Un virus intestinale formato famiglia. Mi avevano avvertito del fatto che i primi anni da genitori sono caratterizzati da febbre un weekend sì e l’altro pure ma il primo Natale no, cazz porcazozza. Soprattutto se ad ammalarsi non è solo il pupo ma tutta la famigliola al gran completo così, tanto per dividere romanticamente, gioie e sventure. Una cosa che a descriverla mi censurano, fortuna che eravamo dai miei e avevamo due bagni a disposizione. Ora siamo tutti e tre di tre gradazioni diverse di grigio, più stanchi di prima ma, lo affermo con una certa soddisfazione, chili in più da pranzi natalizi nun ve temo.
Due Natali. Quattrocento chilometri, pranzi, cene, scarta, quant’è cresciuto il Nano, ma no, non dovevi, vestilo, spoglialo, fa le foto, portalo dalle nonne, quant’è cresciuto di nuovo e di nuovo ancora, siediti a tavola, alzati e dopo cinque minuti siediti di nuovo. In tutto questo no pomeriggi passati sul divano a guardare film natalizi, no dormite lunghe un giorno intero, no relax.
Nessuna bisca notturne. Di quelle che ti ritrovi a casa di tizio a bere e a fumare e, sì, anche a giocare a carte fino alle 6 di mattina, mangiando panettone e passando il tempo molle fra sorrisi e abbracci con chi non vedi da tempo. Ad aspettare che venga giorno che tanto sei in vacanza e poi domani dormo tutto il giorno.
Un weekend a Parigi in primavera. Senza il Nano.
11 Commenti
Ma sì, anche senza bisca e con qualche virus. Ma sì.
Anche perché passerà. O no?
Non ti voglio rovinare il finale. Ma passerà e impareremo a essere diversi.
virus? fatto. 400km? fatti. parenti/pranzi/cene/cappotto metti-togli/foto-video? fatti.
se penso che mancano solo 360 giorni al prossimo natale, mi viene l’orticaria.
il mantra di questo periodo è PASSERA’.
ma ora siete a casa?
a casa…dai miei.
lo Gnomo untore, oltre a trascinarsi per settimane patologie di ogni tipo tutte terminanti in -ite, è riuscito a stendere ogni abitante adulto nella cerchia dei familiari più stretti e affezionati.
esco solo per andare in farmacia, gli amici si fanno negare al telefono per paura di doverci venire a trovare e la lunga “to-do list” che mi ero allegramente preparata per queste settimane “in trasferta”, giace impolverata sul comodino.
ah le gioie infinite della maternità.
io sono tornata al lavoro ieri, ho chiamato mia mamma che al telefono mi ha detto: “oh, finalmente sento una voce un po’ più briosa”.
Pensa te come sono messa
La bisca notturna manca anche a me!!
E non solo quella…
Mi piace molto l’ ultima cosa che ti ha lasciato il tuo primo Natale da mamma!
molto. anche se la partenza è ancora lontana. troppo