Delle mie perplessità ne avevo già parlato, ma questo era prima di avere un’esperienza diretta con l’asilo nido. Il fatto è che oggi le mie perplessità sono esattamente identiche a quelle di otto mesi fa, con la differenza che il beneficio del dubbio non ce l’ho più.Il nostro inverno è stato come quello di molti: una merda. Influenza all’ordine del weekend, incastri di orari che nemmeno un giocatore esperto di Tetris, corse contro il tempo, affanno, affanni, ansie. All’asilo Pit l’ho portato poco e male. Non l’ho tenuto a casa solo quando aveva 39 di febbre, ma anche quando aveva il naso che colava e fuori faceva un freddo porco con la benedizione della mia pediatra.
Ho sbagliato? Non credo. Lui era felice, io ero tranquilla di lasciarlo con i nonni. Che sono stati gli unici a rimetterci, risucchiati come sono stati dal vortice del nipote che non lascia il tempo di respirare.
La settimana scorsa ho (ri)portato Pit all’asilo dopo quasi tre settimane e mi sono ritrovata, non solo un bimbo disperato, che mi si attacca addosso, piange e chiama la mamma, ma anche una maestra che mi fa la ramanzina perché la frequenza non è stata costante.
Bene, cara maestra, se la premessa potrebbe pure essere giusta, quello che io penso (e ti ho detto) è che il nido non è la materna e non è un obbligo, ma un aiuto per mamme, papà e nonni che da soli non ce la fanno. Perché se io avessi più nonni a disposizione o potessi permettermi di lavorare di meno, col fischio che lo lascerei a te. Ce lo porterei io al parco a giocare, lo metterei io davanti al foglio con le tempere in mano, gliele leggerei io le favole. Ma, cara maestra, non posso e ho chiesto aiuto a te, pagando s’intende. Quindi, cara maestra, ti prego di non fare l’offesa se quando mi riprendi e metti becco sul mio modo di fare la madre io ti rispondo a tono.
Detto questo, io non lo so se sono io ad aver problemi con questo asilo, con queste maestre o con la mia coscienza, ma non venitemi a dire che se un bambino che per tutto il weekend è sereno e pacifico, diventa nervoso e irrequieto dal lunedì, l’asilo è comunque salutare per il suo bisogno di socializzare. Per me potrebbe tranquillamente iniziare a socializzare a tre anni ché a due se se ne sta con la nonna va ugualmente bene. Anzi meglio.
Però io dell’asilo ho bisogno, e qui torniamo al punto di partenza. Quindi che fare? Faccio finta di niente, continuo ad andare al lavoro col magone, mi convinco che vedo tutto con gli occhi di mamma quindi poco obiettivi, mi licenzio o cambio asilo?
A voi la parola.
54 Commenti
Mi fa riflettere questo tuo post … io per fortuna e scelta pago una tata di super ultra fiducia (signora adorabile che conosco da 20 anni) che ama mio figlio come fosse suo nipote (ha più l’età della nonna che della mamma) e ho ad adorante disposizione mia nonna che abita vicinissimo e, Dio la benedica (come si suol dire), a 84 anni prepara pappe, canta filastrocche e racconta favole con l’entusiasmo e la certezza che non vi sarebbe miglior posto al mondo che vicino a suo nipote che solo una bisnonna può avere. Proprio per questa situazione idilliaca non ho mandato mio figlio al nido che a 21 mesi è ancora felicemente coccolato tra casa e parco. Allora, è vero che di malanni ne abbiamo passati relativamente pochi e questa bolla sicura in cui vive ne ha fatto un bimbo felice e abbastanza indipendente da me …. però credo che il contatto con i suoi simili nani, essere obbligato a mangiare ciò che danno (e non mia nonna che lo nutre con due piatti che cambia quando lui lo chiede….true story) e, in generale, imparare che per quanto osannati non si è, in fondo fondo, il centro assoluto dell’universo, bè a volte mi chiedo se non ho sbagliato…. comunque abbiamo deciso di mandarlo almeno l’anno prossimo, perché in un mondo in cui tutti i bambini vanno al nido arrivare alla materna come un tardone non mi sembrava un gran regalo (e poi c’è il nano 2 la vendetta in arrivo!) … insomma nido non nido, questo è il dilemma …. ripeto, con il senno di poi, ti dico che sbagliato a non mandarlo almeno la mattina pure quest’anno…
certo in questi giorni sto combattendo per la dichiarazione isee per iscriverlo l’anno prossimo…e mi dico che la tata è una gran cosa!! hehehe
Guarda io lo so che a casa, con i nonni poi, i bimbi vengono su viziati. Ma io sono andata all’asilo a tre anni, il mio compagno pure, le mie amiche tutte pure e nessuno di noi (magari qualcuno sì ma credo siano altre le cose che hanno inciso) sono venuti su viziati. è un po’ come il discorso dell’allattamento, ora ci sembra di vitale importanza svezzarlo a sei o a dieci mesi, ma nell’economia di una vita questa cosa ha veramente importanza?
