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Cinque cose che cambiano radicalmente nella tua vita quando diventi mamma

Il sonno. Tutto s’impara, anche a dormire con un occhio chiuso e l’altro aperto. Sì, s’impara anche questo.Gli ultimi due mesi di gravidanza servono proprio per questo, in effetti, a convincerci che si può sopravvivere anche senza dormire. Si sopravvive, giuro, male ma si sopravvive. Che poi non è che una mamma non dorma più, dorme, ma ma più profondamente come un tempo. Anche quando i figli sono lontani, eh, tipo al mare con i nonni e voi già pregustate quella mattina passata a letto come tanti anni prima. Ma alle sette vi chiama la nonna per raccontarvi che il pupo con lei ha dormito ottoorefilate, alle otto vi chiama il nonno per dirvi che vostro figlio è un Casanova e le bimbe della spiaggia sono tutte le sue, alle dieci vi chiama vostra madre per sapere come sta il nipote con gli altri nonni e alle undici chiama direttamente vostro figlio per dirvi: “Mamma mi ttto diveltendo tantissimo“.
Eh, pure io figlio mio, ieri sera mi sono divertita tantissimo, ma adesso sto ‘na mmmmerda e vorrei solo dormire un pochino.

I viaggi. Avete presente due cuori e uno zainetto? I weekend organizzati il giovedì sera per partire il venerdì? Le vacanza all’avventura? On the road? Interrail? Coast to coast? Sacco a pelo e ci amiamo sotto le stelle?
Ecco, avete presente?
Bene, ora dimenticatevene perché i viaggi con i figli sono qualcosa di un tantino diverso. Sopratutto nei primi anni di vita del pargolo avrete bisogno di viaggiare comodi, di avere qualche comfort in più, di pianificare per qualche mese le vostre vacanze che durano sì e no dieci giorni.

E potrebbe succedere pure, potrebbe eh, che anche voi finiate per optare per quel villaggio all inclusive al Lido di Tortoreto che, oh, ha la piscina per i bambini, due parchi giochi attrezzati, la baby dance, il baby club, il miniclub, il superminiclub e di ritrovarvi a battere le mani a ritmo del Katalicammello.

Il tempo. No, non è che cambia il tempo, anzi. Le giornate, anche dopo un figlio, restano di sole 24 ore. Quello che cambia è il tempo perso. I lunghi pomeriggi domenicali passati a pelle d’orso sul divano, le colazioni lunghissime con le vostre amiche dimenticandovi dell’orologio, le giornate passate a ronfare senza un perché. Non dover avvertire nessuno se la sera ritardate. Cose che resteranno impresse per sempre nella vostra memoria. Come un ricordo lontano.
Di certo, quello che imparerete a fare meglio, se non vorrete rinunciare alla vostra vita di prima, è organizzare il vostro tempo “da mamme” come fosse una partita a Tetris. Eh, sì, ve lo devo dire: spesso si perde!

La pazienza. Sì, quella cosa che per tutta la vita avete pensato di non possedere. Sì, voi che come tempo massimo di attesa per una risposta ad un sms dal lui di turno avevate stabilito un’ora e quindici minuti, allo scadere del quale partivate con la sfilza dei messaggi al vetriolo, adesso vi scoprirete donne pazienti. Che si sentono chiamare: “Mammmmaaaa” duemilaeduecentosettanta volte al giorno. Che devono rispondere ai perché su qualsiasi fatto accada sotto ai vostri occhi. Che ogni tre minuti la domanda: “Chi quello, mamma?“.
Che riescono a non rispondere: “Stocazzo” anche se la tentazione è fortissima.

Il bagno. Sì, quel luogo della casa che non è solo un luogo della casa, ma uno spazio della mente, un modo per ritrovare voi stesse, un tempo dell’anima de li mortà che, da quando è nato il pupo, si è trasformato nell’anticamera dell’inferno. Al bagno, dove non entrerete mai più sole, imparerete a diventare delle contorsioniste livello pro per sventare le varie catastrofi ad opera del pupo mentre voi vi state docciando. Cioè docciando, non è che quei due minuti e zero tre secondi passati sotto il getto dell’acqua, mentre urlate a vostro figlio di non toccare il rubinetto del bidè, si possano definire una vera e propria doccia, una lavatina piuttosto. Che è sempre meglio di niente.

Imparerete che la vostra velocità nel compiere le azioni di igiene quotidiana sarà inversamente proporzionale al numero di oggetti che finiranno nel water.

A due passi da voi, eh. Ma d’altra parte fare la pipì in compagnia, per voi che l’avete fatta insieme alla vostra amica in tutti i peggiori bagni di Caracas (e non solo) fino ad avantièri, non dovrebbe essere un gran problemi.

