Ieri ne parlavo con una persona che stimo. Pur conoscendo poco. Lei mi diceva che il posto fisso è una gran fortuna ma se “nasci freelance” questa cosa non puoi ignorarla. Io le rispondevo che, pur non “essendo nata freelance”, stavo arrivando a conclusioni simili alle sue.
È un po’ che ci penso. Da quando ho il blog leggo di madri, donne, che si sentivano strette nelle loro pur meravigliose aziende e che da un giorno all’altro hanno deciso di iniziare a lavorare per loro stesse. ‘Ste pazze ho sempre pensato. E per fare cosa mi chiedevo.
Poi arriva un’idea. Ne arriva un’altra, poi un’altra ancora. Che tu, come tutte quelle donna là, pensi sia quella vincente. Quella che ti svolterebbe. Quella che ancora in circolazione non ce n’è. Quella che potrebbe portarti serenità nei ritmi e nelle finanze.
La mia situazione è strana. Ho una partita iva ma, diciamo, un cliente più importante di altri, che mi occupa quasi tutto il tempo e per il quale lavoro con un ruolo di, diciamo, responsabilità. Poi ho anche alcune piccole collaborazioni giornalistiche ma avendo, appunto, questo cliente più grande, ho poco tempo da dedicare al resto. In pratica non ho mai vissuto la vera vita della freelance. Ho saltato la staccionata senza saltarla del tutto.
Non ho mai avuto il desiderio di lavorare per me stessa. L’idea che qualcuno decidesse di farmi lavorare per la sua azienda mi ha sempre fatto pensare che avessi un valore. E comunque delle linee guida da seguire. È il non sentirsi abbandonate, il non sentirsi perse. Sentirsi parte di qualcosa.
Però. Però. Però qualcosa di muove. Non so cosa sia. Non so se è il fatto che tutte le donne “nascono freelance” o, più semplicemente, che tutte le mamme, prima o poi, sentono il bisogno di passare, non dico tanto, ma un po’ di tempo con i figli.
Se è presunzione o voglia di dire questo l’ho fatto io.
Se bisogno di sognare in grande, senza nessuna limitazione.
O semplicemente nunnepossopiù.
23 Commenti
“Non so se è il fatto che tutte le donne “nascono freelance” o, più semplicemente, che tutte le mamme, prima o poi, sentono il bisogno di passare, non dico tanto, ma un po’ di tempo con i figli.”
parole santisisme e che mi rimbombano troppo spesso in mente…
Però non si può nemmeno decidere di prendere e cambiare tutto per un solo momento che presto passerà. O no?
eh chi lo sa…certo è che se non stai bene dove sei la vocina che ti dice di buttarti si fa sempre più forte…
mah, boh, forse, ma poi.
ti devo raccontare qualche news.
È che forse, quando hai un figlio, arriva il momento in cui inizi a chiederti se ne valga davvero la pena. Di uscire di casa alle 7 di mattina e ritornare alle 7 di sera. Di lasciare tuo figlio al nido, ai nonni, alla baby sitter. Di correre per essere sempre in ritardo. Di non avere mai tempo per nulla. Di non poterlo gestire, il tempo. Di perderti piccole cose, che però sono importanti. E cominci a pensare che forse puoi rivedere le tue priorità, anche perché nel frattempo le tue priorità sono cambiate, tu te ne sei resa conto e vuoi cercare di capire se puoi fare qualcosa. Prima di esserne travolta.
Ma, sai, non sono convinta che alcune cose possano davvero essere cambiate. Boh, tanto stanca io.