no è chiaro, anch’io sono stata a casa fino ai tre anni ed ero un soldato. E del resto vedo che comunque anche il nano fa la differenza tra loro (inteso come la coppia di attacco Tata+bisnonna) e noi e non pretende certo da me di cambiare piatto ogni tre minuti. Però, però…. ripeto….credo che per alcuni, solo alcuni aspetti la dimensione del nido ed il confronto con i suoi simili ora iniziano proprio a mancare
mah… forse dipende veramente dal nido: la Pisquana ci è andata sempre davvero molto volentieri e io le sue maestre le ho amate molto, hanno fatto da baby sitter un po’ anche a me, tanto che una di loro è diventata la nostra baby sitter ufficiale. Se dovessi e potessi dover rifare la scelta nonni vs nido, io risceglierei il nido, anzi QUEL nido e quelle maestre…
sì, credo anch’io che dipenda molto dalle strutture e dalle maestre che sono pur sempre delle persone. di base. 🙂
Come ho scritto qui sotto, dipende sempre dalle maestre e non solo al nido, ma in tutti gli ordini scolastici. Noi per ora siamo stati molto fortunati, aspetto terrorizzata la batosta che prima o poi arriverà…
Per carità tutto ma non licenziarti!
Cambia asilo o riduci il tempo di permanenza se riesci, ma il lavoro no. Lui sarà grande troppo in fretta per poter rinunciare ad autonomia e indipendenza e quando si sceglie per senso di colpa e non per vera vocazione o necessità irrevocabile non si sceglie mai bene.
Ti sono molto vicina nonostante la mia esperienza super positiva (chiamasi fortuna sfacciata o c@@o) col nano al nido. Un abbraccio
no che non mi licenzio anche se spesso il ritornello: “ma chi me lo fa fare” mi ronza in testa.
Si, anche a me…. troppo spesso mi dico che lavoro troppo, che non vedo mai Ciccio e che mi piacerebbe dedicargli molto più tempo… che dovrei fare una scelta diversa. Ma temo che se facessi la scelta di lasciare il lavoro solo in nome del fatto che mi sento in colpa, ne risentirebbe per prima cosa lui. Una madre isterica e frustrata ma onnipresente è meglio o peggio di una madre che tra mille corse e sensi di colpa c’è e quando c’è da il massimo perchè è soddisfatta di sè come persona? (parlo per me ovviamente)
Sul nido anche io credo non sia una scelta indispensabile prima dei tre anni, ma tra la tata o i nonni (e non la mamma o il papà) tutto il giorno o il nido qualche ora e poi la tata/nonni ho scelto la seconda e devo dire che lui ha molto apprezzato la scelta.
Sono stata fortunata a trovare anche un nido dove il rapporto maestre /bambini è quasi 1 a 3 e lui si sente coccolato e accolto e ha assimilato il concetto “mamma e papà vanno in ufficio e tu vai al nido” . Questa frase lo rasserena, lo fa sentire, credo, parte di un’attività familiare… ciao V
che bella la cosa di “farlo sentire parte di un’attività familiare”. Io ci provo ma è ancora piccolino secondo me, già da settembre sono sicura che le cose saranno diverse. Per il discorso del lavoro sfondi una porta aperta. Io lavoro di sicuro perché ne ho bisogno ma in primo luogo perché senza il mio lavoro mi sentirei persa davvero
Io te lo dissi mesi fa e lo ripeto anche oggi: sì al nido. Sempre e comunque anche se i nonni sono a casa. Perché io a differenza tua vedo com’è Lavinia dopo che sta “troppo” con nonna Laura e rimpiango subito l’asilo. I nonni sono importantissimi ma per me rimane fondamentale il confronto con gli altri nani e con le maestre che li trattano tutti allo stesso modo e non con quell’amore spesso “troppo” dei nonni. Certo avrai tenuto Pit a casa tanto per via dei malanni, e certo lui non avrà fatto in tempo ad ambientarsi al meglio, e certo dopo un week end con voi il lunedì è rognoso. Ma sono rognosa anche io il lunedì. E non sto con voi. È il lunedì. E prima o poi Pit si farà più anticorpi e non si ammalerà più…e amerà l’asilo e giocare con i suoi amici. È questione di tempo e di abitudini. Come per tutto. Anche per te, che secondo me potresti fare la differenza. Non credo sia la scuola, in un’altra non credo che tu la vivresti diversamente…tu…. Opinione personale di una pessima madre che ha mandato la creatura al nido a un anno nonostante ci fosse la nonna. E che oggi alla scuola materna non ha la bambina malata ogni tre per due e ha una bimba che va volentieri alla scuola dei grandi….;-) Coraggio, ce la puoi fare! (O mi stai diventando un’ottima madre???;-D) http://www.mammadaprimosguardo.com
Io credo che il fatto che lui non ci vada volentieri potrebbe avere a che fare con la tua diffidenza nei confronti dell’asilo. Loro hanno i radar che la CIA se li scorda proprio, sanno captare vibrazioni millesimali che tu neanche ti rendi conto di lanciare.
