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Cosa vuoi fare da grande?

A 5 anni volevo diventare una ballerina solo per indossare scarpette e tutù. La mia passione è durata il tempo di una decina di lezioni di danza.

A 8 anni volevo diventare un’archeologa per trovare tesori sotto gli arcobaleni. La mia passione è durata fino all’esame di Archeologia classica, all’università.

A 9 anni volevo fare la pittrice perché i colori mi hanno sempre affascinata e i pennelli ancor di più. La mia passione è durata fino a quando ho capito che i pennelli ero in grado di usarli solo per raccogliermi i capelli.

A 11 anni volevo diventare una stilista (o una modella, le due figure all’epoca erano per me le due facce della stessa medaglia). La mia passione si è consumata troppo in fretta nei lunghi pomeriggi passati a giocare con “Gira la moda”.

A 13 anni volevo diventare una professoressa di italiano perché avrei consigliato ai miei studenti di leggere il “Nome della Rosa” altro che “I ragazzi della scala A”. La mia passione è durata fin quando, l’anno successivo, al liceo ho conosciuto la mia professoressa di italiano.

A 16 anni volevo fare l’ingegnere genetico perché ero convinta che senza clone una vita non mi sarebbe bastata per conoscere, vedere, provare tutto quello che c’è da conoscere, vedere, provare. La mia passione è durata fino alla prima lezione di chimica.

A 19 anno volevo fare la moglie. La mia passione è durata per qualche anno fino a che, per mia fortuna, il genio che era al mio fianco è sparito senza lasciare tracce.

A 20 anni volevo fare la restauratrice perché non potevo essere una brava pittrice ma potevo salvare il lavoro di chi lo era stato. E poi perché il muro respira, il muro racconta secoli di storia. Se non avete mai avuto il vostro naso a due centimetri di distanza da un affresco, nemmeno per un minuto, è difficile non prendermi per pazza, ma credetemi, è così. La mia passione non si è mai esaurita: ho solo capito tardi che l’università che avevo scelto non mi avrebbe insegnato quello che serviva per diventare una brava restauratrice.

A 25 anni volevo fare la guida turistica perché era quello che facevo. La mia passione è durata fin quando la mostra per la quale lavoravo è finita.

A 26 anni volevo fare la giornalista perché ho conosciuto chi faceva questo lavoro e ho capito che questo era il mio e non il suo lavoro. La mia passione dura ancora, ha subito impennate e battute d’arresto, un giorno era la cronaca la mia vita e il giorno dopo l’economia, ma dura ancora. Così è andata: una mattina mi sono svegliata e ho deciso che questo sarebbe stato il mio lavoro. Da quella mattina ho dedicato ogni mia più piccola energia a questo lavoro, ad imparare, imparare senza sosta, conoscere, sperimentare, fare.

A 31 anni voglio fare la giornalista. E se mi chiedono cosa voglio fare da grande rispondo che voglio fare quello che faccio ma molto meglio di come lo faccio ora.

 

Ho aperto il mio cassetto dei sogni perché a chiedermelo è stata Maddalena, di  Il mezzo mondo di Uescivà, un’altra bella mamma che la rete mi ha regalato. E Burabacio che ha aperto i suoi cassetti prima di me, trovandoci un bel po’ di disordine.

E i vostri sogni nel cassetto quali sono?

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20 Commenti

  • Rispondi Uescivà 7 Marzo 2014 alle 18:31

    …allora, come la mettiamo, il mio cursus onorum dei sogni nel cassetto è pressoché IDENTICO al tuo!!! tranne che, in quanto figlia di due prof, non ho mai voluto fare la prof e che a 16 anni volevo fare il pilota d’aerei in stile top gun e non l’ingegnere (4 fisso in tutte le materie scientifico-matematiche…), per il resto idem…
    vabbè dovrò fare un post metafisico io, già capito…

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 8 Marzo 2014 alle 14:23

      Lo vedi che tu sul metafisico sei brava. A me tocca essere materiale, col resto sono una schiappa

  • Rispondi Mariella 7 Marzo 2014 alle 22:16

    Che bei sogni…alla fine l’importante è realizzarne qualcuno!