Posso raccontarti la mia esperienza: 3 anni in uno studio di architettura in Italia con orari tosti, silurata perché incinta e quindi non più appetibile, mi sono rimessa in gioco già durante la gravidanza ed ho iniziato la libera professione. Per i primi 3 anni è stata dura ma ho ottenuto delle belle soddisfazioni e mi sono goduta la mia primogenita. Con l’arrivo della secondogenita e complice la crisi in Italia, la mia vita lavorativa era diventata solo tanta fatica, tanta solitudine e tante spese. Pochi mesi fa la svolta verso l’Australia, un inizio di nuovo come freelance ma con il chiaro obiettivo di tornare in uno studio con un capo e dei colleghi con cui confrontarmi, discutere, bere un caffè o mangiare un panino. La piccolina va già al nido due volte a settimana, nei prossimi mesi aumenterà la frequenza e forse prenderemo una ragazza alla pari. Io sono ovviamente stanca ed abbastanza alla rincorsa, ma felice e desiderosa di questo nuovo inizio. Credo che non esista la soluzione perfetta in assoluto, ma che dipenda molto dalla specifica situazione: se senti che è la cosa giusta per te e per il tuo bimbo (visto anche il precedente post sul nido), provaci e vedrai che andrà bene 😉
grazie del tuo racconto. sono nel mio momento boh… vedremo di capirci qualcosa 🙂
Questo post arriva proprio in un momento in cui sto pensando proprio a creare qualcosa di mio… Ho una bimba di sedici mesi e un lavoro che non mi soddisfa. Chissà se è solo un periodo. Fatto sta che se anche lo fosse, è un periodo che si presenta di frequente!:)
magari passerà, magari no. io ti faccio comunque l’in bocca al lupo
tutte le donne nascono freelance” o, più semplicemente, che tutte le mamme, prima o poi, sentono il bisogno di passare, non dico tanto, ma un po’ di tempo con i figli….no parole che mi passano nella mente ogni giorno, ogni istante della mia vita. Mi ritrovo in te. Grazie della tua condivisione!!!!
Grazie a te. Un abbraccio
penso che con i figli cambiano le priorità, che tra un pianto e l’altro ti rendi conto che avresti bisogno di orari più flessibili per evitare di arrivare sempre tardi , per evitare di vedere già da piccolissima negli occhi di tua figlia l’orrore di una mamma esaurita sull’orlo di una crisi , mi fermo ma le motivazioni sono tante qindi viva chi riesce ad essere free l. almeno puoi gestire in maniera diversa la tua vita un abbraccio
Un abbraccio a te
Secondo me hai proprio ragione. Nel post e nei commenti!
Mi riconosco un po’ nella tua situazione, cliente principale e piccole collaborazioni giornalistiche. In realtà a me la cosa mette paura perché mi chiedo sempre, ma se quel cliente dovesse fallire o comunque rimpiazzarmi per qualche oscura ragione? Ecco che essere freelance paradossalmente, dal punto di vista professionale, rende il futuro meno stabile ma più certo. Insomma, non ti possono mollare tutti in un solo colpo! E perquanto riguarda i bimbi, è decisamente meglio, ci si organizza con più elasticità. Se poi si tratta di un lavoro totalmente da casa, ci sono pro e contro. Perché si tende all’isolamento, ne so qualcosa nell’ultimo periodo!
beh sì, però io ho pure un orario di lavoro, flessibile per carità ma nemmeno troppo, e quindi io il lavoro vero vero da freelance non l’ho mica mai vissuto. Eh, boh, mi piacerebbe scoprirlo. Senza rinunciare alle entrate fisse
Io sto bene come dipendente, ma lavoro in un’ azienda per la quale le esigenze personali sono al primo posto e questo fa tanto 😉
Beh, ne sono sicura. A volte le proprie ambizioni coincidono con quelle dell’azienda e tutto va bene, ma purtroppo non sempre è così!
Non so cosa sia… davvero non saprei dirlo. Posso solo dirti che sono una di quelle pazze… e che il momento di ordinaria follia che mi ha spinta dove sono ora lo auguro a chiunque! In bocca al lupo!
Crepi. Ci sentiamo presto. Un abbraccio
Ciao…se sono qui è perché sono nel momento fatidico…sono ancora dipendente ma sto lavorando parallelamente per lanciarmi nel mondo freelance….non sarà certo facile ma di questi tempi non è facile nemmeno sotto “padrone” perché di quello si tratta….ti pagano e quindi si prendono la tua vita…
Ciao, io eviterò di dare consigli indesiderati. I miei primi mesi da “freelance” sono andati bene, ma che ti dico, l’ansia del domani è tanta, sempre presente e gestirla non è sempre facile. Io comunque faccio il tifo per te.