I miei genitori quando sono nata erano molto giovani. Ma non giovani come dico di essere io, giovani davvero. Giovani tipo che avevano diciannove anni e che si sono ritrovati genitori inaspettatamente e no, il punto non è che la Durex non ha mai trovato il proprio cliente ideale nei componenti della nostra famiglia, ma un altro. Il punto è che a diciannove anni hanno vissuto la loro genitorialità come potevano, con i mezzi che avevano e con il grande aiuto delle loro famiglie.
Che è un modo tutto sommato carino per dire che spesso, volentieri e pure giustamente mi “parcheggiavano” dai nonni.
Di sera, quando uscivano come dovrebbe essere nel diritto costituzionale di ogni ventenne, ma anche per tre settimana consecutive quando partivano per i loro viaggi dall’altra parte del mondo perché pure quello di viaggiare, si sa, è un sacrosanto diritto di ogni giovane (ma pure meno giovane) coppia di amanti, e così via per i miei primi dieci anni di vita. Fin quando, cioè, non sono nati prima mia sorella e poi mio fratello. In pratica io sono stata una bambina spesso “parcheggiata” dai nonni. Una bambina tutto sommato felice che, per carità, non sempre saltava di gioia quando non stava con la sua mamma, ma che alla fine era ben contenta di godersi tutte le attenzioni e i vizi di nonni e zii.
Devo dire che il fatto di aver passato molto tempo senza i miei genitori perché loro, nel frattempo, provavano a vivere un’esistenza normale di giovane coppia, non ha avuto ripercussioni importanti nell’economia dei miei trentatré anni . Un po’ come il fatto di non essere stata allattata non ha creato in me nessun trauma, almeno fin quando non si scoprirà che c’è un nesso tra latte artificiale e assenza di tette.
Questo, in sostanza, è il motivo per il quale la frase: “Hai fatto un figlio per farlo crescere agli altri” mi fa uscire gli occhi dalle orbite. Io Pietro l’ho “parcheggiato” fin da subito, sono tornata al lavoro quando lui aveva appena quattro mesi e allora, a differenza di oggi, avevo un orario da rispettare e al quale non potevo (e non volevo) sottrarmi. A sei mesi l’ho lasciato con mia madre per un weekend e, mentre lei mi urlava dietro che ero una madre degenere (lo so, il mondo è spesso assurdo) io ero già sotto la Mole Antonelliana a bere vino.
Ci sono mamme che più volte mi hanno detto, o scritto, che non riescono a separarsi dai loro figli, che quando lo fanno non riescono comunque a godersi il loro momento libero e che, spesso, hanno il timore che a lasciarli crescere con i nonni, vedano i propri figli legarsi più a loro, amarle di meno, perdersi il meglio.
E io le rispetto tantissimo. Rispetto il loro amore grande, ma voglio smetterla di pensare che siano madri migliori di me.O che io sia una madre migliore di loro.
Ad un certo punto della mia vita ho deciso di smettere di lavorare come dipendente per abbracciare la fantasmagorica e sempre eccitante vita da freelance. E l’ho fatto per me non dico il contrario, ma l’ho fatto anche perché ho un figlio che non volevo far crescere ad altri. Ma che, comunque, non smetto di “parcheggiare” per una serata con le amiche. O un weekend di relax. O per dimenticarmi di mezz’ora di essere madre e fare una ceretta in santissima pace. E questo, mi dispiace, ma non fa di me una madre di merda.
Parola di figlia molto spesso “parcheggiata”!