Io sul nido ho un’opinione diametralmente opposta, credo che non sia per niente un parcheggio per genitori che non hanno i nonni a disposizione, anzi, credo sia una tappa importante (non fondamentale, perchè come hai detto tu possono anche iniziare a 3 anni non solo a socializzare, perchè il nido non serve solo a quello, ma a intraprendere un percorso di formazione).
Certo poi dipende dal nido e dalle maestre, ma questo vale per qualsiasi grado scolastico.
PS – le mie posizioni a riguardo qui – http://www.meduepuntozero.com/?p=1720
potresti avere ragione sui loro radar ma la mia è una diffidenza che si è andata formando pian piano. non ero partita prevenuta insomma
neanche io penso che il nido sia un parcheggio. E. ha la nonna che vive con noi, dunque totalmente a disposizione, e fino a 2 settimane fa anche una tata che lo scarrozzava la mattina. nonostante ciò si è optato per il nido, perché pensiamo che ad un anno d’età hanno bisogno di altri bimbi, di socializzare e, come dice Cate e per quanto scioccante, prima capiscono che non sono gli unici bimbi al mondo, meglio è. poi, ovvio, vanno anche riempiti di coccole. a onor del vero devo anche dire che anche l’aspetto economico ci ha spinto a fare la scelta (la tata costava moolto di più) , oltre al fatto che la nonna è sì a disposizione, ma si stanca anche facilmente. comunque il risulato è che lui ci va volentieri, gli piace interagire, e forse davvero molto dipende dalla struttura.
sì, credo anch’io che ogni storia sia molto a sé. però ripeto io continuo a pensare che per tutte queste cose c’è tempo. e di certo non voglio dire che vadano viziati o cosa
Al nido purtroppo c’è poco da parlare di frequenza costante, da settembre a oggi, non c’è stato un mese in cui mia figlia abbia frequentato senza assenze e ogni volta era come un nuovo inserimento. Credo nel l’asilo e nelle sue potenzialità, sono convinta che sia un ambiente sociale che sviluppi la loro autonomia e li rende forse, più precoci di chi non va, in alcuni campi. Non che questo sia indispensabile ma di sicuro male non fa e, a dirla tutta, agevola anche il nostro ruolo di genitori. Tuttavia l’asilo deve essere quello giusto e per me giusto e’ quando mi trasmette fiducia e se c’è collaborazione tra insegnanti e famiglia, in caso contrario si cambia. Io mi fiderei del tuo sesto senso e prenderei in considerazione di guardare altrove, consapevole che la frequenza anche in questo caso, potrebbe non essere costante.
grazie 🙂
il nostro Piccolo Principe va al nido da quando aveva 8 mesi, ma ha iniziato ad andarci davvero volentieri dopo l’anno e mezzo credo. Siamo stati abbastanza costanti e le maestre ci hanno aiutato molto a impostare degli orari regolari anche a casa, il che ci ha facilitato la vita non poco.
Nonostante ci troviamo bene in generale, i pianti la mattina vanno un po’ a periodi e comunque non sempre riusciamo a vedere le maestre come alleate nell’educazione, anzi spesso di pancia ci viene da criticarle che non fanno mai le cose abbastanza bene (ma sono sfoghi che facciamo tra noi, mai davanti al nanetto o alle maestre). Credo che sia una conseguenza del senso di colpa per doverlo lasciare ad altri mentre lavoriamo, entrambi full-time.
Per fortuna i nonni lavorano perchè io non sarei mai stata d’accordo nel lasciarlo a loro tutti i giorni (ci sarebbero stati gravi incidenti diplomatici credo…)
Alla fine sono contenta che faccia l’esperienza dell’asilo. Ultimamente quando piange all’ingresso gli spiego che io devo andare via e lui è molto coraggioso ad andare tutti i giorni a scuola e stare senza la mamma tutto il giorno. Quando andiamo a prenderlo è sempre di ottimo umore, sorrisoni e coccole, per cui va bene così.