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 8 Marzo 2014 alle 14:22

      alla fine credo che l’importante sia riuscire ad essere felici con quello che si ha. certo, realizzarne anche qualcuno sarebbe il massimo

  • Rispondi Marco 8 Marzo 2014 alle 11:23

    Ciao! Prima di tutto vorrei dirti che i tuoi interventi mi piacciono molto, quando li leggo mi si rallegra la giornata, non so perché, ma è così.
    Poi mi permetto di complimentarmi per il pupetto, le sue foto sono troppo simpatiche.
    Infine vorrei presentare il mio più grande sogno nel cassetto (collegato a cascata con altri “secondari”) : non vivere più con il freno a mano tirato, altrimenti ci divento vecchio ad aspettare chissà che cosa..

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 8 Marzo 2014 alle 14:20

      Credo che vivere fino in fondo, alla fine, sia il succo di tutti i sogni, desideri, della vita in generale.

      Molto contenta di regalarti sorrisi. Buona giornata

  • Rispondi rossana 8 Marzo 2014 alle 12:35

    I miei sogni quest’anno devono trovare un ordine.
    Scrivere e lavorare con una persona che stimo in primis perché anche per me mettermi alla prova è indispensabile.
    Però gira la moda per me era fichissimo ….. pomeriggi interi a fare bozzetti e ancora oggi come dire lo stile prima di tutto!

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 8 Marzo 2014 alle 14:17

      Beh, in bocca al lupo per il progetto. e per il tuo banco di prova

  • Rispondi Simone, quello di @purtroppo 8 Marzo 2014 alle 13:39

    Io volevo fare il ragioniere. Non l’impiegato, proprio il ragioniere. Perché mio padre aveva fatto scrivere RAG. sulla targhetta della porta. E a me doveva sembrare la cosa più bella del mondo.

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 8 Marzo 2014 alle 14:16

      invece a me è successo che mio padre voleva far fare la ragioniera (o meglio la commercialista, ma sono dettagli) e io, oggi, ogni cinque minuti mi deprimo per non avergli dato ascolto

  • Rispondi Silvana - Una mamma green 10 Marzo 2014 alle 12:16

    Saresti stata una commercialista triste, e invece sei una brava giornalista! Secondo me a volte i genitori non vanno ascoltati, specie in fatto di sogni!

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 10 Marzo 2014 alle 12:19

      dall’altra parte, però, c’è il contratto, la stabilità, lo stipendio a fine mese. chissà…

  • Rispondi Anna 10 Marzo 2014 alle 15:31

    Anch’io da grande viglio fare quello che faccio, ma farlo meglio! Ho deciso di fare la maestra di scuola dell’infanzia a 19 anni, dopo il liceo classico, quando davvero ho medidatato su cosa volevo fare x i prossimi 30 anni (ottimista io!!!), andando contro il parere di tutti. Da 0 a 19 anni ho passato anch’io tutte le fasi, compresa una, intorno ai 14 anni, in cui volevo fare la segretaria perché quelle che conoscevo avevano tutte unghe bellissime…

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 10 Marzo 2014 alle 15:36

      Per me migliorarsi è una sfida che mi tiene viva. Non sarò perfetta, non voglio nemmeno esserlo – disse ella mentendo – però voglio fare bene, anzi meglio, tutto quello che faccio. O almeno provarci.

  • Rispondi Anna Le Rose 10 Marzo 2014 alle 23:56

    Passo da qui per ringraziarti per avermi spronato con questo post ad aprire il mio cassetto dei ricordi e per farmi guardare con aria più scanzonata i miei sogni. Mi ha fatto bene scrivere la mia lista! 🙂

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 11 Marzo 2014 alle 9:47

      grazie a te di aver colto l’invito. credo che la condivisione sia la parte più bella dello scrivere. e di farlo su un blog. Quindi grazie

  • Rispondi margherita 11 Marzo 2014 alle 11:34

    Se non mi fossi ritrovata senza lavoro in gravidanza non avrei mai avuto il coraggio di far diventare lavoro il mio amore per la fotografia… Ho “dovuto” aprire il cassetto e ne sono tanto felice!

  • Rispondi Stella 12 Marzo 2014 alle 22:42

    Ma che bello questo post! Mi ha fatto pensare a vecchi sogni chiusi nel cassetto e a sogni che ancora vorrei realizzare. Dovrei fare una lista anche io… Giusto per non dimenticare!

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 13 Marzo 2014 alle 9:37

      Sì, sì, falla… i promemoria hanno una certa utilità. e un gran fascino

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