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Di quella volta che il mondo ce l’ha fatta senza di me

Non esco di casa da 18 giorni, salvo quattro uscite clandestine per vedermi col medico. All’inizio pensavo di cavarmela come al solito e la prima settimana di influenza me la sono fatta trascinandomi in  ufficio, convinta che sarebbe passata in poche ore.

Poi mi hanno detto che no, stavolta di fare di testa mia non se ne parlava e che “con la polmonite stai a casa“. Qui parte il solito teatrino fatto di disperazione e scoramento e di ohmiodiomacomefacciocollavoro e di comefaràilmondoadandareavantisenzadime. Il tutto mentre tossivo pezzetti di polmone qua e là.

Frustazione, ansia, musi lunghi. E poi? Poi ti accorgi che il mondo senza di te ce la fa benissimo, che, comunque, anche se non ce la facesse tu non potresti far altro che stare a guardare. Allora lavori come puoi, tiri sospiri, tanti sospiri, carichi di pazienza e sposti il senso di colpa un po’ più là.

La sorpresa è stata vedere quello che c’era sotto che, nell’ordine, sono stati:

– due libri e mezzo. Libri poco impegnativi la cui lettura rimandavo “per quando avrò tempo”;

– due serie complete di House of Cards viste di notte “tanto domani non si va a scuola”;

– intrecci di lana colorata per ricamare una sedia a dondolo;

– taglierino e cartone per costruire un vaso;

– tre numeri di Vanity Fair letti e non solo sfogliati;

– Elizabethtown visto per la trentesima volta;

– svariati esperimenti di pasticceria tutti mal riusciti;

– un sacco, ma proprio un sacco, di tempo passato con Pit.

Ho scoperto non solo che il mondo senza di me ce la fa benissimo, ma pure che sotto al senso di colpa ci sono tutti quei lussi che forse non mi concedo spesso solo perché ho paura di scoprire che mi piacciono troppo. O perché la parte di me che non si ama, quella che corre e dice che preferisce così, che saltella di gioia perché finalmente si ritorna in ufficio ha ormai fagocitato l’altra.

Quella piccola che riesce a star bene anche ferma, seduta a terra a gambe incrociate. Per un po’ almeno.

 

*nell’immagine una foto d’archivio in cui è rappresentata la tipica espressione da cazzeggiatrice seriale seduta accanto all’amica Silla (che prima di diventare lampada era in fondo al pozzo)

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6 Commenti

  • Rispondi Lorenza 16 Febbraio 2015 alle 10:39

    ma quindi sei guarita? Spero davvero di sì. comunque anche Ludovico è bloccato a casa da 15 gg con la broncopolmonite. capisci bene che io sono bloccata con lui.. voglio uscire. esco solo per le cose base: la spesa le commissioni base… voglio uscire.
    tu riguardati per bene eh che magari trovi altre cose che stanno sotto 🙂

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 16 Febbraio 2015 alle 18:17

      cara sì, sto meglio. ora la mia ansia è che si ammalino gli altri inquilini della casa ma via, pensiamo positivo. Spero che il piccoletto guarisca presto e che tu riesca a tornare a respirare

  • Rispondi mammaalcubo 16 Febbraio 2015 alle 22:11

    Babba bia, 18 giorni sono un’eternità!
    Sono contenta che almeno tu abbia trovato dei lati positivi… così a prima vista non ce ne sono molti 🙂

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 17 Febbraio 2015 alle 11:59

      all’inizio nemmeno per me. poi un po’ anche al relax ci si abitua 😉

  • Rispondi Rossana 21 Febbraio 2015 alle 21:20

    Per la serie tutti utili nessuno indispensabile Lucrezia… e poi in fondo un po’ di sano cazzeggio fa bene… certo senza polmonite sarebbe meglio…

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