Se qualcosa di specifico nel comportamento delle maestre non ti è piaciuto credo sia importante che ne parliate, ed è importante che siano disponibili a farlo per chiarirsi; tieni però presente che quel che puoi vedere tu (tipo le maestre che chiaccherano e i bimbi che scorrazzano soli) non è indicativo di come va il resto la giornata. Prova magari a confrontarti coon gli altri genitori, per sentire come si trovano i loro bimbi…
Credo che l’osservazione sulla costanza potesse voler suggerire che dei ritmi regolari sono preferibili per i bimbi, e che la massima partecipazione possibile alla vita dell’asilo aiuta i bimbi a riconoscere l’ambiente e le persone come familiari (e quindi rende meno traumatico il distacco la mattina) e a godere appieno di tutte le attività proposte dalle maestre (io ricordo il senso di spaesamento e delusione nel rientrare dopo un’assenza e trovare alle pareti i cartelloni che testimoniavano le attività fighissime fatte in mia assenza!)
Detto questo, son tutti bimbi che crescono benissimo, con tutta sta gente intorno che li ama e si preoccupa di fare il meglio per loro!
mi sono confrontata con altri genitori, una sola coppia a dir la verità, e loro hanno deciso di spostare la figlia in un’altra struttura :/
Voglio inginocchiarmi ad altezza bambino. Voglio guardare mio figlio/a negli occhi e ascoltarlo. Voglio dare un significato alle sue lacrime prima e poi alle parole della maestra.
La scuola fa bene ai bambini piccoli piccoli…bah…di sicuro serve come dici tu ai genitori che lavorano.
Io propendo per ascoltare l’istinto! Quello che passa attraverso i tuoi occhi di mamma 😉
Un abbraccio <3
🙂
Cara, io ho i nonni disponibili e decisamente rock. Ci danno sempre una mano e continueranno, perché senza, con due, non si sopravvive.
Detto ciò io io ho fatto la scelta per Biscela del nido tutte le mattine dai 23 mesi. È stata un’esperienza talmente bella che ora vorrei che Pietruncoli iniziasse un pochino prima (valutiamo due mattine a settimana dai 15 mesi in avanti, per passare alle cinque mattine dai 23 in avanti).
Io credo che sicuramente dipenda molto dal nido e dal feeling che non hai trovato con le educatrici, anche perché oggettivamente da quello che scrivi non mi pare facciano molto per coinvolgerti e cancellare i tuoi dubbi.
Il punto è che il nido dovrebbe essere un valore aggiunto, un luogo in cui un bimbo impara attraverso le attività proposte (che a casa non potrebbero essere replicate), ma anche attraverso l’emulazione degli altri bambini.
Le educatrici dovrebbero coinvolgere i genitori: da noi si creano laboratori e seminari a go go.
Poi che si ammalino di più e che alcuni bimbi patiscano di più il distacco ci sta. Soprattutto il lunedì. La cosa importante è che poi si calmi subito, che non pianga tutto il tempo. Perché un conto è il distacco dalla mamma, un conto è la sofferenza vera della permanenza. Quindi quanto velocemente si calma è un dato importante per quel che ne so.
Io ho visto Biscela crescere molto al nido, mi piacerebbe dire lo stesso della materna!
Io proverei a parlare apertamente con le educatrici, chiederei un colloquio sereno e costruttivo.
Nel caso valuterei un’altra struttura, perché molto fa anche il modo in cui affronti tu la cosa. Se non sei serena Pit lo percepisce!
Questo è quello che farei io, la mia opinione. Ma non esiste un giusto o uno sbagliato. Esiste la cosa giusta per voi e basta.
Un abbraccio e un in bocca al lupo
Sara – moderata poro-nido
Ciao cara, sto valutando in effetti di fissare un colloquio e valutare con loro che cosa fare. Grazie comunque dell’abbraccio
ho da poco iscritto mio figlio al nido a partire dal prossimo settembre, quando avrà un anno e mezzo…non ho avuto nessun dubbio a riguardo e spero ovviamente di non pentirmene.
Io e mio marito di comune accordo abbiamo scelto un privato, e prima di decidere a quale struttura mandarlo sono andata personalmente a parlare con le maestre per rendermi conto di un po’ di cose…in un asilo davano molta importanza all’incontro mensile con lo psicologo (?) mentre in un altro si incentivavano le attività all’aperto ma anche il ballo, il teatro, le gite al mare, l’inglese…
questo per dire che non si può fare di tutta l’erba un fascio perché penso che ,come in tutto, ci siano in questo caso strutture valide con gente capace e altre che lasciano a desiderare (dall’asilo con lo psicologo me ne sono andata via a gambe levate!!!).
