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quotidianità

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Nessuna rivelazione sulla via. Solo vita

E poi succede che vivi e ti dimentichi del blog. Che poi dimentichi è una parola grossa.

Diciamo che lasci a fermentare i pensieri per qualche giorno. E dopo quattro giorni scopri che non hai avuto nessuna rivelazione, nessun risveglio improvviso con l’idea della svolta lì sul comodino. Continua a Leggere

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O che bellu cafè

La mattina io mi sveglio prima degli altri abitanti della casa.

Sgattaiolo in cucina cercando di non svegliare il nano spiaggiato nel nostro letto, accendo lo scalda biberon, in punta di piedi entro in bagno, mi lavo e mi trucco. Torno in cucina e metto su il caffè. Continua a Leggere

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Non aprite quella porta

Ci sono cose che capisco ed altre che sfuggono totalmente alla mia comprensione.

Capisco, ad esempio, perché mio figlio ami così tanto stare in giro, in mezzo ai miei amici e al casino.

Capisco da chi ha ripreso quella testardaggine che sta diventando ogni giorno un po’ più acuta. E preoccupante.

Capisco perché gli piace tanto la musica, capisco la sua golosità e da dove, anzi da chi, gli proviene tutto quell’amore per i cani.

Capisco quei due occhi che dicono più di tante parole, intensi e profondi.

Capisco la sua attrazione per i supporti tecnologici e, se proprio mi impegno, anche quella per la campagna.

Ma c’è una cosa che proprio non capisco. Non capisco perché ogni volta che io apro la porta del bagno lui inizi a gattonare a tutta velocità per infilarsi nel piccolo spiraglio che, povera me, mi lascio dietro.

Manco fosse la porta d’ingresso di Disneyland Paris. O della cucina all’ora di pranzo.

E nemmeno sa (ancora) aprire i rubinetti del bagno. No, lui si mette lì, davanti alla doccia chiusa e la guarda. Poi si mette in piedi vicino al bidet e guarda pure quello. Per poi passare al water che, c’è speranza per tutti davvero, nelle ultime settimane ha sempre la tavoletta abbassata e il coperchio chiuso ché se accidentalmente restasse aperto lui ci infilerebbe dentro la testa e tutto quello che viene dietro.

foto copiatipico pomeriggio passato nella stanza proibita, yuhuuu

E io non sono mai stata una che in bagno ci passava la vita. Mi piace prendermi cura di me, ma sono veloce nel farlo e no, decisamente il bagno non è la mia stanza preferita.

Allora mi dite da dove gli viene questa attrazione fatale?

E mentre ci pensate voletemi bene mentre, seduta sulla tazza del cesso, medito davanti ad un box doccia chiuso su come togliere il calcare più tenace.

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Tornare a casa

ATTENZIONE: Questo post non va letto come una resa nei confronti della maternità né come un ammissione del sentimento di Nano missing provato in questi giorni durante i quali sono stata benizzzimo, sia chiaro.

Tornare a casa ora non è come prima.

Tornare a casa non è solo tristezza che ti strizza lo stomaco.

Tornare a casa non è solo lasciare indietro panorami che ti accarezzano gli occhi. E il cuore.

Tornare a casa non è solo stancarsi al pensiero di quello che sarà domani.

Tornare a casa non è solo la nostalgia di quello che abbiamo appena lasciato.

Tornare a casa è un abbraccio morbido e piccolo, stretto, stretto che ti dice mamma non mi lasciare più.

Sorrisi, bacetti, smorfie.

E una notte fatta di poche ore di sonno.

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Fortemente allergica

a qualcosa che c’è nell’aria e che non mi fa respirare, che mi fa gonfiare gli occhi, piangere e starnutire.

Un po’ come:

– i libri di Fabio Volo in libreria;

– l’odore del ragù;

– le ragazze che indossano una 38;

– le mamme perfette, esent’occhiaie e unghie laccate;

– la gente spocchiosa e troppo sicura di sé;

– iniziare la giornata con un cappuccino bollente. E senza schiuma;

– la meritocrazia che non paga quasi mai;

– l’arroganza;

– le calze velate;

– il mezzo tacco;

– l’ecopelle, la lycra e l’acetato;

– Barbara D’urso;

– la montagna di piatti da lavare;

– le chiavi di casa che si infilano sempre nell’ultima tasca, quella più nascosta, della mia borsa;

– la prova costume;

– la gente che non risponde al telefono quando la chiami;

– chi pensa che si possa avere tutto e subito;

– la testardaggine ottusa. Quando non è la mia.

 

E voi a cosa siete allergici?