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Di aspiratori nasali, aerosol ed altre torture

Ieri sera ho postato su Instagram una foto dell’aspiratore nasale che mi stavo approcciando, con tanto coraggio, ad utilizzare. Ne è nato un mini dibattito tra le mamme che benedicono e quelle che maledicono questo arnese. Io, come al solito inesperta e poco navigata, mi trovo nel mezzo.

aspiratore nasale

Siamo al secondo raffreddore del Nano e se c’è una cosa che ho capito è che niente è più indisponente, fastidioso e difficilmente gestibile, secondo solo alla dentizione, come il raffreddore. Soprattutto di notte. Il problema sostanzialmente è che per il raffreddore non c’è cura (al meno a quanto ne so) se non il tempo e la pulizia delle vie respiratorie. Pulizia che spesso, ne sono convinta, è  una barbarie. I metodi sono fastidiosi e non credo ci sia bambino che, nei primi mesi, si approcci volentieri a soluzione fisiologica &Co.

Pietro, almeno, piange e urla talmente forte quando gli spruzzo la soluzione fisiologica che praticamente vanifica l’efficacia dell’aspiratore nasale chiudendo, quasi del tutto, il nasino. Con l’aerosol non ho ancora provato perché non posso avvicinargli nulla al naso senza generare reazioni isteriche. Anche perché gli effetti di questi metodi non sono immediati.

Però ho piena fiducia nell’aspiratore nasale. Sarà, forse, perché mi ricorda tanto quei lunghi tubicini che, anni fa, ad una festa, utilizzavamo per bere direttamente dal boccione del vino?

Voi l’avete mai provato per aspirare muco, dico?