La festa

Sabato sono stato ad una festa. Ci sono andato con la mia mamma e il mio babbo. E poi c’erano anche tutti i miei amici. La mamma e il babbo dicono che quelli sono i loro amici ma non è così. Infatti quando ci sono io loro giocano tutto il tempo con me e, con la mia mamma e il mio babbo, non ci giocano mai. Però io non glielo dico alla mia mamma e al mio babbo che quelli sono amici miei sennò loro ci rimangono male e diventano tristi.

Alla festa abbiamo mangiato. A dire la verità loro hanno mangiato, io avevo mangiato a casa prima di andare alla festa perché le cose che si mangiavano alla festa a me non piacciono. E poi servono i denti per mangiarle e io di dente ne ho ancora solo uno.

Poi abbiamo bevuto. La mamma, il babbo e i miei amici hanno bevuto ma anch’io. Alla festa io ho bevuto un bel biberon di latte solo che tutti mi guardavano bere e io non capivo che cosa avessero da guardare: non avete mai visto qualcuno bere latte prima di andare a dormire?

Alla festa c’era anche una bambina, piccola però. Quella bambina aveva solo sette mesi e mezzo, mica nove come me. Io ci ho giocato lo stesso anche perché aveva dei giochi bellissimi e a dirla tutta anche lei era proprio carina. Ad un certo punto, pensando che nessuno mi vedesse, ho anche provato a spogliarla perché quella bambina aveva delle calzamaglie grigie che io gli invidiavo proprio e avrei volute metterle io. Tutti si sono messi a ridere e io non ho capito perché ridessero tanto. Io volevo solo quelle bellissime calzamaglie.

La festa è finita quando la mia mamma e il mio babbo hanno iniziato ad avere sonno. Così mi hanno messo il pigiama e hanno detto a tutti che andavamo a casa perché io ero stanco. Ogni volta la stessa storia: loro vogliono andare a casa perché hanno sonno e dicono a tutti che sono io ad essere stanco.

Mamma, babbo, ve lo dico una volta per tutte: io alle feste non mi stanco mai. E poi, per favore, smettetela ogni volta di mettermi in pigiama davanti a tutti i miei amici che poi io mi sento piccolo e mi imbarazzo!

 

A me piace immaginarla così