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È che quando diventi mamma (per gli altri) smetti di essere (anche) figa

Tutto quello possedevo nell’armadio prima di rimanere incinta derivava da una scelta combattuta, e non sempre efficace tra i vestiti che mi piacevano un sacco e quelli che potevo permettermi.Da quando sono mamma alle due variabili se ne è aggiunta una terza: vestiti che non mi fanno sembrare un frigorifero grasso e che, tutto sommato, non mi stanno malissimo. Perché sì, come già detto, in gravidanza ho preso quella trentina di chili che non ho ancora smaltito del tutto. Con conseguenze devastanti per la mia autostima. E per la presa di coscienza di avere la forza di volontà e di sacrificio pari a quella del famoso tonno che si spezza col grissino. Il cambiamento inizia da lontano, da quando resti incinta e, per quanto ci siano tante cose che ti lasciano perplessa, una su tutte, la domanda, quella con la d maiuscola, inizia a devastarti la vita.

Ma una donna incinta comecazz si deve vestire? E soprattutto, perché un negozio come H&M, che in media si estende per superfici di 2/300 metri quadrati, al reparto premaman riserva solo lo spazio di dieci stampelle con roba che, per lo più, è quasi esclusivamente a righe.

Cioè davvero, questa cosa è curiosa. Ci avete fatto caso anche voi che la metà dei vestiti che H&M vorrebbe venderci come abbigliamento consono ad una donna che ha ormai detto addio per sempre al punto vita è a righe. Peraltro trasversali. Insomma, succede che resti incinta, che ti si gonfiano le caviglie, che ti allarghi ovunque e non trovi nulla, ma proprio nulla, che sia pratico e, diciamo, mettibile. Non dico trombabile, eh, ma mettibile. Succede che inizia a tornare di moda tutto quello che non copre l’ombelico. Che poi la gente, per carità, non si aspetta più niente dal tuo aspetto fisico.

Le aspettative sulla tua decorosità sono ridotte a zero, la facoltà di essere figa non ti riguarda più: ormai sei una mamma.

Dopo il parto succede che, se va bene, il punto vita lo ritrovi, ma nel migliore dei casi, per un lungo periodo della tua vita, girerai con i rigurgiti di latte della creatura che ha vomitato a tua insaputa sulla camicetta lavata, stirata e profumata e con i capelli sempre legati, occhiaie fisse e sguardo perso. Questo per i primi mesi almeno. Poi ricominci a lottare con tutte le tue forze contro la sciatteria, ti imponi almeno una doccia al giorno, di ricominciare ad utilizzare la crema per il viso, di truccarti, di smetterla di uscire di casa in tuta, t-shirt taglia XL e Ugg. Di metterti a dieta e di iscriverti in palestra.

Così ritrovi una forma che non è più quella sferica ma nemmeno quella di prima, anche perché hai smesso di mangiare come una balena e sei tornata a spiluccare verdurine. Ti dai un tono, riempi l’armadio di roba decorosa, ritrovi quell’aria fresca e curata di un tempo, esci con le amiche e magari capita pure che qualcuno ci provi.

Perché ancora non sa la verità. Non hai più l’aspetto di una mamma, è questa la verità. Quindi accetta un consiglio: quando capiterà, e capiterà, che ti scambieranno per una donna libera, tu lasciali fare, che ci provino pure, che ti riempiano di complimenti: tu incassa e aspetta che ti offrano da bere. Solo allora, col bicchiere in mano, confessa. E poi osserva la scena!

Buon divertimento.

 

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4 Commenti

  • Rispondi Sara 17 Giugno 2016 alle 14:36

    Sto uno step indietro mi sa, e cioè anche in quelle rarissime ore di solitudine nessuno mi si fila più di pezza. Quindi credo che, per quel che mi riguarda, l’esperimento sociale sia rinviato a data da destinarsi… 😉
    Ma soprattutto temo di non aver ancora centrato l’obiettivo di remise en forme!

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 19 Giugno 2016 alle 18:45

      Uh, quello nemmeno io tranquilla. Ma nemmeno lontanamente, eh

  • Rispondi alessia 20 Giugno 2016 alle 19:51

    Io l’ho provata!!! Di rientro da una giornata con le amiche, rilassate e sorridenti ci fermiamo a cena in una macelleria che offre anche cucina, al bancone. Abbordate da due quasi trentenni (noi abbiamo superato i 35, ahimè). Quando ce ne stiamo andando e veniamo invitate a fermarci rispondo con un “devo tornare a casa, che i bimbi mi aspettano”. E’ partito un “O madonna!!!”

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