Blog

Cinque cose che una mamma non dovrebbe mai dimenticare (ma che io dimentico sempre)

I fazzoletti in borsa. Puntualmente io mi dimentico di quello stato di disagio dovuto al fatto che tuo figlio ha appena starnutito/rigurgitato/spalmatosi il gelato su tutta la faccia/giocato al clochard rotolandosi sul cemento e tu non ha niente, fatta eccezione per la manica della camicia nuova, per pulirlo.

Mi dimentico anche dell’acqua in borsa o dei cracker che ti salvano dagli attacchi di fame improvvisi. In pratica, quando esco, esco ancora come se fossi semplicemente una persona di sesso femminile e non una mamma. E ogni volta succede qualcosa che mi ricorda che non è affatto così.

Che un “forse” o un “dopo” per loro è sempre e solo un sì. Mi dimentico sempre, ma proprio sempre, che per non cedere alle richieste bislacche di mio figlio esiste un unico modo: rispondere di no. Tutte le altre risposte, quelle blande che vanno dal “Vediamo se fai il bravo”, al “Forse” fino ad arrivare alla resa del “Dopo”, alle orecchie della prole suoneranno sempre e solo come un sì. E, visto che ti ricorderanno fino allo sfinimento che tu hai detto proprio sì, alla fine sarà davvero sì.

Quanto sia fastidioso il parco. È più forte di me: io il parco lo odio. Inizio a starnutire dopo due minuti, mi affanno, mi sale l’ansia quando mio figlio inizia ad arrampicarsi su ogni albero che trova sulla via e poi corre, si rotola, si sporca, suda mentre io lacrimo e starnutisco ancora. Sì, lo so, lui si diverte, ma per me è un’agonia vera e ogni volta che provo ad andare finisce che lui si diverte meno di quanto si divertirebbe con il padre o con i nonni. Poi al parco ci sono le altre madri e bisogna, per legge non scritta, fare conversazione incentrando le discussioni esclusivamente sui propri figli. Ecco, anche di questo mi dimentico ogni volta.

Dire cose del tipo: “Ormai sono fuori dal tunnel”. Una frase che può essere declinata in millemila modi diversi. E che avrà sempre il medesimo esito: attirare un karma sfigato. Perché la frase: “Finalmente mio figlio dorme otto ore di seguito” sarà sempre seguita da una settimana di urla e pianti nel cuore della notte. Così come la frase: “Quest’inverno devo dire che non si è ammalato mai” ti presenterà il conto nel primo weekend utile. Che di solito è quello in cui avevi programmato una fuga a due.

Che le mamme perfette non esistono. E fare cose con i propri figli (almeno finché sono piccoli), tipo portarli alle mostre, nei musei, a fare shopping è veramente una cosa figa, ma l’esito non sarà mai quello che ti raccontano. Non ci saranno mai bimbi bravi come soldatini e mamme sorridenti come modelle all’interno di uno spazio espositivo o di un centro commerciale, ma solo mamme un po’ più stanche che rinunciano ad pezzettino del loro pomeriggio per regalarlo con pazienza ai loro bambini. E bambini che non faranno i salti di gioia per aver visto Mirò, ma che saranno felici di aver ascoltato le tue favole al riguardo.

Precedenti Successivi

Potrebbe Interessarti:

2 Commenti

  • Rispondi Barbarella 24 Marzo 2017 alle 11:45

    Il parco, in versione bambini…una vera schifezza per me. Forse perché mia suocera è una vera appassionata del “parchetto” con le altre nonne vecchie pettegole (si lo, so bocca mia stai zitta, ho esagerato).
    su tutto il resto hai perfettamente ragione, non aggiungo altro.
    barbara

  • Lascia un Commento