Nove motivi per cui un giorno io lo lascerò

AVVERTENZE: tempo fa scrissi un post dal titolo assai poco evocativo “I nove motivi per cui Lui un giorno mi lascerà” (se lo volete leggere lo trovate qua).Volevo precisare che, nel frattempo, non sono stata lasciata per nessuno dei motivi elencati, in generale non sono proprio stata lasciata, ma le suddette questioni continuano ad aprire, ciclicamente, drammatiche discussioni familiari che finiscono regolarmente con la miglior tecnica di difesa di sempre: l’attacco. Ecco il perché di questo post.*

Le colfiti. Quelle sindromi che, improvvise e devastanti, lo colgono saltuariamente. Lui, disordinato cronico, entra in trans e si trasforma nella colf perfetta. Inizia a sistemare, buttare, pulire, lavare, cercare e, sostanzialmente, rompere le scatole per il mio disordine. Le colfiti se ne vanno all’improvviso, così come sono arrivate, restituendo l’uomo che era. Distratto. Disordinato.

Il vado piano. Che lo coglie nei momenti meno opportuni. Tipo quando la mattina sono in ritardo e lo trovo seduto sul letto a fissare il cassetto dei calzini. O tipo quando abbiamo un aereo da predere e lo perdiamo perché lui si è tagliato le unghie prima di uscire di casa.

Dove l’ho messo? Frase da completare con l’oggetto di turno – tra i più quotati il portafoglio e il cellulare senza dimenticare gli occhiali da sole e l’orologio – esclamata sbuffando mentre io, con figlio in braccio che si divincola, ho appena varcato la porta di casa. Questo teatrino si ripete ogni volta, fossero anche quindici al giorno, che usciamo di casa.

I rumori notturni. Io la sera leggo. Lui no. Benissimo, mi sono munita di un Kindle in modo da non aver bisogno di luce, così io non rompo le palle a lui e lui non rompe le palle a me. Il fatto di leggere, però, inevitabilmente mi fa addormentare più tardi di lui che, tradotto, vuol dire lasciarmi cullare dal suo russare. Lo so, poverino, non è colpa sua ma chi l’ha detto che la vita coniugale debba per forza passare dalla condivisione dello stesso letto?

Domani. Detto con convinzione in risposta a qualsiasi cosa vada prenotata/pensata/organizzata/comprata. E ve lo dice una che sono trent’anni che affina le arti del procrastinare .

Google Maps. Perché per lui non c’è onta più grande del fermare un passante per chiedere informazioni. Anche se non ha la più pallida idea di dove si trova. Se piove, nevica, fa un freddo boia e sta girando da due ore senza venirne a capo. No, l’uomo è lui e la strada se la trovo da solo. Al massimo si farà aiutare dall’iPhone.

La puntualità. Che ho perso a causa sua. Credo che il suo problema, in realtà, sia molto semplice. Confonde l’orario dell’appuntamento con quello in cui bisognerebbe uscire di casa. Per capirsi, se deve essere a cena alle nove lui alle nove esce di casa. Le ho provate tutte. Barare sull’orario, rimettere le lancette dell’orologio dieci minuti avanti ma niente. Se lui fiuta l’anticipo è la fine. E a quel punto la mezz’ora di ritardo si trasformerà drammaticamente in un’ora.

 

*Sì, ok, la lista comprende solo sette punti, ma il nove nel titolo mi serviva per non sfigurare dato che lui di motivi per lasciarmi ne ha ben due in più.