52 Commenti
Ciao Lucrezia, post molto sincero e assolutamente veritiero. Non so se condivido appieno la parola “parcheggiare”, in un certo senso sembra che nasconda un micro senso di colpa che secondo me nessuna madre dovrebbe mai provare. Ho capito bene il senso del post e condivido tutto e credo che “farsi aiutare” da nonni, asili, baby sitter o whatever, non sia “parcheggiare” nessuno. I nonni sono felicissimi di prendersi cura dei nipoti e gli asili, oltre ad essere un covo di germi 🙂 (ma questo è un altro discorso!), sono una preziosissima fonte di stimoli e crescita per i bambini. “Farti aiutare” fa di te ( e di tutte le mamme ) una mamma che fa del suo meglio per coltivare la propria identità di donna e dare il massimo che può al suo bambino! quindi manco una briciola di senso di colpa dovrebbe trapelare dalle tue parole!! In ogni caso apprezzo molto le donne come te che sanno dare voce ai sentimenti e ai pensieri di tante altre mamme, complimenti 🙂
Grazie a te per leggermi. Sì, è vero, spesso i nonni sono felicissimi di prendersi cura dei propri nipoti, ma spesso l’atto di lasciarli con loro viene liquidato con un “ha parcheggiato i figli” che ha, ahimè, un’accezione negativa.È per questo che ho utilizzato questo termine 🙂
Ma cosa li fanno a fare i figli?
Compratevi una lucertola.
Buona serata.
Ben detto!
Ciao!
Bel post, però da quel poco che posso capire il tuo parcheggiare tuo figlio è ben diverso da quello dei tuoi genitori. Senza giudicare è come paragonare un’ora di parcheggio lungo la strada ai parcheggi mensili dei residenti nei garage.
Secondo me è giusto parcheggiare ogni tanto il figlio per rifiatare, prendersi il proprio tempo e ritrovare la propria intesa. Non è giusto, sempre secondo me, fare un figlio e pretendere di fare la stessa vita di prima.
Ciao!
Francesco
Ciao Francesco, sì è quasi impossibile avere la vita di prima, però io credo che si possano continuare comunque a fare molto cose, con uno spirito diverso quello sì, ma è comunque possibile, se lo si vuole 🙂
Chiedo perdono per il mio commento/sfogo ad un post vecchio. Diventare genitori ne compete responsabilità. Con questa mia “premessa” vi racconto la mia situazione. Nasce un bimbo tanto voluto da entrambi.messo piede fuori dall’ospedale si torna a casa con il pargolo.quí inizia la mia esperienza di Padre.Notti passate in bianco per i dolori del piccolo,che pur di vederlo star bene li avrei tolti a lui e prenderli io.Lei seduta sul letto ed io kilometri di passeggiate con in braccio il bimbo.Quelle poche volte che crollavo sfatto mi risvegliavo dai pianti e da scene tipo (lei dava latte dal frigo freddo oppure andato a male)immaginate voi come mi sentivo.
Per farla breve,Oggi quel bimbo ha 2 anni e 3 mesi.Ho perso tutto! Amici,lavoro e la mia vita.Mi appoggio ai miei genitori.A loro fa piacere dargli attenzioni,ma giustamente la predica. “Porta pazienza” e immancabile.Lei si reputa madre solo su carta,ma a fatti è inesistente. L’unica mia felicità é il bimbo che mi aiuta ad affrontare egoismo e le mille difficoltà giornaliere. La responsabilità di essere genitore è la presenza,si puó fare tutto anche con i propri figli,fatto in maniera diversa da una coppia senza figli ma si puó. Chiedo scusa per il mio intervento.Saluti a tutti
Io non posso giudicare una donna che non conosco però di sicuro quello che hai fatto e stai facendo è ammirevole. Mi auguro che troverai il tuo equilibrio e intorno a tuo figlio inizierai a ricostruire tante cose belle… a partire dalla tua vita.
una mia “amica” un giorno mi disse esattamente le stesse parole: ” io non ho fatto un figlio per farlo cresce da altri”, una frase che seppur in tempi non sospetti (non ero neanche incinta), mi aveva colpita per il bagaglio di sottintesi che porta con sè: se si riprende a lavorare quando si ha un figlio vuol dire che non lo si ama abbastanza, se torni a lavorare vuol dire che sei egocentrica ed egoista e non metti i bisogni di tuo figlio in primo piano come dovrebbero essere, per essere una brava madre ti devi in definitiva annientare come donna, altrimenti non va.
