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Bambini piccoli problemi piccoli… inizio a pensare che sia vero

Bambini piccoli problemi piccoli, bambini grandi problemi grandi“. Ho sempre pensato a questa frase come a del terrorismo gratuito che le mamme “dei grandi”, quelle che non hanno più la camicetta sporca di latte (rigurgitato) per capirsi, volevano sadicamente fare ai danni delle porelle mamme da una manciata di mesi.

Mi ci è voluto tempo, ma come in molte altre cose, ho capito che stavo sbagliando.

Le mamme “dei grandi” dicono questa frase rivolte alle mamme “dei piccoli” con un grande affetto. E un’enorme bontà d’animo.

Le mamme “dei grandi” ci vogliono dire qualcosa, ma non possono rivelare tutto, tutto, altrimenti i nostri figli piccoli, tenerissimi, coccolosi e tombolini, li abbandoneremmo tutti in qualche orfanotrofio.

Perché?

Perché crescono. E sapete che significa?

Significa doverli portarli a scuola entro le 8 e non più entro le 9.30, controllare che facciano i compiti, che abbiano imparato la poesia a memoria, che abbiano letto la lettura, studiato la lezione, disegnato il disegno.

Significa dover far finta di ricordarvi come si fanno le divisioni a due cifre. Sì, far finta, perché non esiste adulto al mondo, fatta eccezione di qualche raro professore di matematica, che dopo la quinta elementare ricordi il procedimento delle divisioni a due cifre. Senza calcolatrice, intendo.

Significa doverli portare a tennis, a calcetto, a nuoto, a pallanuoto, a danza, ginnastica artistica, ritmica, tango, salsa, merenghe e meringhe.

Significa avere a che fare con degli esseri pensanti e tendenzialmente in disaccordo con noi su, se non ricordo male la mia adolescenza direi… tutto. Significa che davanti a noi avremo un piccolo uomo o una piccola donna, e sì, ce lo abbiamo anche adesso davanti, ma adesso al netto dei capricci è più facile perché, di solito, basta un abbraccio o una caramella a guarire tutto.

Significa che quelle imperfezioni per le quali ci flagelliamo ogni giorno, ma che ora vediamo solo noi, poi ci verranno rinfacciare diciamo, se non ricordo male la mia adolescenza direi… ogni giorno.

E sono certa che a volte farà davvero male. Altre volte, invece, non ce ne cureremo, pensando di avere a che fare con degli ingrati senza cuore, ma alla fine farà male lo stesso.

Significa che se adesso è difficile interpretare il loro pianto, poi sarà quasi impossibile interpretare i loro mugugni a tavola, le loro risposte a metà, il loro fare a pugni con la vita e, molto spesso, con le loro madri che poi, saremmo noi.

Significa vedere un rapporto di accudimento e di amore viscerale, per quanto irrazionale, giungere a compimento perché sarà fatto di parole, incomprensioni, dolore, scuse, perdoni, sentimenti complessi, a volte spigolosi, amore messo alla prova, fatica.

Significa trovare un nuovo equilibrio con qualcuno che abbiamo cresciuto ma che, all’improvviso, non conosciamo più perché ha smesso di guardarci con quello sguardo adorante che ora, prima di addormentarsi, ci dedica ogni sera.

Significa avere a che fare con un individuo che è anche nostro figlio, ma non solo.

(A me lo ha detto una mamma “dei grandi”)

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8 Commenti

  • Rispondi nia 24 Febbraio 2017 alle 23:04

    Paura

  • Rispondi nia 24 Febbraio 2017 alle 23:05

    Paura!!!mi hai messo ansia 😉

  • Rispondi Alessandra 27 Febbraio 2017 alle 8:25

    Voce fuori dal coro, io non vedo l’ora! ne ho uno di 3 e uno di 6 e ovviamente quest’ultimo inizia a vedere il mondo coni suoi occhi e non con i miei, e a spiegarmelo come lo vede lui. Per adesso mi piace, eccome.
    Prendendo la metro ogni giorno al mattino presto mi imbatto in centinaia di ragazzini/e che vanno a scuola, e faccio “studi sociali” su di loro, li guardo, li ascolto e penso a come saranno i miei, e per quella che è la mia esperienza, sono decisamente meno peggio di come li descrivono. Sulla metro al mattino studiano o ripassano in tutta fretta, si raccontano, e insomma secondo me non sono (in media) affatto male, anzi secondo me sono meglio di come eravamo noi (parlo di chi è nato neglio anni 80 come me) alla loro età. Ovviamente si vedrà ma nel frattempo non ho paura ma solo tanta curiosità….e secondo me già ci guadagno!

