Ricordo con nostalgia i bei tempi andati del vado a cena fuori. Quando ci si sedeva alle nove dopo due aperitivi e ci si alzava a mezzanotte. In mezzo le chiacchiere in tranquillità, alzarsi per fumare una sigaretta o anche tre, mangiare lentamente.
Quando mangiavo quello che avevo nel piatto ancora caldo, non dovevo raccogliere posate lanciate per 400 volte nell’arco di due ore né schivare i bicchieri pieni di vino rosso rovesciati. Quando ancora non ero una brava contorsionista e a tavola sedevo composta senza nani da addormentare con una mano mentre con l’altra provi a tagliare quello che di commestibile resta nel piatto.
Quando non avrei mai pensato di dire: “La prossima volta porto l’Ipad”
“Mamma ho in mente una cosa: tirare via la tovaglia senza far cadere i bicchieri che ci sono sopra”
3 Commenti
Ti capisco…ma quanto ti capisco… e ne riparliamo quando camminerà … Altro che freddo, proprio non lo ritroverai più il cibo sul tavolo che già hanno sparecchiato e te che giri per tutto il ristorante dietro al nano che corre neanche fosse all’autodromo!!!
ecco grazie. ora mi sento profondamente sollevata!
massima ammirazione solo perchè ti avventuri in un ristorante con il nano. io esco a cena con gli amici solo se sono in numero sufficiente a spartirsi equamente lo gnomo e le sue esigenze di “moto perpetuo” durante la serata senza che io ne esca più stressata di prima. altrimenti io e il padredignomo si esce a turno. tristesse.