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La mia routine (serale) fa schifo

Io sono un’abitudinaria, una che ama essere riconosciuta quando entra in un bar. Che inizia le sue giornate di lavoro sempre con lo stesso cappuccino e con lo stesso cornetto, entrambi take away, che al supermercato si ferma a raccontare i cavoli suoi alle cassiere perché tanto ormai mi conoscono.Però io sono anche una che si annoia facilmente. Sono vittima delle azioni ripetute sempre uguali a loro stesse. Quelle che ad un certo punto inizi a farle automaticamente, senza cuore. Mi avviliscono e mi rendono triste.

Ogni giorno esco dalla redazione e inizia una corsa contro il tempo. Fare la spesa, riprendere Pit, portarlo a casa, cucinare, mangiare, sparecchiare, preparare Pit per la notte, ingaggiare la solita lotta per farlo dormire, infilarmi il pigiama con una mano mentre con l’altra mi strucco un occhio perché all’altro ci penseremo domani. Solo un elenco di cose da sbrigare. Tutte uguali. Sempre uguali.

A malapena riesco a vedermi una puntata di qualche serie tv, un film nemmeno a parlarne. Lavorare o leggere, un lusso davvero troppo grande.

Pago lo scotto di due cose. La prima è di non essere riuscita (ancora) a dare degli orari a Pit in modo da farlo filare a letto alle nove e avere qualche ora per me. Per noi. Soluzione valida a metà perché se Pit dormisse già alle nove io lo vedrei solo un’ora al giorno. La seconda è che sono passata dal disordine all’ordine in modo non graduale. E senza sentire il bisogno di farlo. Uscire tutte le sere, mangiare cibo precotto o non mangiare proprio, sapere che ogni sera sarebbe stata diversa, o magari anche no, a me piaceva.

Ora, mi piace anche starmene sul divano. Anzi mi piacerebbe.

Non mi piace quella guerriglia frenetica in cui si sono trasformate le mie serate. Non mi piace nemmeno un po’.

Quindi stasera esco.

Domani pure.

Forse dovrei farlo anche lunedì.

 

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10 Commenti

  • Rispondi Ica 10 Aprile 2015 alle 17:22

    eheheh come ti capisco. io che avevo poca vita sociale prima (sono una tipa piuttosto casalinga) adesso meno che mai (ma domani esco!!) e dunque anche adesso: staccare da lavoro, casa (e io pendolo!), pappa bimbo, nanna bimbo, pappa noi. è vero che dorme, e quindi ci lascia un po di tempo per noi, ma cionostante la stanchezza è tale che nemmeno io riesco a vedermi un film intero in tv e rilassarmi su divano e poi c’è la cucina da mettere apposto, i panni da stendere/ritirare…. ‘na vitaccia, insomma…. forse lavorare un po di meno così che facciamo le cose con un pochino più di calma e poi anche uscire? no, eh??

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 10 Aprile 2015 alle 17:24

      Bo, dici? Io mica l’ho capito ancora qual è la soluzione…

  • Rispondi marghe 10 Aprile 2015 alle 17:37

    lavorare meno, lavorare tutti! 😀
    io sogno di passare entrambi, io e il mio principe azzurro, a un part-time, così potremo passare più tempo col piccolo principe e trovarne per noi…

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 10 Aprile 2015 alle 18:31

      Già. Ma c’è chi pagherebbe per un lavoro a tempo pieno 🙂

  • Rispondi Mummyinprogress 11 Aprile 2015 alle 7:38

    Benedetti gli iPhone, gli smartphone e chi li ha inventati! È da dicembre che vado a letto con l’Inquilina, da quando le sono iniziati a spuntare i denti… In 8 mesi ne ha messi sei, per carità, ha pure le sue ragioni se vuol fare la nanna con la mamma. Peccato che la vuol fare in un’orario che va dalle 20 alle 21,30 al massimo (altrimenti si assiste a scene di disperazione del tipo lamenti mani sfregate sugli occhi e sulla testa…). E io mi metto a nanna con lei, col mio IPhone in mano. La mia finestra sul mondo. Tengo duro, fino all’estate che poi la porto a dormire a passeggio la sera!!!

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 12 Aprile 2015 alle 17:03

      Sì, dai, confido anch’io nella bellissima stagione

  • Rispondi Mammachestorie 11 Aprile 2015 alle 15:49

    Quando penso al tempo, mi trovo sempre ad invidiare la generazione dei miei genitori, quando lo stereotipo della famiglia felice prevedeva la mamma casalinga che preparava le torte e il papà che tornava a casa alle sei dall’ufficio. Negli anni del boom, la crescita rendeva – o sembrava rendere, perché le vite degli altri sembrano sempre più facili – tutto più semplice. E forse si riusciva a godersi di più le cose. O è solo che l’erba del vicino è sempre più verde?

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 12 Aprile 2015 alle 17:03

      è come scrivi te. tutto era più facile perché tutti (o quasi) si accontentavano di quello che avevano

  • Rispondi Sara 13 Aprile 2015 alle 2:48

    Quando si hanno per casa piccoli nanetti urlanti è così, cosa ci vuoi fare. Anche le mie serate – per non dire nottate – sono simili. Ma tutto sta nel godere di quel che si ha e si fa. Almeno per me questo è il segreto. Il piacere di una fiaba, di un cartone guardato insieme sul divano, di una lotta all’ultimo solletico sul tappeto… Può essere divertente!
    E poi, almeno una volta ogni mille anni, si fa: si chiamano i mitici nonni-sitter o la santa tata e ci si concede una serata. Si ricaricano le batterie almeno per qualche ora!!!!!

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