Quando dicevo di non essere pronta per diventare mamma mi riferivo esattamente a questo. Al fatto che non sarei riuscita a rinunciare a cuor leggero ad un fine settimana che stavo organizzando da mesi, con gli amici di sempre, per una febbre improvvisa (e parecchio inopportuna) del Nano.
Non mi sentivo pronta a rinunciare alla spensieratezza, anche se in formato ridotto, anche se della durata di trentasei ore.
Non mi sentivo pronta e non lo sono tutt’ora.
Non sono pronta ad essere in balia di nasi che colano e influenze che mi tengono in ostaggio. Che mi fanno rinunciare.
Datemi dell’egoista, forse lo sono davvero tanto, ma io, in questo momento, mi sento come se mi avessero tolto la mia ora d’aria. Quella boccata d’ossigeno che ti regala il sorriso anche nei giorni a venire.
Che si fa in questi casi? Ci si dimentica di tutto il resto solo perché ora sei una mamma? Si combatte con il senso di colpa e si evita di rinunciare? O il senso di colpa rovinerebbe comunque tutto?
Non so come vi sentite voi in questi casi, ma io oggi, più di sempre, non mi sento per niente pronta.
39 Commenti
Nessuno può dare consigli, solo portare la propria esperienza. Per come sono io, ti dico che ho rinunciato solo quando in mio figlio c’era sofferenza emotiva e non solo fisica.
Mi ricordo di quando da bambina stavo male., avevo paura e volevo la mamma, solo lei, lei coi poteri taumaturgici della sua presenza.
Non sempre. A volte.
E quindi con mio figlio ho fatto lo stesso: ho rinunciato quando lui aveva bisogno del mio ruolo, l’ho lasciato con nonni o papà quando stava male solo fisicamente.
Come facevo a saperlo? Lo sapevo, leggevo mio figlio quando era piccolo, me lo diceva lui quando è diventato più grande.
Fare la mamma non è facile, non è universale, costa fatica: la fatica di scendere a patti con sé stessi.
Io però non lo leggo mio figlio. So solo che da una parte ci sono le cose che vorrei fare e dall’altra il senso del dovere che pesa come un macigno. Un senso del dovere che penso sia solo mio e che quasi mai coincide con quello che vorrei fare in realtà. Il problema è che questa vita è molto lontana dal “vorrei fare quindi faccio” che caratterizzava la mia vita precedente. E in giornate come queste ne sento tutto il peso.
Non cerco di consolarti, ma pensa che ora lui è piccolo e questi disguidi sono nella norma. Michele si è ammalato sistematicamente in ogni viaggio fino all’età di tre anni….però, se ci pensi, tre anni passano veloci, velocissimi e poi tu avrai tutte i week end con amici che vorrai:-)))
Perché, dici che dopo i tre anni non si ammalano più?
Non lo so, ma oggi non riesco a vedere lati positivi
fai dei lunghi respiri profondi e, se ti va, qualche piantino di rabbia.
fatti mandare tante foto dell’evento, parla al telefono con tutti i tuoi amici e nel frattempo tieniti stretto Pit che ora ha bisogno di te.
ce la puoi fare.
ce la faccio io (malamente) che di ore d’aria non ne ho da più di anno.
(tipo: non venire a conoscerti è stato brutto e doloroso).
però ce la puoi fare e appena puoi, recupera quest’ora e prenditene anche una in più se puoi.
non so se queste parole ti siano di aiuto ma sono le uniche ch mi vengono dal cuore e non ce la facevo a passare di qui senza scriverti…
ah e anche un’altra cosa: IO TI CAPISCO.
certo che ce la facciamo. Solo che è dura. A giorni troppo da togliermi l’aria, appunto.
E da non riuscire più ad intravedere niente dietro al grigio
Come ti capisco…
Anche io sono mamma da un anno e la mia indipendenza, o meglio, la mancanza di essa è la cosa che più mi fa soffrire. Amo tantissimo mio figlio ma amo anche tantissimo me. E ti giuro che compatto con tutta me stessa per alterare completamente le mie giornate. Un abbraccio, luisa
Un abbraccio a te
Però è vero che il tempo passa e andrà sempre meglio. Pensa a quanto era più difficile e impegnativo da gestire Pit solo un anno fa.
Sto pensando a cosa mi farebbe piacere sentire se fossi nella tua situazione ma… Fatti una birra ghiacciata appena puoi. Ecco.
Non mi va nemmeno la birra. Sono proprio messa male.
Il male minore. Questo è l’unico faro nella nebbia, secondo me. E intendo il TUO male minore. Cosa ti rende più triste? Restare a casa rosicando, oppure partire col senso di colpa? Soppesa le due sensazioni, se puoi farlo “a freddo” e poi fai la cosa che ti fa stare meno male. Per Pit sarà quella la scelta migliore, secondo me.
Non ho potuto soppesare “a freddo” ed ho naturalmente scelto quello che DOVEVO scegliere di fare
Mi dispiace, davvero. Pensa solo che questa frustrazione passerà. E, come ti hanno detto in tante, che Pit non avrà sempre un anno e poco. Non sarà sempre così cagionevole e nemmeno così vulnerabile (verrà il giorno in cui potrai lasciarlo anche se malaticcio, oppure portarlo con te, febbre o meno). So che non consola, al momento, ma non ho altro per provare a consolarti. Un bacio solidale.
Intanto sospenderlo dal nido per un mese e mezzo mi sembra l’unica soluzione plausibile :/
Sicuramente avrebbe piovuto tutto il tempo, avresti pestato una cacca con le scarpe belle, qualcuno avrebbe rovinato la serata con una ciucca triste… Fiuuu, meno male che non sei andata!
