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Littizzetto

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Sanremo ai tempi dello Zecchino D’oro

Tutto questo gran parlare di Sanremo mi ha fatto pensare alla deriva musicale nella quale stiamo vivendo da qualche mese a questa parte. L’arrivo di un bambino, si sa, comporta dei cambiamenti, le abitudini si modificano, che poi non è che perdi il controllo sulla tue cose, semplicemente, il controllo passa in mano di qualcun altro.  Poi scopri che non tutto è perduto, che tutto si può fare lo stesso solo con qualche sacrificio in più. 

Quasi tutto. Perché ci sono cose, come il rock ad esempio, alle quali puoi tranquillamente fare ciao ciao con la manina sperando che, il vostro, sia solo un arrivederci e non un addio. Che magari fra una decina di anni potrete tornare al vostro rapporto d’amore con la vostra musica. La vostra e non quella di Donatello il martello.

Che al momento è al primo posto tra le hit del momento. Sono Donatello, sono proprio un bel martello è la melodia che ci sta, appunto, martellando gli zebedei da un paio di settimane a questa parte.

Testa, spalla, ginocchia, piedi è, invece, la nostra (per nostra intendo mia e del Coinquilino) canzone preferita tra quelle cantate da Pancino, Il Cagnolino sulla quale ho improvvisato balletti che Don Lurio impallidirebbe. Ma anche le Kessler a pensarci bene.

Se invece siete più melodici Fai la torta pasticciere sempre del suddetto cane rompiballe è la canzone che fa al caso vostro. Anche in questo caso piroette che Anbeta scansati.

Per gli amanti dei ritmi caraibici appuntamento fisso con Oca Cuocarina, una sorta di Benedetta Parodi col becco, che canta le sue ricette su base di questa salsa ipnotica che ha conquistato tutta la famiglia. Altro che la Carrà.

Mentre per addormentarsi meglio c’è l’intera sigla di Pippi Calzelunghe. Cantata da me, però, che rivisito il testo continuamente con un umorismo che Lucianina Littizzetto nun te temo.

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Littizzetto che, tra l’altro, per calcare il palco dell’Ariston si è vestita ispirandosi alla vera beniamina musicale di casa nostra: Peppa superstar che, non solo ha colonizzato le nostre tv con le maratone di cinque, e dico cinque, episodi alla volta con tanto di sigla iniziale e sigla finale per ogni episodio, ma anche i nostri iTunes grazie al graditissimo cd delle canzoncine di Peppa Pig regalo degli zii (vi odio, sappiatelo) che, statene certe, rispunteranno fuori, all’improvviso, durante quella riunione di lavoro durante la quale state cercando di darvi un tono.

E ancora Il più agile che c’è si chiama gatto, Sotto lo zampino c’è Celestino e Due occhi belli, che solo a scriverle mi viene voglia di cantarle a squarciagola, sono solo alcune delle canzoni con testo decisamente bislacco che mi ritroverò a canticchiare senza nemmeno farci caso. Più tardi. In ufficio.

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Ecchevidevodire, non ci sono più i Bee hive di una volta!