Le interviste

Gaia Segattini, una mamma handmade

Gaia Segattini, alias Vendetta Uncinetta, è una fashion designer ma anche un’insegnante al Poliarte di Ancona, una crafter compulsiva ma anche una sostenitrice convinta del fatto che non esistano persone negate davvero per l’handmade. Il suo libro “Rinnova il tuo guardaroba” è un concentrato di proposte originali, facili ed economiche per personalizzare i propri capi, idee generose anche per i più imbranati: io, per dire, a Natale ho regalato alle mie amiche coloratissime collane papillon e non vi dico le loro facce quando ho detto che sì, l’avevo fatto io.

Poi ho regalato un papillon tartan a Gaia e ci siamo conosciute. E ho scoperto che Gaia è anche una mamma.

Gaia e il suo lavoro. Cosa fai di preciso? L’insegnante, la stilista o semplicemente sei una donna che lavora all’uncinetto?

Aahhh saperlo. Sono un tipico frutto della crisi, direi, mi sono inventata un lavoro che lavoro ancora non è e non è mai stato qui, dedicandoci tutte le ore del giorno e per il quale i miei amici non sanno più che faccia abbia. Professione che ancora non lo è seriamente ma che amo come mai niente in vita mia. Sono una giovanile signora di mezza età  con la maglietta a righe che preferisce il divano ai locali (ho già dato) , e con tendenza a pianto e riso facilissima.Basta? No, eh.

Come concili (o hai conciliato nei primi anni di maternità) il tuo lavoro col tuo essere madre?

Ho avuto una non-maternità. Sono sempre stata libera professionista e chi è dipendente non si rende veramente conto della fortuna di avere anche quei pochi, pochissimi mesi, sola con il suo bambino. Io ho fatto 3 settimane di maternità ospedale compreso e a neanche un mese mio figlio, povero, era già in autostrada con me.La prima volta che l’ho allattato in una piazzola dell’autogrill mi sono sentita una madre tremenda ed ho pianto. Aspettavo che dormisse per controllare le email, ero sempre stravolta dalla stanchezza e nessuna amica madre come me per confrontarmi. Un incubo. Purtroppo allora non avevo scelta ed è la situazione in cui si trovano molte libere professioniste come me. Quando mi chiedono se ho avuto la depressione post partum, rispondo che non ne ho avuto il tempo.

Anche tuo figlio è stato contagiato dalla tua creatività e dalla filosofia dell’handmade “per tutti”?

I buddisti dicono che si ha l’unico figlio da cui si può imparare qualcosa, niente di più vero. Con lui ho dovuto imparare a mie spese un approccio alla comunicazione opposto a quello a cui ero abituata, io che non ho avuto mai problemi di interazione con nessuno. Era ovvio! Lui ha poca manualità ma ha una enorme sensibilità alla musica: canta balla e suona costantemente. In famiglia siamo tutti grandissimi amanti della musica, del resto.

In parte sei riuscita a fare della tua passione un lavoro. Ma in questo momento di crisi è realmente possibile questa cosa. Qual è il segreto?

Non mi sento di dare consigli, molte mi scrivono per chiedermeli, io purtroppo so solo cosa faccio io: sono costantemente connessa ed ogni cosa che realizzo, penso a come comunicarla al massimo e nel creare uno stile mio. Ho imparato ad usare i social da sola (e ormai credo bene) e cerco sempre di fare rete e ricordarmi le persone, facendo complimenti, se sinceri, sempre.È un periodo tosto, un complimento gratuito che ti arriva inaspettato dà una carica enorme. In più non mi piacciono i pettegolezzi o le partigianerie. Per me esisono solo cose belle e cose raffazzonate. Gente che si impegna per migliorare sul serio e chi  si ferma ai facili entusiasmi degli amici di facebook. E poi un po’ di faccia tosta serve, non ci si può aspettare mai nulla, ma nulla, da nessuno. Proporsi sempre.

Ma tu credi veramente che i “negati” nella manualità non esistano?

Si! Nessuno, davvero, è negato. Siamo solo arrugginiti, come lo ero io. Poi da lì ad essere tecnicamente impeccabili, ce ne passa!Ma basta l’applicazione.

Proprio da questo blog è partito una sorta di outing di gruppo tra mamme che hanno deciso di condividere per sentimento di inadeguatezza che spesso ci accomuna. Ti senti anche tu un po’ pessima madre a volte?

Tutti i giorni, purtroppo.Le mie amiche mi dicono sempre che sono l’unica che le avverte che i primi tre mesi avranno voglia a volte di buttarsi dal balcone con il figlio e quindi di riderci su. Lì per lì rimangono sconcertate, perchè su riviste e tv vedi solo orsetti e cuoricini, poi quando il bimbo è nato mi ringraziano perchè aver saputo che potevano essere comuni anche questi sentimenti di inadeguatezza le ha fatte sentire meno sole o“mostri”. Penso non esista una madre, onesta, che non si sia sentita così. Io adoro pazzamente mio figlio ma faccio, ogni giorno, una fatica immensa. Penso sia così per tutte le mamme attente.

Da neomamma mi manca la vodka, l’ho sempre detto. Tu che hai un figlio grande mi dai un po’ di speranza dicendomi che quando i figli crescono poi si torna alla vodka come niente fosse?

Ehm…posso non rispondere a questa domanda? La vodka non so, ma io appena finiti i miei quasi 12 mesi di allattamento, mi sono ripresa vino rosso e grappa… Peccato che dopo lo stop forzato ormai mi ubriaco con un Mon Cherì!

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8 Commenti

  • Rispondi Silvana - Una mamma green 28 Marzo 2014 alle 15:12

    Aspettavo che dormisse per controllare le email, ero sempre stravolta dalla stanchezza e nessuna amica madre come me per confrontarmi.

    Comprendo bene.

    Piena di slancio, questa intervista. Positiva e sincera. Bello.

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 28 Marzo 2014 alle 15:34

      Beh, Gaia è un mito. Pensavo solo una bravissima professionista invece anche una donna dalla quale imparare e dalla quale lasciarsi ispirare. Bello, concordo.

  • Rispondi Francesca 29 Marzo 2014 alle 17:56

    Solo un appunto: in allattamento è vietato solo il super alcolico, un bicchiere di vino al giorno è concesso 🙂

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 30 Marzo 2014 alle 21:35

      sì, e a quanto sto vedendo, non uccide proprio nessuno 🙂

  • Rispondi A 25 Aprile 2014 alle 1:42

    Che bella intervista! Gaia è davvero fantastica, sa dare forza e trasmettere entusiasmo e carica con poche parole! Complimenti ad entrambe!

  • Rispondi Laura De Benedetto 7 Maggio 2014 alle 16:36

    Gaia: spontanea, vera, matta, creativa, contagiosa, mamma. Come mi riconosco: mi sento tutti i giorni mamma degenere quando mando la baby-sitter a prendere mio figlio alle 18.30 dal doposcuola perchè sono a Milano per tenere un intervento ad un evento oppure quando me lo porto con l’iPad carico in Camera di Commercio a Prato in treno perchè voglio ascoltare un evento. E mi chiedo: un figlio completa la vita ma non poteva nascere già di 8 anni?!?!? Poi però lo vedo che vuole addormentarsi con me nel letto e mi auguro che non cresca mai dato che ha 5 anni e mezzo ed è cucciolissimo! 🙂 Bello anche il blog, complimenti!

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