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12 Commenti

  • Rispondi Anna 14 Luglio 2016 alle 13:20

    Sì è così…ma senza rimpianti. Sì si dorme poco, manca la privacy, non andrai più in giro scialla ma in fondo…che importanza ha? E’ solo un tempo, i ragazzi crescono e sarà difficile lasciarli andare…

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 14 Luglio 2016 alle 13:25

      sì, sono certa anch’io che passerà presto. Anzi, per me, forse il peggio è già passato 🙂

  • Rispondi Marina 14 Luglio 2016 alle 15:08

    Ahahahah!
    Questo post mi ha fatto proprio sorridere!
    Ho una bimba di due anni e mezzo…confermo tutto quanto hai scritto!!!
    Anzi ora lo giro al mio gruppo mamme chat(l’ancora di salvezza in questa avventura di essere mamma)

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 14 Luglio 2016 alle 18:37

      Grazie, spero di regalare un sorriso anche a loro.

  • Rispondi Tania Sarnelli 15 Luglio 2016 alle 9:40

    ….grazie…da quando ti leggo è tutto più leggero. Sono mamma di un bimbo meraviglioso di 11 mesi e a volte… (spesso a dir la verità) mi sento chiusa dentro una scatola. Sarà anche tutta la frequentazione obbligata con genitori e nonni che per quanto meravigliosi mi fanno regredire ai tempi dell’adolescenza. Ecco perchè grazie alle tue esperienze condivise mi sento meno sola, meno “pessima” e mi hanno fatto ritrovare l’ingrediente indispensabile che stavo via via perdendo: il senso dell’umorismo.

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 18 Luglio 2016 alle 12:17

      Grazie a te, e fidati il peggio sta per passare. Un abbraccio

  • Rispondi serena 16 Luglio 2016 alle 10:01

    Ancora una volta sottoscrivo tutto!

  • Rispondi Lucia 16 Luglio 2016 alle 15:06

    Sottoscrivo tutto e ho riso un sacco! Proprio oggi che ci ho messo una vita per farlo addormentare, ci voleva!

  • Rispondi Anna 31 Luglio 2016 alle 22:33

    Ciao! So di essere in controtendenza con quello che forse speravi di ottenere scrivendo questo post/articolo e altri che leggo con sincero piacere, e probabilmente qualcuno sarà irritato da quello che dirò. Vorrei ringraziarti perché leggendo ciò che scrivi sono riuscita a capire in maniera serena che non intendo avere figli. Da molto tempo provo addirittura astio verso quell’ostentata felicità delle mamme che sembrano vivere solo in funzione dell’essere mamme e che mettono da parte qualsiasi altra cosa significhi essere umani. L’idea che valga la pena fare ogni sacrificio perché i bambini sono apparentemente esseri sacri da idolatrare mi ha da sempre stomacato fino a pensare che fosse semplicemente quel tipo di maternità – che io mi permetto di definire animalesca e stupida – la causa del mio rigetto anche al solo pensiero di avere figli in futuro. Ho quindi pensato che sarei potuta rimanere me stessa e che non sarei caduta nello stereotipo di “madre poi persona” anche nell’eventualità di avere figli. Tuttavia grazie ai tuoi post/articoli ho appreso che esiste una categoria, magari anche più ampia di quella rappresentata, di persone che sono anche e non solo madri, e che possono essere felici senza mentire a se stesse e al mondo su quanto di effettivamente vero ci sia nell’affermare che un figlio è la cosa più bella che possa capitare, e siccome è naturale allora non ci sono alternative che garantiscano un eguale se non superiore grado di felicità. Ciononostante, pur piacevolmente sorpresa dall’esistenza di suddetta categoria, alla quale tu credo potresti appartenere senza ritenerti offesa, ho capito che è comunque impossibile evitare un’enorme quantità di cambiamenti e sacrifici che io non voglio fare. Mi piace dormire dove e quando mi pare, se mi prende di matto metto due cose in croce nello zaino e vado a scoprire nuovi orizzonti, ascolto la musica a palla e ballo in mutande, bevo fino a dimenticare che ho bevuto e la vodka che c’era non c’è più perché sono stata io a finirla, urlo forte quando faccio l’amore e lavoro tutta la notte quando ne ho voglia, quando leggo per svago o per lavoro passano intere giornate di silenzio e onestamente non voglio rinunciare a tutto questo per un bambino, neanche se è possibile averne con la serenità che tu sembri aver raggiunto. Ti auguro il meglio e ti prego di continuare a scrivere, e ancora una volta ti ringrazio per avermi mostrato cose a me nuove.

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 1 Agosto 2016 alle 17:56

      Ciao e grazie del tuo commento. Ma davvero ti ringrazio di cuore. Io non lo so che effetto voglio sortire con i miei post, di sicuro non voglio convincere nessuno di nulla, però vorrei far capire, questo sì, che la maternità non è innata per tutti e che non c’è nulla di male nel non voler avere figli. Io lo scrivo sempre che se non fosse capitato non sarebbe mai arrivato il momento di diventare mamma, sono troppo egoista per decidere di rinunciare a me stessa. Poi, per carità, si può fare tutto anche con un figlio, ma di base le rinunce ci sono e non trovo nulla di sbagliato in quello che scrivi. Le scelte dovrebbero solo essere rispettate da tutti e io ti auguro solo questo, di non doverti scontrare con il giudizio di nessuno. Un abbraccio.

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