Blog

Il coraggio che ad un figlio si trasmette solo con il coraggio

Io non sono una donna coraggiosa, anzi. Mi piace esagerare, alzare il volume al massimo, vivere ballando. Eppure sono piena di paure. E la paura, si sa, non va d’accordo con il coraggio. Ho paura di non essere all’altezza, ma sopratutto di vedere soffrire chi amo che è uno dei regali che mi ha fatto la maternità.

Non ho però mai avuto paura di buttarmi. Cioè, ho sempre avuto paura di buttarmi, ma non mi è mai mancato il coraggio di farlo perché troppa era la curiosità di sapere come fosse, cosa ci fosse se l’avessi fatto.

Il cambiamento su di me esercita quel fascino misto di attrazione e repulsione, un po’ come i luna park e i clown, al quale non riesco mai a resistere. Non posso stare ferma e la paura di annoiarmi mi fa superare quella di mettere un passo davanti l’altro verso una direzione nuova.

La paura ce l’hai dentro, così come il coraggio, è un po’ genetica, un po’ vissuto e, di certo, è una cosa altamente contagiosa.

Il coraggio non si insegna, però si può trasmettere. E se penso a cosa vorrei insegnare a mio figlio ecco, io penso che quella cosa è proprio il coraggio. Solo che il coraggio non si insegna e per trasmetterlo a lui, devo affrontare e abbandonare la paura io per prima. La paura che si faccia male, ora. Che sbagli tutte le scelte, domani. Che soffra e che faccia soffrire. Che non sappia dire di no. Che vada troppo lontano da me e da quello che avrei voluto per lui. Vorrei riuscire a trasmettergli quella fiducia incondizionata e quella stima che servono per buttarsi serenamente, per trovare il coraggio di superare i propri limiti.

Voglio essere in grado di amarlo a tal punto da dirgli, un giorno, parti, vai lontano da me, esplora il mondo, torna solo quando hai fatto il pieno di vita. Fallo con coraggio.

Voglio avere la consapevolezza che mio figlio non è di mia proprietà. Voglio avere quell’amore infinito che serve per farmi resistere alla tentazione di tenerlo abbracciato, stretto a me, a lungo, e restare così, immobili, pur di averlo sempre sotto ai mie occhi. Osservato. Protetto. Voglio avere il coraggio per saper chiudere gli occhi, ingoiare il magone, dimenticarmi di quell’egoismo che lo vorrebbe piccolo, malleabile, vicino per sempre e accettare che presto (o tardi) da quell’abbraccio lui vorrà liberarsi.

Voglio ricordarmi che l’importante è che, quando si libererà dal mio abbraccio e andrà lontano, allora conterà solo il coraggio che sono stata capace di trasmettergli.

Precedenti Successivi

Potrebbe Interessarti:

8 Commenti

  • Rispondi Martina 3 Novembre 2016 alle 14:25

    Che bellissimo post, mi sono emozionata…
    sarà difficile riuscire ad essere forti ed ignorare il nostro egoismo che vorrebbe avere i nostri piccoli sempre vicino a noi.
    Ma questo fa parte del ruolo di essere mamme… Accompagnare i nostri cuccioli mano nella mano fino a quando non si sentiranno abbastanza sicuri per affrontare il mondo da soli… E’ come se fossimo le loro radici… Che devono essere solide e stabili per permettere all’albero di crescere e svilupparsi in tutta la sua bellezza.
    Comunque come sai, è facile scrivere di teoria, molto meno applicare la pratica. Quando penso a come sono gelosa del mio ometto di 1 anno e mezzo mi rendo conto che mi attende un grande lavoro di introspezione se non voglio sbarellare di brutto!
    Che qualcuno mi aiuti!!!

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 3 Novembre 2016 alle 19:46

      Sarà dura sì, anche se a me basterebbe la certezza di sapere che lui è felice 🙂

      • Rispondi Martina 7 Novembre 2016 alle 10:37

        Sei sicura che ti basterebbe veramente sapere che lui sia felice?
        Anche se la sua felicità si trovasse in Australia o in America latina o comunque, molto lontano da te?

        • Ceraunavodka
          Rispondi Ceraunavodka 7 Novembre 2016 alle 11:10

          Guarda sì, per lo meno adesso ti rispondo di sì. Poi quando e se mi troverò davanti a questa situazione non so come reagirò, ma davvero al momento sono convinta che lo sopporterei.

          • Martina 7 Novembre 2016 alle 15:59

            E’ già una bellissima cosa. Se riuscirai a mantenenre questa tua convinzione permetterai a tuo figlio di vivere appieno la sua vita… Con gli sbagli e le eventuali cadute che inevitabilmente ci sono ma libero da catene e sensi di colpa che troppo spesso i genitori infliggono ai figli.
            Un abbraccio

          • Ceraunavodka
            Ceraunavodka 7 Novembre 2016 alle 17:06

            Un abbraccio a te

  • Rispondi Martina 3 Novembre 2016 alle 14:32

    nelle tue parole, leggo i miei pensieri.
    questo è un argomento che mi tocca parecchio e al quale penso molto spesso, nonostante mio figlio sia ancora piccolo.
    sento che avrò bisogno di assistenza per riuscire a lasciarlo libero di vivere senza catene!
    un abbraccio e coraggio.

  • Lascia un Commento