Io credo che per quanto riguarda queste problematiche (riprendere o meno il lavoro, parcheggiare o meno il pargolo dai nonni o dalla babysitter etc), non ci sia una scelta giusta e una sbagliata ma semplicemente ogni famiglia, ogni donna, dovrebbe fare la propria scelta, che sarà giusta per sè ma non necessariamente anche per altri, quella cioè che le permetterà di vivere la sua famiglia al meglio senza sentirsi sopraffatta o soffocata dalla vita. Io penso che la migliore mamma possibile è in primis una donna che sta bene con se stessa.
E basta con questa storia del “tuo figlio lo fai crescere ad altri”… Fa bene ai bambini passare del tempo con altre persone, non inventiamoci drammi che non esistono!
Baci (scusa lo sfogo!).
Hai ragione, io proprio a quel bagaglio di sottintesi mi riferivo. Grazie come al solito di leggermi. Un abbraccio
Peccato che questi discorsi (quelli buoni della tua amica) non gli ho mai visti fare a un uomo. Trovo insopportabili quelle donne che stanno male solo perché vanno due ore al cinema senza figli. Io trovo che sia un volersi sacrificare non richiesto per sentirsi gratificante e allo stesso tempo rendere in un certo senso responsabili i figli della propria felicità, come dire “non ho più una vita per te guarda che brava che sono”. È proprio un modello di madre a cui non voglio somigliare e mi sono impegnata per non diventare così. Ma proprio perché secondo me si dà un messaggio sbagliato ed è meglio mostrare ai figli quanto sono importanti i propri spazi, curarsi anche di sé, non annullarsi, avere interessi ecc.
sì, dovremmo chiederci perché c’è questo istinto al sacrificio quasi innato in noi donne…
Tua madre ti da della madre degenere ma te lo tiene. La mia un fine settimana non me lo terrebbe mai. Io non ho problemi a lasciarli… ma quel maledetto senso di colpa
Guarda, non ti credere… è successo davvero raramente che lo tenesse, ma va bene così. Capisco anche che i nonni vogliano comunque avere una loro vita che non sia, per forza, crescere mio figlio. Non è bello per noi però lo capisco, ci sta.
io per i primi 3 anni della mia vita sono stata con mia mamma, che purtroppo a causa mia aveva dovuto “lasciare” il lavoro, poi basta, asilo/scuola/scuola/scuola e dopo la scuola fino a tarda sera c’era sempre la nonna e sono cresciuta benissimo. Talmente bene che non mi faccio nessun tipo di scrupolo a mollare i figli ai nonni. Credo che loro siano contenti perchè quando li sgrido mi rispondono “e allora io me ne vado! dalla nonna!!!”.
e no, non mi sento una madre di merda.
🙂
Bene, benissimo (poi un giorno mi spieghi come si fa a non sentirsi una pessima madre) 🙂
Dovresti sentirti una bravissima madre! Io sono felice di aver avuto come modello una madre che lavorava che usciva con gli amici ogni tanto e che si faceva ogni tanto una settimana di vacanza per i fatti suoi con le sue amiche. Ho imparato così che il rapporto con noi stessi è importante e che cercare di stare bene non è da egoisti. Sono a volte gli altri che per darti addosso ti danno dell’egoismo. Non è che l’unica gioia di un bambino è avere la madre sempre attaccata!
Sì, lo spero 🙂
Sono cresciuta con mia nonna e sono venuta su benissimo (e modesta soprattutto) 😛
eheheheh… vedi 🙂
D’accordissimo: allattavo a richiesta ma a un mese scarso ho lasciato il poppante e due botticini di latte ai nonni per l’indispensabile ceretta-manicure-taglio&colore. E così via…
Con zero sensi di colpa, perché una mamma serena è meglio di una mamma sempre presente. Anzi, eroolto stupita dai vari “ma come l’hai lasciato con il papà? Da soli?”… e perché no? Che competenze particolari avevo io quando le infermiere in ospedale me l’hanno lasciato da cambiare e allattare?