Adesso però cerca su internet dei biglietti per un weekend ancora più pheego, presto!
🙂
Io veramente l’aereo prenotato ce l’avrei, è che ora c’ho ‘na cazzo di paranoia che mi si porta via
Non toglierlo dal nido, è peggio. Ti limiti a spostare il problema a quando riprende.
Hanno fatto questo errore diverse famiglie che conosco senza pensare che le difese comunque vanno fatte, e tenere in ambiente protetto senza motivo (intendo bambini con malattie auto immuni ad esempio) solo perché il figlio come è normale al suo primo contatto in comunità, con persone con un patrimonio batterico diverso da quello ristretto cui è abituato, si ammala, significa solo spostare nel tempo il periodo di malattia: perché questi bambini ritirati perché si ammalano, si ammalano quando tornano dopo tot mesi, ed è peggio.
Però convieni con me nel tenerlo a casa una settimana prima dalla prossima partenza?
Ma parti se sei ancora a tempo!!
Macchè, saremmo dovuti partire stamattina
Domani arriva la mia più cara amica, sai non ci vediamo da un anno, progettavamo questo weekend da un sacco di tempo, mille telefonate per programmare la serata itinerante tra i mille locali che hanno reso unici gli anni passati assieme a pg…..Ops…Sirio dai non fare il burlone, dimmi che quell’occhio rosso fuoco lo hai fatto con i trucchi di mamma…vero??? CONGIUNTIVITE +FEBBRE. sono devastata dai pianti 🙁
Anch’io devastata. Mi sento stupida ma penso di aver avuto tutto il diritto di questo weekend. Credo che sia stata una delle rinunce più grandi che abbia mai fatto
…ed è così ,una delle rinunce più grandi che tu abbia fatto… E lo hai fatto per lui! Andare ugualmente (almeno per il mio carattere)sarebbe stato peggio…io mi sarei sentita nervosa e molto in colpa e …giudicata.
Purtroppo si,al nido ci si ammala un po’ di più …il mio topo a 9mesi prese la varicella!!!non ti dico…febbre pianti capricci difficoltà nel gestirlo in tutto e soprattutto..nottate in bianco.
Infatti è questo il punto. Al momento dall’asilo io ne ho tratto solo complicazioni
E la sensazione di aria che manca la conosco molto bene….ho sempre detto “mi sento in galera” o con ” l’acqua alla gola”…
Mi consolo pensando solo che non sarà sempre così,crescerà ,sarà più autonomo e gestibile…! Non buttarti giù !
Ma alla fine, x ste rinunce ,sacrifici,nottate,dispiaceri,salti mortali,fatiche ,frustrazioni…ma SI VINCE QUALCOSA????!!!! :/ : D
La vuoi proprio sapere la risposta? Ecco, quella risposta è: NO
…consigli? io? mmmm…come faccio io? mi sento assalire dai sensi di colpa…scelgo di restare con lei (anche perché c’ho un marito perennemente o quasi in tour, e io son quella “più libera”, spero per poco). Son partita però una olia, da sola, lasciandola a casa col papà. Era malata, son stata male nel prendere questa decisione (e vabbe’, il perenne senso di colpa che mi attanaglia), ma poi allontanarmi e sentire che stava meglio, e vivermi quell’ora d’aria tutta per me mi ha rigenerata. A volte ci vuole, e addio s.d.c.
Io non lo so, so solo che più passano le ore più la tristezza mi si mischia a giramento. E il weekend è ancora lunghissimo
eh che dire ti capisco…io sono 7 mesi che continuo a non essere pronta e continuo a “rinunciare” a cose che vorrei fare ma che non posso fare (al momento)…e sai cosa mi salva? il pensiero che prima o poi arriverà questo “magico” momento che tutti dicono, che questo “neonato” si trasformerà in bambino e che finalmente potrò riprendere in mano la mia vita…come ha detto francesca, e come mi dicono in molti quindi ci voglio credere 😉 i primi 3 anni sono i più tosti, ma tu sei già a metà strada, pensa che ce la stai per fare e fai progetti in grande per quando il tuo cucciolo sarà grandicello!!!io con mio marito penso a un tour dell’America tra qualche anno, nano al seguito, e il solo pensiero mi fa stare meglio!!! 🙂 coraggio ce la farai! 🙂
io il tour me lo farei lasciando a casa però 😉
Un abbraccio
Mi spiace e ti capisco.Come sta adesso Pit? Se sta meglio, riesci a fare magari solo domani o è una destinazione lontana? Ti abbraccio virtualmente.
Pit sta benone. Già da ieri. E sì, la meta è a dieci ore di macchina. Mi prendo l’abbraccio però
cara, sentirsi in colpa non equivale ad essere in colpa, stanne sicura! Un bacio a te a Pit e al Coinquilino
Fatto sta che, ancora una volta, ha vinto il senso di colpa
Il senso di colpa li avresti comunque: o con te stessa o verso di lui, io a volte rinucio a volte no.
Beh, col senno di poi dico che avrei fatto bene ad andare.
Io e te siamo state separate alla nascita. I nostri sensi di colpa sn gemelli siamesi. Io dopo un anno di nido il tipetto l ‘ho ritirato. Non riuscivo a gestire lui malato lavoro e purtroppo anche mio papà molto malato. Ora va alla materna. Vedremo…. ma cmq i sensi di colpa sn sempre li sul comodino. Anna
sì, ma mica è tanto giusta ‘sta cosa. Perché poi i sensi di colpa? Dovremmo chiedercelo più spesso e ricordarci che la perfezione non esiste. O almeno non è richiesta a noi.