Penso purtroppo che siate stati sfortunati e nonostante mi renda conto che non sia immediato anche per il bimbo cambiare di nuovo tutto, io mi attiverei per cercare un’altra struttura perché è evidente che c’è qualcosa che non va.
nella città in cui vivo c’è un gruppo facebook di mamme (siamo più di tremila) dove ci confrontiamo e ci diamo consigli, e molte mamme mi hanno dato pareri strapositivi sull’asilo che poi ho scelto. spero come ti dicevo di non pentirmene e incrocio le dita.
io al momento non lavoro, ci siamo appena trasferiti e ho dovuto lasciare il mio impiego precedente e ho i suoceri a 200 metri da casa nostra che sono in pensione, ma francamente non ho intenzione ne di lasciare mio figlio a loro ogni giorno ne di precludermi la possibilità di trovarmi un lavoro, quindi penso che il nido sia una scelta importante non solo per mio figlio ma soprattutto per me perché è più di un anno che sto a contatto praticamente solo con lui e non ce la faccio veramente più!
poi dico così ma comincio ad avere una mega ansia all’idea di mandarlo all’asilo, posso solo immaginare cosa mi aspetta, tra ansia del distacco (mio), influenze, varie ed eventuali, insomma nutro tante speranze e voglio sperare che le cose vadano benino, fossi in te approfitterei dell’estate per guardarti intorno e trovare un’altro asilo, vedrai che le cose andranno meglio!
beh dai perché? non vuoi crescere tuo figlio a suon di sedute dallo psicologo? madre snaturata che sei 🙂
Ciao, mi piace il tuo post perchè racconti quello che senti. Spesso è difficile anche lasciare i bimbi ai nonni, perchè sono anziani, perchè hanno altre faccende, perchè lavorano pure loro. Perchè magari ti dicono una volta ogni tanto ok, ma l’impegno fisso non lo voglio.
Gli enigmi sono tanti e ognuna di noi vive i suoi piccoli inferni, lì fuori da quella porta, entrando in macchina col cervello diviso a metà tra il pensiero mammesco e quello lavorativo…
divise a metà. Sempre 🙂
Premetto che non sono mamma ma sono una maestra laureata in psicologia e ho lavorato in baby parking, asili e ora scuola elementare.
Un bambino fino ai 2 anni non è in grado di giocare e condividere giochi alla pari con i coetanei senza un adulto mediatore e propositore. E’ troppo piccolo.
L’ideale è il rapporto 1 a 1 anche perchè i bambini hanno perscorsi di crescita diversi e un adulto dedicandosi ad un solo bimbo può personalizzare al massimo stimoli e giochi.
Al massimo il nido lo vedrei 3 ore il mattino e poi genitori o nonni ma mi rendo conto che non è sempre possibile.
Devo però dare ragione alla maestra sulla frequenza perchè una volta scelto per il nido è importante non tanto la quantità di ore ma la costanza di andare ogni giorno.
Primo perchè i bambini sono abitudinari e un cambiamento così grande nella routine è difficile da gestire per loro e secondo perchè hanno un concetto del tempo diverso del nostro e non frequentare per 3 settimane equivale a dover fare un nuovo inserimento quasi avendo perso il bambino i riferimenti legati a quel luogo e a quelle figure di accudimento.
Quello che mi sento di consigliarti è di evitare questi sbalzi e magari cercare invece di alternare nido e nonni in maniera costante (es mattino nido e pomeriggio nonni).
sara non ci conosciamo ma ti abbraccio tanto perché con il tuo commento mi fai pensare che esistano ancora persone di buonsenso. Cito il tuo commento su fb, come quello generico di una laureata in psicologia. Grazie, grazie davvero
Guarda..il mio primo figlio non l’ho mai mandato ed è tutt’altro che viziato. Ora ha 8 anni, è andato all’asilo a tre anni senza nessun problema. Un bambino educato e felice, è rimasto un po’ con mia mamma e un po’ con me che ammetto di avere la fortuna di lavorare da casa, ma comunque lavoro.
Ora sono alle prese con il secondo, che è molto attaccato a me, anche lui sta con la nonna, però è molto più mammone, e ho provato a portarlo al nido di un coworking, ma il risultato è stato disastroso, e mi sono sentita in colpa, perché comunque se sta con la nonna ogni tanto esce a fare passeggiate e a casa sua non è sbattuto in mezzo ad estranei. Se hai la possibilità lascialo con i nonni quando puoi o se proprio prova a cambiare nido. Unica cosa, con il freddo puoi benissimo portarlo fuori. Io l’ho portato fuori tutto inverno pure col freddo:-)
ah sì, anzi credo che sia importante per i loro anticorpi. il problema è che questo scorso inverno Pit è stato praticamente sempre malato 🙂
I miei sono andati al nido intorno ai diciotto mesi. E per me erano piccoli. Avevamo scelto un nido che c’era sembrato il migliore: montessoriano, arredi un po alla svedese, cibo vegetariano. Ebbene per mio figlio, che adesso ha cinque anni e frequenta, inseritissimo, la materna pubblica, non era il posto giusto. Ha pianto tutti i giorni di tutti e tre gli anni che lo ha frequentato. Gli altri bambini tutti serenissimi. La mia secondogenita, più piccola di solo un anno, più tranquilla sicuramente del fratello. Cosa c’era in quel posto che per lui non andava bene non lo saprò mai. Ma una cosa è certa: non era il posto per lui. Fidati del tuo istinto!
