Le interviste

Deborah Croci, la mamma che organizza viaggi su misura per la tua famiglia

Se siete mamme che non vogliono rinunciare alla libertà di viaggiare, ma avete bisogno di una rassicurazione in più sul viaggio che state programmando con la vostra famiglia, avete decisamente bisogno di Deborah Croci che di lavoro fa la travel designer.E se come me non avevate idea che esistesse una professione interessante come la sua e siete a caccia di ispirazioni per i vostri viaggi, tutto quello che dovete fare è mettervi comode e leggere le risposte di Deborah.

Che lavoro facevi prima di diventare mamma?
Prima di diventare mamma gestivo il mio bed & breakfast, a Grottaglie, in provincia di Taranto. Da buona nordica (io sono nata in provincia di Varese dove ora sono tornata a vivere) appena arrivata in quelle zone a me poco note, la prima cosa che ho apprezzato è stata proprio questa: l’idea che in pochi minuti di auto potessi essere con i piedi in acqua mi faceva sentire la ragazza più fortunata del mondo. Sono arrivata qua per motivi lavorativi riguardanti mio marito, dopo aver passato i precedenti 10 anni circa in giro per l’Italia (e non solo) impiegata nel settore turistico che è sempre stata la mia passione più grande. Ricordo ancora quando all’età di quattro o cinque anni mio padre e mia madre mi portavano sul retro dell’aeroporto di Malpensa (noi viviamo lì vicino e un tempo si poteva sostare nella zona boschiva attrezzata appena dietro le reti di testata pista) per guardare gli aerei che partivano. Credo che sia maturato lì questo mio costante desiderio di ‘andare’. Quando ero piccola le mie compagne di classe volevano fare le ballerine, le dottoresse, le attrici. Io volevo ‘andare’. Primo viaggio a 15 anni, da sola, in giro per la Scozia ufficialmente per studiare l’inglese. Zaino, Converse e tantissima voglia di esplorare, vedere, conoscere. Non mi sono più fermata. Ho iniziato a lavorare in aeroporto, ho continuato nelle compagnie alberghiere e nei villaggi e poi ho conosciuto mio marito che viaggiava più di me e ho deciso, una volta trasferiti in Puglia, di darmi una calmata. Ho aperto un b&b e ho iniziato a lavorare per conto mio con grande soddisfazione.

E poi, cos’è successo?
Quando ho saputo di aspettare un bambino ero terrorizzata, ma dopo un primo momento di disorientamento, la gioia ha preso il sopravvento. Poi sono iniziati i piccoli malesseri che sono diventati grandi e che mi hanno completamente debilitata per l’intera durata della gravidanza. È stato chiarissimo fin da subito che non avrei più potuto continuare a lavorare come desideravo. Gestire una struttura turistica, seppur molto piccola, tutta da sola, non era una cosa che potevo più fare: troppo stress fisico e mentale e troppi rischi per me e per i mio bambino in arrivo. A malincuore ho quindi deciso di chiudere, consapevole del fatto che quella, molto probabilmente, sarebbe stata la fine della mia carriera professionale, la prima di tante rinunce che una donna è costretta a fare quando decide di diventare madre. Ho vissuto questa fase della mia vita in un modo un po’ diverso da quello che avevo sempre sentito descrivere dalle mie amiche e conoscenti già madri. Non mi vergogno ad ammettere che ho passato gran parte della gravidanza e dei primi mesi dopo la nascita di Matteo (che oggi ha 2 anni ed è uno splendore!) a pensare e ripensare a come avrei potuto ritornare a lavorare e ad essere in grado di conciliare la mia realizzazione professionale con la dedizione e il tempo necessario a prendermi cura della mia famiglia. Da premettere che mio marito se va bene è a casa 3-6 mesi l’anno, il resto del tempo è lontano per lavoro, in località non proprio ridenti della terra, spesso poco raggiungibili anche dalle più comuni tecnologie moderne. Inoltre in Puglia non avevo vicino a me nessun parente, né genitori, nonni, zii, che potessero aiutarmi con la gestione del bambino. Dunque la soluzione giusta per me non era così a portata di mano. Ma io sono una tosta, determinata, cocciuta. Ho messo insieme le mie esperienze professionali, ho studiato e preso spunto dall’estero – ho vissuto in USA dove sono entrata in contatto con figure professionali molto innovative che funzionano molto bene laggiù – ed ecco che è nata l’idea: fare la Travel Designer._DSC3164