Esatto, nessuna competenza. Io per lo meno. Ma proprio nessuna, nessuna, eh…
ce l’avessi io la possibilità di parcheggiarli, almeno una sera, per una cena o un cinema, niente da fare o in quattro o da sola, perchè a casa ci sta mio marito e viceversa. Io invidio quelle che lo possono parcheggiare, per non parlare di quelle che lo parcheggiano sempre e pure si lamentano, dovrebbero provare il contrario. Ah, dimenticavo, io non lavoro e sto sempre con loro, a volte dico: che due palle!
gloria
Già, i nonni per quanto si dica sono una fortuna. Si può comunque decidere di non “approfittare” di loro, ma averli è una fortuna immensa.
Un conto è parcheggiare il figlio ogni tanto per andare a divertirsi, un conto è farlo crescere ai nonni.
Perché ammettiamolo. Lavorare dalle 9 alle 18 tutti i giorni significa far crescere tuo figlio ad altri. E sì penso “Che diavolo l’hai fatto un figlio?”. Poi ci lamentiamo che i bambini sono arroganti, viziati. I nonni devono fare i nonni, i genitori i genitori.
Quindi dall’alto della mia arroganza penso che un po’ madri di merda lo siano.
C’è di peggio però. Quindi amen.
Guarda io credo semplicemente che ogni storia, ogni situazione, vada esaminata per quello che è, che non c’è sempre la stessa motivazione dietro la stessa azione e che l’unica cosa che mi piacerebbe è avere meno giudizi “a priori” cosa che, per altro, li trovo spesso a fare pure io.
Ma perché questi discorsi nono fate a un uomo? Eh dite al papà: che hai avuto un figlio a fare per lavorare dalle 9 alle 18? Sento di essere stata cresciuta dai miei e non dalla babysitter eppure mia madre a volte lavorava fino alle 23 e pure i weekend.
Padri di merda perché lavorano tutto il giorno però no, giusto. I genitori devono fare i genitori, ma quando si tira fuori questo discorso del non lavorare (perché sai gli orari mica te li decidi da sola), il genitore diventa singolare e si tratta solo della madre. Hai dato delle madri di merda a tutte quelle che lavorano 8 o più ore perché magari ne hanno bisogno o perché magari hanno studiato anni o perché magari non vogliono farsi mantenere come bambine. Mia madre è stata un’ottima madre!!!! E lavorava molto, grazie alle doppie entrate ho avuto un sacco di possibilità e di certo non sparo giudizi a zero con l’arroganza che usi tu.
Come non capirti! Io stessa situazione, ma vissuta diversamente. I miei, benché giovani come i tuoi, ci hanno sempre trascinato con loro, volenti o nolenti, in ogni cosa che facevano, compreso il festeggiamento del loro anniversario. Quando poi siamo stati grandi abbastanza da andare con le nostre gambe, hanno avuto un momento di crisi e hanno dovuto reinventarsi come coppia. Ora sono nuovamente più uniti che mai, ma io non voglio fare il loro errore: la mammitudine è parte di me, come il fatto di essere ipersensibile o cocciuta. Non si può cambiare, ma non mi impedisce di continuare a vivere la mia vita fatta anche di momenti di cui non voglio che i miei figli facciano parte. Ma io credo in questo modo di dare un buon esempio anche a loro, invitandoli a capire che il centro del loro equilibrio e del loro mondo sono loro stessi: se non si sta bene con se stessi, inutile dirlo, non si sta bene neppure con gli altri. E’ qui che poi scatta il parlare di sacrifici per i figli, di sentirli come una zavorra e di sentirsi insoddisfatte. Stare con le persone che si amano e starci sul serio presuppone un lavoro a monte. Se vedi i bambini come qualcosa che ti è d’ostacolo, come fai a stare serenamente con loro? Per cui viva i nonni, le baby sitter, i baby parking usati con assennatezza. Se questo vuol dire essere una madre di merda, allora ben venga!