Grazie 🙂
Guarda… Ti lascerò un commento poco costruttivo e abbastanza scontato. Ma è così per me. Lui, due anni e mezzo, va volentieri, vuole i suoi amici. Lei, cinque anni mi chiede ogni giorno di stare con me, di saltare la scuola, di chiamare una nonna. Ecc. Poi ci sono le volte in cui lui non ha voglia e lei non vede l’ora di andare. Non sono parcheggi, fanno cose belle, meno male che ci sono. Detto questo loro, se potessero stare con noi, sceglierebbero noi. E gli amici li troverebbero al parchetto. E magari si annoierebbero di più, ma la noia è davvero un problema? Son certa starebbero ‘in vacanza’ con noi sempre, senza esitazione. Ma la società oggi va così. E se le alternative non ci sono (puoi smettere di lavorare?), godiamoci i momenti con loro, mandiamoli sereni nelle strutture create apposta e per fortuna belle e funzionanti. Senza sensi di colpa. Quel che conta è quando stiamo insieme. Cambia asilo se le maestre non ti piacciono. Pensa al lavoro se ti sta troppo stretto. Ma no sensi di colpa. non mi ricordo quanti mesi ha pit, ma dai 20 gli amici diventano un aiuto importante, hanno voglia di vederli, l’asilo diventa uno spazio gioco dove conta di più il gruppo. Migliorerá insomma. (Ma a cinque anni se starà a casa con te tre settimane piangerà uguale. E il lunedì, dopo un week end insieme, sarà sempre lunedì). Stai serena. Stai facendo bene. Le mamme fanno bene, quando amano così tanto. ok?
io ti dico solo che ho pianto per tutto il tempo della materna. per poi diventare, all’improvviso, un animale sociale. Però, boh, il nodo che non riesco a sciogliere è: sono queste maestre e questo nido a non andarmi a genio o sono io che non digerirei a priori nessun asilo?
Stamattina comunque causa problemi intestinali è rimasto a casa, ho foto di lui che provano che sta pulendo le fave con la nonna :/
Guarda… Ti lascerò un commento poco costruttivo e abbastanza scontato. Ma è così per me. Leone, due anni e mezzo, va volentieri, vuole i suoi amici. Stella cinque anni mi chiede ogni giorno di stare con me, di saltare la scuola, di chiamare una nonna. Ecc. Poi ci sono le volte in cui lui non ha voglia e lei non vede l’ora di andare. Non sono parcheggi, fanno cose belle, meno male che ci sono. Detto questo loro, se potessero stare con noi, sceglierebbero noi. E gli amici li troverebbero al parchetto. E magari si annoierebbero di più. Ma son certa starebbero ‘in vacanza’ con noi sempre, senza esitazione. Ma la società oggi va così. E se le alternative non ci sono, godiamoci i momenti con loro, mandiamoli sereni nelle strutture create apposta e per fortuna belle e funzionanti. Senza sensi di colpa. Quel che conta è quando stiamo insieme. Cambia asilo se le maestre non ti piacciono. Pensa al lavoro se ti sta troppo stretto. Ma no sensi di colpa. non mi ricordo quanti mesi ha pit, ma dai 20 gli amici diventano un aiuto importante, hanno voglia di vederli, l’asilo diventa uno spazio gioco dove conta di più il gruppo. Migliorerá insomma. (Ma a cinque anni se starà a casa con te tre settimane piangerà uguale. E il lunedì, dopo un week end insieme, sarà sempre lunedì). Stai serena. Stai facendo bene. Le mamme fanno bene, quando amano così tanto. ok?
e volevo scrivere “un altro” 😉
Io non sarò di grande aiuto perché non ho ancora esperienze di nido, ma la mattina e’ sempre un po’ una pena prima di andare a lavoro… Quindi ti mando un forte abbraccio!
Ps ma un altro nido?
prima tento di capire se il problema sono io 🙂 poi, magari…
Per esperienza ti posso dire che il primo anno di nido è devastante. Anna va al nido da quando ha 7 mesi (ora ha quasi 3 anni) e mi ricordo che per i primi 5 mesi ci sarà andata forse una decina di giorni al mese. Pagavamo la retta e lei si ammalava. Era una costante. Poi crescendo si è immunizzata e la frequenza allora è diventata più…”costante”. Costanza. Parola antipatica se consideriamo che stiamo parlando di bimbi piccoli ma purtroppo è proprio la costanza che rende meno difficile il momento del distacco…specie dopo tre settimane a casa.
