Quante volte l’avete pensato? Quante volte detto? Quante volte avete usato questa frase per punire la vostra arcigna genitrice, nemica suprema della vostra adolescenza e della vostra sfrenata voglia di libertà? Quante volte ve lo siete ripetuto come un mantra, pensando che la vita era molto più semplice di come la vedeva lei e che no, voi non avreste mai, mai, mai, mai sottoposto vostro figlio a quella tirannia lì? Quante volte piangendo al buio, in camera, avete sostenuto con forza che sareste stati genitori migliori di lei?
Ecco mamma, se sei all’ascolto, questo è il momento in cui puoi chiedermi il conto (in parte) della nostra lunga storia d’amore. Perché un conto, alla fine, lo si paga sempre. E se non lo si paga, comunque due somme le tiriamo lo stesso. E io facendo due conti, rapidi eh, mi accorgo che pian, piano mi sto trasformando in te, mamma. Pian piano sto diventando mia madre.
Ora non voglio dire che ci sia qualcosa di male. O di bene. Solo che sta accadendo. Che mi sono ritrovata da: “voglio fare come mi pare” a “metti la canottiera” nel tempo di tre o quattro serate in discoteca e due cocktail.
Sono quella che dice: “No“, quella che sbuffa la sera: “Perché bisogna preparare la cena“, quella che: “Se non ci fossi io a portare avanti la baracca“. Quella che, fra qualche anno, di sicuro se ne uscirà con la frase per eccellenza, baluardo di tutte le italiche madri, ovvero: “Questa casa non è un albergo“, lo so. Quella che, sono diventata una rompicoglioni senza accorgermene.
E va bene così. Va bene perché, se l’accoppiata madre figlio all’inizio è casuale, poi non è solo un pezzettino di scotch a tenerci unite. Sono le lacrime, il sangue, i sorrisi. Gli anni passati a maledire un genitore perché quelle mura erano troppo strette per restarci tutta la sera. Quell’amore incondizionato che si nasconde dietro ai no, alle punizioni, alle restrizioni. Quell’amore incondizionato troppo difficile da afferrare. Se non fosse per il fatto che ora sono lei.
15 Commenti
Mi é quasi uscita una lacrimuccia… ma sono gli ormoni, sono gli ornomi da donna incinta.
Io con mia madre ho un rapporto strano ancora adesso.
Attualmente sono una madre diversa dalla mia, o almeno dalla mia versione post separazione.
So di non essere come mia madre perché spesso e volentieri lei si stupisce di quello che faccio con mio figlio.
Peró lui non ha neanche due anni, ho ancora molto tempo davanti a me..
Beh, anche la mia si stupisce ma solo perché (secondo me) non si ricorda di tante cose. Perché non ci si ricorda mai di tante cose 😉
Io le parole “questa casa non é un albergo” le ho già dette. A un bambino di 2 anni e a suo padre, contemporaneamente, ammirando sbigottita il caos dopo mezza mattinata da soli.
Dalla seconda volta in poi io sono mezza rassegnata e loro cercano di rimettere a posto.
Io ho due figli, tre anni uno e sei mesi l’altro. Per l’età media delle mamme milanesi non mi ritengo manco particolarmente age’. Eppure sta già accadendo. La mutazione ha già avuto inizio e non posso farci nulla. Io mia madre la amo, e tanto! Ma come tutte le mamme sa avere una “pesantezza” tutta sua, perché credo di aver capito ormai faccia parte del ruolo! La danno in dotazione nel momento in cui ci diventi. E quindi eccomi rompipalle come non lo sono mai stata.
Soprattutto sono andata in fissa con l’ordine. Io. Che a quella povera donna lasciavo la camera che manco dopo un rave party!
Ora provo fastidio fisico a vedere il tappeto storto! E sbuffo anch’io al momento della preparazione della cena. Tanto.
E soprattutto la maglia della salute, le tre ore prima di fare il bagno dopo aver mangiato, il “copriti che fa freddo” o “occhio che sudi”…
E posso solo peggiorare temo! Ma in fondo, come dici tu, si tratta d’amore. Perciò ad oggi, a discapito di quando alzavo gli occhi al cielo, dico grazie!
E grazie anche a te per i sorrisi strappati. Ti scopro ora, sono una neofita dei blog. Ma mi sei già stra simpatica!
Sicuramente ti leggerò… Spero avrai voglia di passare a trovarmi qualche volta!
http://www.riccicapricci.net
Ecco, hai ragione. Al momento del parto c’è il passaggio di testimone… della pesantezza. Mannaggia, hai ragione pure sul fatto che non possiamo che peggiorare. Ma come si fa???
Ti leggo volentieri.
oggi mi hai fatto piangere!
🙂
Ormai faccio parte anche io del club e me ne sono accorta qualche giorno fa quando a mia figlia 5enne, che a volte ne dimostra 15, ho propinato un bel:” A me non importa cosa fanno gli altri” come mi dicevano sempre i miei mandandomi in bestia!!! Poi però ho aggiunto un “mi importi tu!” e mi è sembrato di aver aggiunto la parte mancante. Di sicuro anche io sono diventata bella pesante, mentre mia mamma ora è una super nonna super easy (a volte pure troppo) ed è bello che sia così 😉
eheheh. già e non sai che rabbia 😉
Io ho sempre criticato mia madre perché non mi piaceva la sua vita e ho sempre avuto una paura tremenda che la mia vita diventasse come la sua. Ebbene la mia vita, oggi, è simile alla sua. E la mia paura più grande è che i miei figli possano dire:”non voglio essere come mia madre che ha sprecato la sua vita!”
Eh, benvenuta nel club. Comunque inizio a pensare che sia una tappa imprescindibile della vita di ogni mamma
Io e mia madre siamo così diverse… una sola cosa ho preso da lei, ma ne sono contenta: una certa forza e durezza di carattere, che spesso mi è tornata utile, mi h salvato le penne e il cuore. E un carabiniere in casa, quando hai un bambino di otto anni e uno di quarantatrè è indispensabile a volte! 😉
esci dal mio cervello (cit.)
Sono esattamente come mia madre ormai da tempi immemore, con l’unica differenza che io sono molto più rompiscatole 😛
noooo… più rompiscatole della propria genitrice non è possibile. Mi rifiuto di crederci.