Esatto, devo solo trovare la chiave per stare bene con me stessa 🙂 Un abbraccio
la mia storia è praticamente identica alla tua 🙂
penso che esista una differenza tra fare un figlio e poi lasciare che se ne occupino gli altri e invece un’idea di “cooperazione” all’interno della famiglia
un tempo, per la verità nella notte dei tempi, si viveva tutti sotto lo stesso tetto, mamme, nonne, bisnonne ecc. ci si aiutava e non era peccato, ognuno portava un contributo con la propria esperienza e questo non riguardava solo i bambini, ma in generale tutta la vita, ci si sosteneva, ci si aiutava, la famiglia era un rifugio e non un ostacolo alle ambizioni personali
oggi ci hanno infarcito la testa di questi falsi miti di essere autonomi, duri e puri, individualisti al massimo, il risultato è che vedi famiglie dove regna il menefreghismo, dove ci si tratta da estranei, magari la mia è una divagazione ma credo che per quanto mi riguarda, sia in parte una risposta alla tua riflessione
Più che altro ci hanno convinto che farsi aiutare significa essere genitori degeneri, ci hanno convinto anche del fatto che prendersi del tempo per se stessi sia il male, ma non è così. Solo che non è sempre semplice ricordarsene.
grazie del post!!
e sì..
venerdì scorso ho lasciato Viola a mia mamma solo per andare due ore in centro! 😉
e sai cosa? sono tornata a casa felice di essere uscita sola per un po’ ma anche felice di essere tonata a casa da lei e così me la sono spupazzata per bene!!!
credo che, se è possibile, siano necessari dei momenti di vita solo per noi!!
Necessari. Salvifici. Indispensabili, per me almeno.
Io ho un altro problema: mia mamma mi sottolinea sempre come lei non sia mai stata aiutata da nessuno, che non ha avuto una mamma che la aiutasse, che sua mamma non andava mai a casa sua per aiutarla. Io invece, faccio venire mia mamma e mio papà quasi tutti i week end, cucinano, puliscono, e io mi riposo e tre volte l’anno gli lascio i bambini (di cui una d’estate, ovvero per un mese). Non mi sento in colpa per niente, anche perchè io non ho un compagno, li cresco da sola e non ho una vita sociale, per cui ogni tanto mi fa solo che bene lasciare i bambini. Ma questa cosa che mia mamma mi dice mi da parecchio fastidio, mi sento sminuire parecchio. Anche se non è sua intenzione, ma lo dice!
Comunque, ti auguro tanti buoni aperitivi!
Alessandra
Guarda, se ti consola, anche mia madre pur avendomi lasciata spesso non è che si prodighi poi così tanto…
Io sono una giovane nonna di due maschietti e mia figlia me li ‘parcheggia’ a casa dalle 8 di mattina fino alle 8 di sera da quando il primo aveva 3 mesi perché lei e suo marito lavorano, e a prendersi una babysitter neanche ci pensano perché ‘costa’.
A me fa anche piacere tenere i bimbi… ma prima di farli forse avrebbero dovuto chiedere A ME se volevo crescere altri due ‘figli’, farsi due conti tra soldi e tempo per capire chi se ne sarebbe occupato e, se non era gratis, se se lo potevano permettere…e soprattutto avrebbero dovuto chiedersi cosa significa DIVENTARE GENITORI.
E vi assicuro che non significa ”li metto al mondo e poi me li crescono i nonni..e il massimo che faccio è passarci qualche giorno insieme in vacanza o nel weekend e la mia vita, libertà, professione, etcetc resteranno uguali a prima”.