Sono d’accordo con te quando dici che il nido non è un obbligo ma un aiuto per i genitori che da soli non ce la fanno ma io, pur avendo due nonne a disposizione, ho preferito far andare Anna al nido perchè ritengo che lo stimolo ricevuto da insegnanti preparati e da bimbi della stessa età non sia paragonabile a quello dato dai nonni, o anche dai genitori.
Se ritieni che l’esperienza nido debba andare avanti allora ti consiglio di tenere duro perchè il prossimo anno sarà una passeggiata rispetto a questo, e se hai anche il minimo dubbio sulle maestre o la struttura allora vai a vederne altri. Magari poi non lo cambi ma vederne altri ti può aiutare. Noi abbiamo dovuto cambiarlo per esigenze logistiche ma prima di arrivare a quello dove va adesso, e in cui lei sta benissimo, ne ho visti quattro e quello che ho scelto è stato l’ultimo che ho visto.
Vedrai che man mano che cresce certi step saranno più semplici.
Grazie, proverò, magari dopo aver parlato con le maestre. Un abbraccio 🙂
Ciao, io sono una grande sostenitrice del nido, ma penso che la condizione di base perché le cose vadano bene sia che tu abbia una totale e incondizionata fiducia nelle maestre e loro la abbiano in te. Primo perché se non sei convinta tu, non c’è ragione perché sia convinto tuo figlio di passare lì le mattine. Secondo perché tu avrai sempre un pregiudizio su ciò che ti diranno su tuo figlio. E poi perché se le maestre sono prevenute difficilmente sapranno individuare il disagio che tuo figlio vive all’asilo ed intervenire.
Quanto alle malattie, ci siamo passati tutti, la mia pediatra però mi ha salvato la vita con il seguente consiglio: si è ammalata? resisti e tienila 15 giorni di seguito a casa, finché non è totalmente guarita. Beh, ha funzionato, abbiamo interrotto la sequenza negativa e siamo rinati.
Anche io ho un blog (decisamente più casereccio e confusionario del tuo) e sul nido ho scritto questo:
http://vedogente.blogspot.it/2014/11/asilo-e-svezzamento-storia-di-una-pupa.html
Sono passati sei mesi, la Piccola I. ha un anno, e io dell’asilo sono felicissima, lei ama le maestre come le nonne e il nido è per lei un luogo che sa di casa.
Baci e complimenti per il blog, mi faccio sempre grandi risate!
Vado a leggere. Un abbraccio e grazie a te
…guarda, non saprei. Magari potresti provare a cambiare asilo. Probabilmente lui ha i radar, probabilmente lì non è il meglio per lui. Per quanto riguarda le malattie, se ti può consolare noi siamo messi nello stesso modo, nonostante marta sia al terzo anno di scuola dell’infanzia (e tutti mi dicevano “ma vedrai che dopo il primo anno andrà meglio! vedrai che dopo il secondo andrà meglio!” ora mi dicono”vedrai che alla scuola elementare andrà meglio!” 😐 ). Confrontati cine altre mamme della sua classe – si chiama così al nido? -, senti la loro esperienza, magari lui “legge” la tua preoccupazione, i tuoi dubbi, o magari veramente in quel nido non ci sta bene.
Io vengo dall’esperienza “nonni baby sitter”, per questioni economiche e di orari strambi di entrambi quella era l’unica soluzione. Per fortuna con lei mia mamma in particolare è stata una vera “baby sitter”, facendola giocare, sgridandola se serviva, facendola divertire. Logicamente i parenti son di parte, un minimo di vizio – passami il termine – c’è. Marta comunque alla scuola materna non si è trovata meno male di chi veniva dal nido. Scegli la soluzione che ti fa sentire più serena
Ciao gab. per i nonni non è facile non passare il vizio (te lo passo eccome il termine) ma è anche vero che, secondo me, per le regole ferree, che comunque già io sto cercando di dargli, ci sarà tempo. Ho deciso che proverò a parlare con le maestre, vediamo che ne viene fuori 🙂
Io anche oggi, ad anni di distanza, dico un sì convinto al nido. Meryem ci è andata da quando aveva 9 mesi e sinceramente non solo non ne ha sofferto, ma mi sento di dire che ne ha avuto giovamento. Certo, mi sono dovuta beccare tre anni di alzate di sopracciglio e ramanzine da parte della pediatra, nonché decine di conferenze non richieste sul fatto che i bambini a quell’età non sono in grado di interagire con i coetanei e che il rapporto 1:1 è l’ideale. Sarà. Io rispetto le competenze di tutti, ci mancherebbe. Ma con il senno del poi lo rifarei. Quello che certamente non giova a nessuno è una madre in ansia e che si sente in colpa. Io ho sempre avuto la fortuna di avere una certa facilità a fidarmi di altre persone, forse perché sono sempre stata consapevole che per crescere un altro essere umano non basto io. Magari altre madri sono più complete, ma per me che io non bastassi a mia figlia è sempre stato evidente. Ero importante, necessaria, insostituibile per alcuni aspetti. Ma sono stata sempre profondamente grata a tutte le persone che hanno contribuito e contribuiscono a farle fare esperienze di ogni genere, giorno dopo giorno.