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 27 Febbraio 2017 alle 10:13

      Non lo so, a me spaventa tanto pensare di confrontarmi con un uomo che mi sbatterà in faccia tutte le mie mancanze… ma dato che c’è tempo, per ora me lo godo piccolo e morbido

  • Rispondi Barbarella 27 Febbraio 2017 alle 11:42

    ciao, i miei iniziano ad essere “grandi” e dico subito che la frase in questione non l’ho mai digerita, perché sì, è puro terrorismo psicologico.
    Mi spiego.
    “Tu” sei mamma da poco, stai patendo per mancanza di un punto di riferimento, sei in un tunnel nel quale non vedi la luce, non capisci i nuovi esseri che hai davanti e cosa fanno gli altri (le suocere ad esempio)? Ti sparano la frase che da grandi sarà anche peggio???? quindi già la cosa la trovo orrenda per principio, denota insensibilità e qualunquismo.
    Poi ho l’esperienza personale: penso che non sia vero che i problemi diventino più grandi (certo, se paragoni la pulizia di un sederino ad aiutarlo in futuro a cercare lavoro è oggettivamente vero) ma hai conquistato in ogni caso anni di esperienza per cui conosci la persona che hai davanti.
    Dunque avremo forse problemi più grandi ma anche gioie immensamente più grandi. Non ci saranno solo i suoi sorrisi e le sue manine paffutelle a farti felice ma le sue conquiste sociali.
    Coi piccoli non sarai toccata dal fenomeno del bullismo, dalle sue manie di persecuzione, dal frenare la sua iperattività fuori tempo massimo, ecc. ma il buio che si prova nei primi tempi io non l’ho più provato.
    Mia figlia 12enne mi avvilisce un giorno si e un giorno no e non capisco sempre il suo punto di vista, ma preferisco questo ad interagire con la piccola testarda che era a 5 anni, ad esempio.
    Per cui prendi quella frase di m…a e buttala nel cesso, se posso permettermi.
    L’unica cosa oggettivamente vera è che man mano che crescono si perde la spinta alla coccola o al bacio spontaneo. Io il piccolo 8nne lo spupazzo ancora, ma tempo un anno non avrà più le guance pacioccotte e non riuscirò ad essere naturale nel coccolarlo. Come difatti succede con la grande. Con suo dispiacere in effetti.
    buona giornata
    Barbara

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 27 Febbraio 2017 alle 14:37

      Grazie, mi piace il tuo punto di vista 🙂

    • Rispondi Giulia 19 Aprile 2017 alle 17:18

      Anche a me piace il tuo punto di vista.
      Non capisco perché quando si parla di figli deve comunque essere tutto nero, tutto faticoso, tutto difficile o impossibile, e soprattutto deve essere un’escalation di brutte esperienze.
      Il parto deve sempre essere devastante. Il puerperio? Un incubo di tette al vento, depressione e lavatrici infinite. Inizia a dormire la notte? Vedrai i denti/le orecchie/il salcazzocosa. E poi i terrible two, e l’asilo, e la scuola…e comunque più vai avanti peggio è. E se ti viene in mente di farne più di uno, scellerata, meglio che ti suicidi subito perché non ne uscirai viva.
      Hanno rotto. Io lavoro in ospedale, malattia e morte sono il mio pane quotidiano, per cui mi rifiuto di considerare mio figlio come quello che mi rovinerà la vita.

      • Ceraunavodka
        Rispondi Ceraunavodka 20 Aprile 2017 alle 21:01

        Ciao Giulia, sì, i figli sono vita…certo non sempre facilissimo gestirli, eh… non sempre facilissimo conciliare, eh… però di certo sanno insegnarci l’amore.

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