Arrampicarsi. Su una torre di cubi di cartone, ad esempio.
Mangiare. Qualsiasi cosa riesce a raccattare da terra.
Fare il verso degli animale. In casa, quando siamo.
Soffrire di amnesie temporanee. Che gli fanno dimenticare “come fa il leone” in presenza delle altre mamme.
Ammalarsi. Alla vigilia di ogni weekend.
Dormire. Più o meno tutta la notte. Con i piedi in faccia a me e la faccia appiccicata a quella del padre.
Gioca. Più o meno allo stesso modo con tutti i giochi e cioè suonandoli come fossero tamburi.
Ignorarmi. Ogni volta che rientro a casa dal lavoro. Per circa mezz’ora.
Girare con la mia fototessera. Mostrandola a chiunque e pronunciando con tanta dolcezza che così non s’era mai sentita: “Maaaammmmaaaaaa“. Per centocinquantotto volte consecutive
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6 Commenti
Direi che l’ultimo punto merita un premio. Ah lucrezia però io ti leggo solo dal telefono se apro il blog dal pc non appari ….. mistero ….. magari si risolve da solo.
Ma te l’ha sempre fatto? Perché a me si visualizza bene. Stranissimo, fammi sapere che cerco di capire
Mi sono commossa! Fantastico!!
🙂
ahahahahah, aggiungo “Telefonare, per finta, alla nonna, e ripetere senza sosta “nonna nonna nonna nonna nonna nonna nonnaaaaaaaaa”
oppure: “mammmmaaaaa, mammaaaaa, mammmmaaaaa” con te lì presente!