatto che la loro sicurezza di oggi sarà duramente messa alla prova domani, perché devono ancora capire che dietro le loro certezze c’è una consapevolezza ancora tutta da imparare.
Perché devono ancora scoprire, assaggiandone gli effetti proprio sul loro tonico corpo, il potere della forza di gravità.
“È come quando superi un esame tosto all’Università, il più tosto – mi dice la mia amica Gaia – quando lo hai superato, dopo averlo sostenuto magari due o tre(centosessanta) volte, con che occhi guardi chi ha appena iniziato a studiare?” Inutile che vi dica che, la mia amica Gaia, di anni ne ha, anche lei, diciamo trenta. Ne ha trenta ma non si è data per vinta, né arresa al tutto è compiuto. Né ha superato il fatto che debba struccarsi tutte le sere e iniziare a mettere con costanza una crema antietà. Cioè io questa cosa non l’ho superata, lei non lo so, ma non credo.
Noi trentenni non abbiamo superato che non basta dire: “Stasera non bevo perché domani lavoro” per non finire, invece, a far festa con un gruppo di spagnole in Erasmus. Né che ogni anno c’è la prova costume, impietosa e ingiusta, ad aspettarci. Però sappiamo (più o meno) amarci perché da quando avevamo vent’anni di strada ne abbiamo fatto, e stronzo (e stronza) dopo stronzo (e stronza) pure una discreta cultura in fatto di umanità. O sarebbe meglio dire, di genere umano.
A trent’anni, lo sai, che se vuoi puoi ancora inventartelo un futuro fuori dagli schemi, perché la vita può andare anche diversamente da come immaginavi a vent’anni.
A trent’anni hai imparato che la felicità non arriverà mai, se non comprendi che devi godere di quello che hai. Degli attimi. Che si trasformano in ricordi.
Di quando avevi vent’anni.
15 Commenti
Sono passata qui per caso. Già in un altro tuo post mi sono ritrovata tanto facilmente. Santo Facebook che riesce a farti incontrare virtualmente persone così simili…nei venti e nei trent’anni! ( e nelle serate accompagnate da spagnole in Erasmus…anche se qua non provincia non sono spagnole…magari non fanno neanche l’ Erasmus , son solo ventenni scavezzacollo ma riesci a ritrovartici lo stesso!)
Piacere di conoscerti, allora!
Articolo fantastico! Pieno di verità…ho 32 anni ed è come se queste parole le avessi avute dentro e tu l’hai scritte per me! Questo blog è bellissimo, ci sono capitata per caso attirata dal nome perché anch’io ‘vado avanti’ a vodka :)))
sei una grande!
Viva la vodka 😉
Ci sn…ma con l’aggravante che ho 40 anni…Anna
Ma su, trenta, quaranta… che differenza vuoi che faccia!
non riesco a mandarti un commento
….Lucrezia…io di anni ne ho…28+10…insomma 38…insomma quasi 40…eppure credimi sono anch’io nel limbo….così lontana da voi 30enni toniche e atletiche(sì perché sappi che la gravità continuerà inesorabile il suo lavoro) ma anche così lontana dalle 40enni affermate o “mamma casetta”….
Uff…non è che questo limbo ce lo ritroveremo ad ogni decade?!?
Io non lo so, ma qualcosa mi fa pensare che sì, ci dovremmo fare i conti a lungo!
Bellissimo post! E bellissimo Blog! Io vivo da ormai qualche anno di troppo fuori dall’Italia e mi manca davvero il modo di scrivere tutto Italiano, onesto e reale con quel tocco d’ironia (e auto-ironia). Complimenti! 🙂
Ma grazie, un abbraccio!
presente!
.. quasi 33 anni e nel limbo come te!!
Tutti nel limbo che più siamo e più ci divertiamo 🙂
Io di anni ne ho 50 appena compiuti (anche se al massimo sembro una quarantenne mi dicono tutti) e credimi mi ci ritrovo completamente in tutto quello che scrivi…il problema non è tanto l’età…. io credo che l’universo femminile sia fatto di un comune denominatore e per certi versi siamo fatte tutte un po’ allo stesso modo…siamo complicate, contraddittorie, ma maledettamente affascinanti!!!!
Sì, ma dai, 50, 30, 40… alla fine non credo ci sia questa grande differenza 🙂