Che il gioco sia una cosa seria noi mamme lo sappiamo bene. Una cosa talmente seria che spesso, quando ci troviamo a giocare con i nostri bambini, non sappiamo bene come (cosa?) fare. Ne scrivevo tempo fa in questo post, poi ci ha pensato Fisher-Price a farmi sentire un po’ meno in colpa chiedendo a 700 mamma di bimbi tra gli 0 e i 3 anni di raccontare in che modo loro giocano con i loro bambini.Il sondaggio che Fisher-Price ha condotto in collaborazione con Fattore Mamma dal titolo “Come giochi con i tuoi bambini?” ha indagato il tema del gioco da più angolature per offrire interessanti spunti di riflessione.
Tra questi il tema del “gioco libero” vs “gioco organizzato”. La maggior parte delle mamme intervistate (76%) dichiara di organizzare inizialmente il gioco e di lasciare poi il bambino libero di esprimersi e fare le proprie scoperte senza intervenire mentre il 17% non riesce per le continue richieste di intervento.
Il 94% del campione ritiene sia fondamentale stimolare il bambino a giocare in autonomia e l’84% crede che giocare da soli incoraggi la creatività e la capacità di scoprire il mondo in libertà.
Ma quanto tempo passano le mamme a giocare con i bambini? Il sondaggio ha toccato anche questo tema, particolarmente caro a molte mamme e ne è venuto fuori che, sia le mamme che lavorano che quelle non lavoratrici, trascorrono circa il 30% del loro tempo a disposizione giocando con i loro figli.
La cosa curiosa è che le mamme che lavorano fuori casa, in proporzione alle ore trascorse insieme ai bambini, giocano di più (stanno in media 6 ore con i bambini e giocano con loro in media quasi 2 ore (cioè circa il 33% del tempo passato insieme).
In pratica io rappresento la solita eccezione, che due ore di seguito con Pit le gioco forse, forse nell’arco di una intera settimana.
L’aspetto a mio avviso più interessante emerso dal sondaggio è quello riguardante i possibili campanelli d’allarme che si manifestano nel gioco del bambino e di come interpretarli correttamente. Su questo argomento, lo psicologo Luca Mazzucchelli ha girato un video nel quale spiega quando (davvero) dovremmo iniziare a preoccuparci.
Quello che emerge dal sondaggio è una fotografia rassicurante, anche per chi come me a giocare con i suoi figli spesso si annoia. Quello che viene sottolineato non è tanto la correttezza di questo o quell’altro approccio pedagogico, quanto l’importanza del fatto che, dietro ad ogni singola scelta educativa ci sia una riflessione pensata e condivisa tra i genitori, presa cercando sì di accompagnare lo sviluppo di ogni bambino, ma soprattutto lasciandolo libero di scoprire il mondo rispettando i suoi tempi e le sue esigenze.
Post in collaborazione con Fisher-Price per il progetto #scopertadoposcoperta
7 Commenti
In questo momento io rappresento un bel “campione da analizzare”, perché lavoro tre giorni a settimana full time e due giorni a settimana part time. Ovviamente i giorni in cui sono tutto il giorno a lavoro appena torno a casa dedico praticamente tutto il tempo alle bimbe tra gioco, lettura libri, preparazione per la nanna etc.,per un totale di circa 2/2,5 ore. Nei giorni in cui torno a casa alle 14, mi dedico a loro in modo esclusivo per circa 3,5/4 ore e per il resto mi dedico alle faccende di casa ed alla cucina. Devo dire che il solo fatto di essere presente tutto il pomeriggio rende tutte noi più serene e favorisce il gioco autonomo 😉
Di sicuro loro sono più serene ma io ti stimo tanto perché non riesco a passare così tanto tempo con Pit staccando la testa da tutto il resto. Non ci riesco proprio (forse nemmeno ci provo. forse)
In base alla mia esperienza ti posso dire che con il primo figlio si è ipercritiche verso noi stesse. Anche io mi ricordo le crisi del tipo “non so cosa fare, mi rompo a stare tutto il giorno con i bambini, non so giocare con loro” e mi ricordo bene che mio marito mi esortava a guardare tutti i lati della medaglia, ovvero che stare con i propri figli non vuol dire solo giocare ma anche fare bidet, cucinare, dargli la pappa, metterli a nanna, svegliarsi la notte etc etc. Io all’inizio andavo alla grande nelle situazioni difficili e faticavo nel facile, come per esempio nel gioco. Poi mi sono un po’ più rilassata, ho iniziato a fare cose che mi piacevano, tipo costruire con i cartoncini ed ora mi ritrovo a cucinare con le mie figlie…chi l’avrebbe mai detto 😉
posso dirti solo che più cresce e più è facile (nelle relazioni) ma resta sempre quel piccolo problema di pazienza. comunque non demordo.
Poi ogni tanto mi gioco il jolly della Skype call con i nonni ed è come avere una babysitter virtuale…peccato non possa uscire a bermi un caffè nel frattempo 😉
Molto interessante, sia il tuo post che il video!!
Hai ragione, è consolante e nello stesso tempo istruttivo.
E comunque non sei l’unica che non gioca due ore di seguito, neanche io lo faccio! Piuttosto, tanto momenti da un quarto d’ora non due ore di seguito.
Io in due ore non saprei davvero, ma davvero eh, che cosa fare. Proprio mi manca la fantasia al riguardo :/