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Mamma

Mamma, oggi è la festa della mamma e non è che ora che sono mamma mi sono dimenticata di festeggiare te, mamma. Ché tu ogni anno non vuoi essere festeggiata perché il tuo è un lavoro dovuto, ma poi se non ti regaliamo nemmeno un fiore ci resti sempre male. Ci resti sempre male. E solo ora lo capisco.

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Solo ora capisco che le mamme non diventano perfette, di colpo, in quell’istante nel quale la loro vita cambia per sempre. Ora lo capisco quante volte una mamma sbaglia pensando di far bene. Ora lo capisco quanta fatica c’è dietro a quei sorrisi di mamme, a quelle carezze dolci. Ora lo capisco quanto stanchezza c’è dietro a quella responsabilità.

Ora lo capisco che le mamme sono prima di tutto donne.

Solo ora lo capisco. E ti amo ancora di più.

Auguri mamma.

 

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Ah l’amore questo folle sentimento che

vomitare

C’è stato quello che sei troppo impegnativa per me;

C’è stato quello che sei l’unica per me. Fino a stasera;

C’è stato quello che ti lascio perché ti amo troppo;

C’è stato quello che ti lascio e basta. Senza nemmeno avvertire;

C’è stato quello che non ti fare strane idee;

C’è stato quello che sto bene con te. Ma non troppo;

C’è stato quello che sto bene con te. Ma c’è un’altra;

C’è stato quello che sto bene con te. Ma c’è un altro (anche se lui ancora non lo sa);

C’è stato quello che siamo troppo amici;

C’è stato quello che sì, però ora dormiamo;

C’è stato quello che quello che sono quando non ci sei è solo una maschera;

C’è stato quello che mi piace di più la tua amica;

C’è stato quello che è stato l’ex della tua amica;

C’è stato quello che il mio passato è ancora presente;

C’è stato quello che sono troppo sensibile;

C’è stato quello che vorrei ma non posso fidarmi di te;

C’è stato quello che tanto lo sai che alla fine torno sempre da te;

C’è stato quello che ti amo. Ma solo il venerdì notte;

C’è stato quello che era amore vero. E allora da me ha preso solo calci in culo.

Buon San Valentino a tutti.

 

Liberamente ispirato a una storia vera. La mia.

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Il rubacuori

Il nostro non è stato un colpo di fulmine. Per lo meno non lo è stato per me. Tutti a ripetermi che non appena l’avessi visto e tenuto tra le braccia mi si sarebbe sciolto il cuore e sarei caduta in un amore profondo, unico e senza ritorno.

Ma non è stato così. Quando mi hanno messo Pietro in braccio io ero sconvolta dal parto, terrorizzata, incredula e dolorante. Lui pure. In più era viscido e l’unica cosa che sono riuscita a pensare è che se me l’avessero lasciato sarebbe scivolato e caduto.

Le successive settimane ci siamo studiati. Ma io non sentivo nulla e più non sentivo più stavo male. Tutto era troppo difficile, troppo stancante e stava accadendo troppo in fretta. Mi mancava il tempo di capire quello che stava succedendo. Tra un pianto e l’altro il tempo non bastava.

Poi siamo rimasti da soli. Noi tre. Sono tornata da casa di mia mamma, tante lacrime e azioni ripetute come fossi un automa, senza anima. C’era l’istinto di protezione, quello sì, verso un batuffolo indifeso che aveva solo bisogno di me. Ma nessun amore che ti travolge.

Poi siamo rimasti da soli. Noi due, per una settimana. E piano piano le azioni da automatiche si sono trasformate in volontarie, volute e si sono riempite di tenerezza prima, di amore poi. Ci siamo toccati, lui mi ha toccato e tutto è diventato un po’ più facile.

I colpi di fulmine, per quanto io nella mia vita ne sia stata colpita un migliaio di volte, non sono destinati a durare, è questa la verità. Il cuore del tuo amante va rubato a poco a poco a forza di manine appiccicose, sorrisi sdentati e smorfiette buffe.

Photo          La maglia/body del rubacuori è di BabyGap (grazie Francesca), i pantaloni H&M

E comunque resta il fatto che è lunedì e io non vedevo l’ora arrivasse per lasciare per mezza giornata il Nano dalla Santanonna!