Che cosa fa una travel designer?
Una travel designer progetta itinerari di viaggio su misura dei suoi clienti. Non vende pacchetti precostituiti (quelli che si trovano sui cataloghi, per capirci). Costruisce ciascun progetto di viaggio sulla base delle richieste che ogni cliente le fa. Ascolta le esigenze del viaggiatore, approfondisce le sue abitudini di viaggio, i suoi gusti, desideri, le sue aspettative e in base al profilo di ogni persona, progetta il viaggio che è quindi unico e creato apposta per l’occasione. È un po’ come quando devi comprare un abito: puoi andare in un negozio e sceglierne uno già esposto selezionando la tua taglia, ma per il resto il vestito è già fatto oppure puoi andare da una stilista, scegliere la stoffa e i colori che più ti piacciono, adattare l’abito alle tue scarpe, alla borsa, all’occasione per la quale lo stai acquistando, e fartelo confezionare apposta per te in base alle tue forme, alle tue linee alla tua personalità. Quello è il TUO abito, ti ci senti a tuo agio, ti ci riconosci, non lo toglieresti mai.
Io, in particolare, sono specializzata in progettazione di viaggi family e di coppia. Aiuto le coppie e le famiglie che viaggiano in libertà con i bambini a progettare itinerari di viaggio esperienziali che ben si adattano alle particolari necessità dei più piccoli conciliandole con i desideri di mamma e papà. Mi prendo cura di tutta la parte organizzativa della vacanza ricercando e selezionando le soluzioni di viaggio perfette per ciascuna richiesta. Costruisco l’itinerario di viaggio, programmo le tappe di visita, i suggerimenti relativi alle attività da fare, agli eventi a cui partecipare, ai locali family in cui mangiare o divertirti o agli alloggi in cui dormire a seconda del profilo di ogni famiglia. In questo modo il cliente non perde tempo e si gode la vacanza senza doversi preoccupare di nessuno degli aspetti di pianificazione del viaggio. Unitamente al progetto di viaggio poi, fornisco anche una google map interattiva ad uso esclusivo del cliente, personalizzata con tutte le indicazioni e l’itinerario da me progettato, utilizzabile per tutta la durata del viaggio da qualunque dispositivo tablet o smartphone, anche offline, così non ci si perde e ci si sposta con facilità ovunque.

Tre consigli per viaggiare con i figli senza stressarsi
FLESSIBILITA’: il primo consiglio che do sempre alle famiglie che viaggiano con i bambini è quello di non pianificare mai itinerari di viaggio troppo rigidi. Imporsi degli orari fissi o dei programmi troppo chiusi, è l’errore più grave che si possa fare. La scelta vincente è quella che asseconda le esigenze di ciascun membro della famiglia e che consente di costruire un percorso mai obbligatorio.
LEGGEREZZA: non solo in termini di peso ovvero viaggiate leggeri. Siamo ossessionati dall’idea che viaggiare con i bambini equivalga a portarsi dietro tonnellate di cianfrusaglie assolutamente indispensabili alla sopravvivenza della famiglia e della prole. Poi arriviamo nella località delle vacanze e metà della roba resta abbandonata in valigia. Ma la leggerezza io la intendo anche in termini di pace dei sensi, spensieratezza, capacità di lasciare almeno una volta all’anno, tutti le preoccupazioni, i pensieri, lo stress, a casa. Staccare completamente la spina è la cosa più complicata da fare per chiunque sia genitore (e non solo) di questi tempi. E quello che suggerisco io per riuscire a farlo è provare a cambiare prospettiva osservando le cose esattamente come farebbe il vostro bambino. Se sto bene, ho il pancino pieno, mi trovo in compagnia delle persone che amo a fare cose divertenti in un posto nuovo e tutto da scoprire, non mi occorre altro.
LENTEZZA: altro tasto dolente è la nostra ormai pessima abitudine a vivere la vita quotidiana come se fosse una corsa contro il tempo. Una gara ad ostacoli scandita da impegni, obblighi, appuntamenti importantissimi e zero spazio – in particolar modo quando si diventa genitori – per dire ‘fermate la giostra, voglio scendere, ho bisogno di una pausa!’. Ecco perché imparare a rallentare almeno in vacanza è di vitale importanza per preservare quel minimo di salute mentale che ancora miracolosamente conserviamo. Un suggerimento per riuscire a progettare un viaggio slow è quello di costruire un itinerario scandito da momenti di esplorazione e scoperta stimolanti per gli adulti a cui alternare invece pause gioco e relax per permettere ai bambini di riprendere fiato e poter gestire al meglio le loro piccole e grandi necessità.foto profilo deborah croci travel designer