Guarda, io sono identica a te nel fatto di essere consapevole di non bastare a Pit. L’ho sempre lasciato, e non solo con i nonni, ma anche (e spesso) con i miei amici che lo fanno divertire e che lui ama molto. Ma lì, boh, è come se davvero non ne vedessi il giovamento. Solo una mera necessità
Ciao,
noi viviamo all’estero. Niente nonni quindi.
Le scelte erano tre: la baysitter, la tagesmutter(una mamma che sta a casa e tiene anche i figli degli altri oltre al suo), il nido (privato perchè qui in Svizzera quelli pubblici sono pochissimi e solo se sei davvero non abbiente ottieni il posto). Premesso che ne io ne mio marito siamo andati al nido(e siamo stati due bambini, a quanto ci riferiscono, molto autonomi e poco mammoni sebbene mio marito un po piu’ orso di me).
La tagesmutter sarebbe potuta essere una buona opzione ma quando ci siamo messi a cercare non ce ne erano disponibili nel quartiere quindi abbastanza convinti abbiamo optato per il nido. E non ci siamo mai pentiti. Come ha già scritto qualcuno, la fiducia nelle maestre e nella struttura(e possibilmente una linea educativa simile)sono fondamentali. Qui in Svizzera il rapporto educatrici/bambino è variabile con l’età del bambino(da 4 mesi a 18 è 3 bambini max per maestra!! poi diventa 5 bambini per maestra). E questo è già un grande vantaggio. Ci siamo trovati bene con le maestre (qui sono giovanissime e molto motivate), il grande ha cominciato a 5 mesi e si è ammalato pochissimo, cosi’ la frequenza è stata assidua. Nei 4 anni di nido(qui in Svizzera vanno a 4 anni compiuti alla materna!) ci sono stati anche periodi in cui nostro figlio non è andato volentieri. Ma credo sia del tutto normale. La piccola ha cominciato a 7 mesi, ne ha ora 21 e va molto volentieri. In lei ho notato che, a differenza di quanto si legge, è già in grado di giocare insieme ad altri bambini, pur avendo meno di 2 anni. Probabilmente sarà l’effetto combinato del nido e dell’avere un fratello piu’ grande. Qui il nido non è un parcheggio, i bambini dai 15 mesi fanno molte attività(lavoretti con diversi materiali, cucinano, sviluppano delle specie di ricerche che durano ognuna 6 mesi circa). Insomma, io sono per il nido, magari come ha scritto qualcuno, combinato con i nonni(se uno li ha!). La base fondamentale è pero’ la totale fiducia nella struttura e, naturalmente, la costanza (ma questa non si puo’ controllare del tutto!). In bocca al lupo per la scelta (rimanere o cambiare nido?)
crepi. comunque ho deciso, per il momento, di confermare l’iscrizione dando fiducia alle maestre (e non a me). Vediamo come va questo secondo tentativo.
Ciao! Ti volevo chiedere a quale nido lo porti, visto che sono anche io di Perugia e da settembre la mia piccola di 22 mesi andrà al nido…e questa cosa mi mette tanti pensieri, anche se so che lei troverà tante attività da fare e io più tempo x il mio lavoro, spero! Un po’ di ansie cmq mi vengono….
Ciao Nadia, guarda te lo dico senza problemi però credo sia giusto dirti anche che nel mio sondaggio pre nido mi avevano parlato tutti benissimo di questa struttura. Quindi sappi che il giudizio è del tutto relativo. La struttura comunque è il Tiglio 1
Grazie per l’informazione. Il tiglio 1 e 2 sono tra le mie ultime scelte, vista la distanza da casa ma cmq mi avevano fatto un’ottima impressione e me ne avevano parlato tutti bene….poi penso che devi essere anche fortunata e trovare quel feeling tra mamma/bimbi/maestra che è un po’ culo!!! Speriamo di avercelo!!! Ps la mia prima scelta e’ Il melograno, per la super comodità da casa…anche se come prima impressione non è stata la migliore, per via della struttura un po’ vecchia…ma se tanto la differenza la fanno le maestre….
Anche a me me ne avevano parlato benissimo. Che ti dico. Ti faccio solo un grandissimo in bocca al lupo
Anche a me me ne avevano parlato benissimo. Che ti dico. Ti faccio solo un grandissimo in bocca al lupo