Sono dei genitori di merda perché non si occupano né preoccupano dei LORO figli? Si.
Sono dei figli di merda perché APPROFITTANO spudoratamente di me, del mio tempo, delle mie finanze? Si.
Sono una persona di merda perché glielo permetto e ho cresciuto io in primis una figlia del genere? Si.
Non avete voglia di star dietro ai figli che VOI avete fatto? Fate a meno di farli o prendetevi una babysitter e smettetela di approffitarvi dei nonni! State certi che se vorranno passarci del tempo insieme ve lo diranno loro!!
Beh, non posso entrare in dinamiche famigliare che non conosco, di sicuro dei nonni ci si approfitta è vero, perché questo è il retaggio col quale ci hanno cresciuto e di sicuro è responsabilità anche dei nonni dire qualche sonoro no se non si ha piacere o non si può stare con i nipoti.
puoi fare due chiacchiere con mia madre?
ti do del tu, spero non ti offenda.
ho una madre che, da quando è nata mia figlia, si comporta come se volesse dirmi “lèvati, faccio io che con me sta meglio”.
è il tentativo di sostituzione che mi sta devastando e, almeno al momento, non so come affrontare.
purtroppo ci sono situazioni in cui “parcheggiare” fa solo danni.
ah sì di certo… ma io pagherei per avere una mamma che mi prende in custodia il figlio. Però capisco, avoca se capisco… quindi coraggio. Crescono in fretta per fortuna 🙂
Ciao, ho letto l’articolo per caso.
Io sono d’accordo solo in determinate circostanze. Ok lasciare i figli ogni tanto per una serata con il marito, per fare qualche commissione, anche per lavorare, ma se il piccolo ha pochi mesi, il marito lavora, quindi ce la faccio economicamente, non vedo perchè devo abbandonare un neonato che ha bisogno della mamma dalla mattina alla sera. Conosco una personcina spendacchiona che sta per avere un bambino, già ha deciso di abbandonarlo dalla nonna a pochi giorni dalla nascita per andare a lavoro, altrimenti come fa a farsi vacanze e comprare giubotti da 500€? Ecco questa per me è proprio una mamma di m**** perchè questa mamma da più importanza ai soldi, alla vita da vip, piuttosto che all’amore del proprio figlio, che si sa, i neonati hanno bisogno della madre, soprattutto i primi mesi di vita.
Se fosse stata in difficoltà economiche, non sarebbe stata una madre di m****. Questo è il mio pensiero!
Ciao, guarda io credo che in generale non ci sia una scelta giusta o sbagliata. Né si può dire se una madre faccia bene o meno a lavorare. Io posso esprimere il mio pensiero e dire che penso di sì, faccia bene però la maternità mi ha fatto capire che le variabili sono davvero tante, troppe 🙂
Mi domando se ve lo ha prescritto il dottore di fare figli visto che non volete cambiare di una virgola le vostre vite e volete parassitare sui nonni…. mah….
E chi ha detto di non voler cambiare la propria vita? Anche perché, come saprai, sarebbe impossibile. Da qua a sostenere di mantenere un contatto con la vita di prima però c’è una bella differenza…
Ciao sono Alessandra, ho avuto la mia prima figlia a 17anni, per poter andare a scuola e diplomati ero costretta a lasciarla a mia madre ( pagandola) per poterla pagare dovevo lavorare come cameriera ogni domenica.
Oggi mia figlia ha 20 anni e mi ricordo come fosse oggi che ogni qualvolta la lasciavo mi sentivo morire, ogni mia prima esperienza l’ho fatta con lei.
Sei giovanissima, comunque anch’io ho una mamma molto molto giovane ed è stato bello crescer con lei.
Il fatto che abbiate nominato i padri mi ha fatto ridere. Mio marito è da poco tornato a fare orario pieno a lavoro (con nostro figlio che ha quasi 5 mesi) e si sente più in colpa di tutte voi messe insieme.
