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Il problema è che te ne dimentichi in fretta

Il problema è che te ne dimentichi in fretta. Ti dimentichi degli occhietti lucidi, del muco giallognolo che viene pulito puntualmente con la manica della sua felpa. Della tosse che ogni volta ti aspetti che sputi un polmone da un momento all’altro. Delle notti insonni che ne hai avute un milione da quando è nato tuo figlio ma quelle senza sonno perché lui ha la febbre alta sono le peggiori e ti lasciano le ossa molli e il cervello in pappa. Ti dimentichi delle interminabili sessioni di aerosol, delle acrobazie per fargli ingurgitare la medicina, dell’agonia ché ogni volta è sempre come la prima febbre.

Ti dimentichi di quanto sia difficile spiegare ad un bambino di quattro anni come si fa a soffiare il naso. Di quanto siano strazianti le gastroenteriti e le attese, in fila, dalla pediatra.

Del fatto che i tuoi programmi, i tuoi impegni, le tue scadenze non conteranno più nulla perché la tua vita per svariati giorni sarà ostaggio di un termometro. Oppure dei sensi di colpa, se proprio non puoi rimandare e a misurare la temperatura di tuo figlio ci lascia qualcun altro. Del fatto che tu vieni relegata al ruolo di materasso dove fargli passare il tempo ben spalmato (e cocente).

Ti dimentichi del fatto che l’occhio spento, seguito dal primo colpo di tosse, nei vostri figli apparirà sempre alla vigilia del weekend, il venerdì mattina solitamente, o di qualche gita, vacanza, concerto della vita, scadenza improrogabile. O del Natale. E del fatto che l’influenza se ne va con la stessa facilità con cui arriva, puntuale, la domenica sera. O passate le feste. Da un giorno.

Il problema è che te ne dimentichi in fretta di quanto i bambini siano piccoli untori e i loro virus letali per te che sei solo un adulto.

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