Tre mete a prova di famiglia?
TRENTINO e ABRUZZO: io adoro la montagna e il Trentino è stupendo in tutte le stagioni. Rispecchia la vacanza per la famiglia esattamente come la intendo io: natura, esplorazione, silenzio, pace, relax, tradizione, buon cibo e calma calma calma. E poi c’è il baby trekking: percorsi di trekking leggero pensati anche per genitori che hanno bimbi in fascia o adatti da fare con i passeggini. Bellissimo!
Non vi nascondo però che nel mio cuore c’è sempre l’Abruzzo e in particolar modo la sua parte più interna e meno conosciuta, quella dei borghi arroccati sulle montagne, delle passeggiate nei boschi, delle attività all’aria aperta accessibili a tutti: se non avete mai visitato per esempio la Piana delle Mele, sulla Majella, dovete assolutamente rimediare!
CROAZIA: l’estate è alle porte e questo è un luogo che sicuramente molte famiglie hanno già visitato ma è talmente bello, per certi versi ancora inesplorato, e sicuramente conveniente dal punto di vista economico, che è impossibile perderselo. La Croazia è adatta a famiglie con bambini di ogni età, anche piccolissimi. Non è troppo distante dai nostri confini, facilmente raggiungibile sia in aereo che in traghetto che in auto e conserva zone davvero splendide ricche di storia, tradizione, natura, attività e località a misura di famiglia. Un consiglio: l’Isola di Lussino, un gioiellino che vi resterà nel cuore.
NORD EUROPA: se volete cimentarvi nella visita di una grande città, specialmente nella bella stagione, volate verso nord. Le capitali del nord europa sono una più bella ed interessante dell’altra e sono piene zeppe di servizi pensati e dedicati alle famiglie e ai bambini. Chi ha figli viene aiutato in tutte le maniere, agevolato sotto ogni aspetto, accolto e coccolato attraverso un’offerta ricca di opportunità e attività. La mia preferita: Copenaghen. Noleggiate una bicicletta di quelle pensate apposta per trasportare i bambini. Non vi sentirete soli, visto che in centro circolano più bici che auto. Vi divertirete tutti un mondo!

Domanda di rito: capita anche a te, a volte, di sentirti una pessima madre?
Non vedevo l’ora di rispondere a questa domanda. Io mi sento una pessima madre tutti i giorni più volte al giorno. Pessima, pazza, assolutamente sopra le righe e fuori dal comune. Mi ritengo una di quelle donne davvero poco portata alla maternità non perché non ami mio figlio, al contrario. Perché a mio avviso prendersi la responsabilità di crescere un altro essere umano e di prepararlo ad affrontare questo strano mondo è davvero una scelta dura ed eroica. Ho profonda stima per tutte quelle mamme di tre, quattro figli che pare riescano a tenere in pugno la situazione in ogni occasione. Io a malapena riesco a badare alla mia cena e a tenere insieme gli impegni quotidiani senza confondermi le idee e arrivare sempre e comunque in affanno. Sono una mamma poco previdente, poco organizzata, poco preparata. Per dirla in un unico termine: navigo a vista. E sapete cosa? Mi piace un sacco! Io adoro prendermi la libertà di poter scegliere ogni giorno senza programmi, cosa farò, dove andrò, quali porte mi aprirà la vita.

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