Sappiamo tutti benissimo che tra qualche anno vi pentirete di non aver visto i vostri figli crescere, di non aver dormito con loro, di esservi persi passi importanti; e sappiamo anche che se fosse stata una scelta obbligata non ci sarebbe bisogno di unirvi per assolvervi tra di voi.
I figli crescono bene pure “parcheggiati”? Ovvio che si, i bambini si adattano a tutto, ma ciò non vuol dire che è giusto approfittare della loro pazienza e della loro flessibilità; siete voi che dovreste adattarvi ai bisogni più importanti dei vostri figli, e non ne siete capaci. È un limite, potreste anche ammetterlo, non c’è niente di male.
Le madri di merda restano comunque altre.
Ciao, io non cerco l’assoluzione dagli altri, semmai da me stessa. Comunque, ti do ragione sul fatto che è un limite. Quando sono rimasta incinta, non programmandolo, avevo due strade: non tenere il figlio assecondando la mia indole di donna che di figli non ne voleva o provarci, sapendo che mio figlio avrebbe avuto una mamma non troppo presente e piena di difetti. Ho scelto la seconda strada. La terza via, quella di sacrificare completamente la mia vita per lui, non è un’opzione che sono riuscita a valutare. Detto ciò, non ho mai pensato di essere nel giusto, onesta sì, ma non nel giusto.
Semplicemente è il vostro modo di vedere la genitorialità, i tuoi genitori hanno fatto così con te e ora che sono nonni tu fai lo stesso e loro lo sanno e te lo permettono. In casa vostra funziona così, invece nella mia ognuno pensa ai suoi figli, ho due figli che ho allevato da sola aiutandomi con babysitter, ma i miei genitori mi hanno sempre detto che si erano sacrificati per me ed era arrivato il momento di godersi la vita… e io sono sempre stata molto ma molto chiara con i miei figli “trulli trulli chi li fa se li trastulli”, ho 5 nipoti che vedo spesso, ma di certo non li lasciano a casa mia per farsi le loro vite, che sia lavoro o piacere, per quello possono pagare baby sitter o potevano non avere figli.
sì, esatto, come dici tu ogni famiglia funziona diversamente. solo per essere esatti: i miei genitori non sono stati con mio figlio nemmeno mezz’ora, i nonni che passano tempo con lui sono i genitori del padre che, a detta loro, lo fanno con piacere.
Io ho avuto il mio primo figlio a 24 anni e lo “psrcheggiavo” spesso dai miei, di cui ho avuto ancora più bisogno quando mi sono separata. Loro sono stati talmente invadenti da convincerlo che io non sia in grado di fare la madre e adesso che ha Sedici anni abita con loro e non vuol saperne di stare con me. Io mi ritrovo depressa e impotente.
Bellissimo articolo. Mi dispiace per tutti i commenti di chi ritiene che una brava madre debba annullarsi completamente per i figli. Da figlia unica di una madre che ha sacrificato tutta la sua vita per me, posso dire che avrei preferito avere il modello di una donna che sapeva prendersi i propri spazi e perseguire i propri obiettivi. Per non parlare del peso di crescere sentendomi di essere la sua unica ragione di vita: ogni sua gioia o sofferenza dipendeva da me, dal mio comportamento, dai miei voti, dalla mia vita. Il torto più grande che le abbia mai fatto è stato decidere di fare l’università fuori sede lasciandola sola. Me lo ha rinfacciato per anni. Non mi sono bastati anni di terapia per riuscire a smettere di sentirmi in colpa di non essere la figlia perfetta per la quale lei aveva scarificato tutto. Non auguro a nessun figlio di dover crescere con questo peso. I genitori rimangono persone, con i loro hobby e interessi, anche quando fanno dei figli, non dovrebbero mai sacrificare tutto per annichilirsi nel solo ruolo genitoriale.