Le interviste

Annalisa Monfreda, una mamma (e donna) moderna

Annalisa Monfreda è un direttore impegnato. Moglie, mamma di due figlie, giornalista, dirige ben due dei più importanti settimanali femminili “Donna Moderna” e “Starbene”, con entusiasmo a dir poco contagioso. Le chiavi del suo successo? Passione e curiosità.

Annalisa, lei è il direttore di una delle più importante riviste femminili italiane ma è anche una mamma. Come è riuscita a conciliare le due cose?
Non le ho mai vissute come due cose da conciliare. Sono spicchi di una stessa mela, la mia vita. Anche se non avessi avuto dei figli, avrei tenuto libero lo spazio per occuparmi delle mie passioni o per impegnarmi nel sociale. Il lavoro è solo un piccolo pezzo delle nostre esistenze e tutti noi dobbiamo fare in modo che non sbordi, che non invada il campo, indipendentemente dal ruolo e dalle responsabilità che abbiamo.

Qual è stato il suo percorso professionale?
Ho fatto una gavetta tanto lunga, quanto poi veloce è stata la mia carriera. Ci ho messo una decina di anni a farmi assumere da una testata (Geo). Poi, l’anno dopo mi sono ritrovata subito direttore (di Topgirl).
In quei 10 anni da precaria, prima mi sono fatta le ossa nella stampa locale della mia regione, la Puglia. Una volta trasferitami a Milano ho fatto la freelance per tante testate nazionali e ho viaggiato e viaggiato, specializzandomi sul reportage sociale dall’Africa. Questa scelta di inseguire una passione mi ha fatto meritare l’assunzione in Geo, dove cercavano una persona specializzata su quel continente.
Il salto a direttore è avvenuto invece grazie alla curiosità che ho sempre avuto e che non mi ha mai fatto dir di no a un’offerta di lavoro. Anni prima avevo fatto parte di un gruppo che progettava nuovi giornali per la casa editrice “Gruner und Jahr”. Quell’esperienza aveva messo in luce la mia indole di pensare un giornale nel suo complesso. Così, quando c’è stato bisogno di un giovane direttore, ci si è ricordati di me. Quindi, la mia ricetta per la carriera è: passione e curiosità.

In Italia per una donna e per una mamma è ancora possibile “farcela”?
È molto complesso. Io sono in una posizione privilegiata: posso permettermi una tata che compensi quelle 2-3 ore al giorno che non posso essere con le bambine. Ma tantissime donne non possono permettersi una cosa del genere. E in Italia non esistono servizi che supportino le mamme. Ecco perché le donne devono scegliere tra figli e carriera. Paradossalmente, il fatto che per me la carriera sia arrivata in contemporanea ai figli è stata una fortuna. Ma per la maggior parte delle donne non è così. Hanno opportunità quando ormai sono madri. E spesso non possono permettersi di coglierle.

Due consigli alle giovani che vorrebbero intraprendere la sua carriera?
La carriera giornalistica oggi è complessa a prescindere, indipendentemente dall’essere madre oppure no. Il mondo editoriale vive una delle sue peggiori crisi. Nel contempo si aprono grandi opportunità nel giornalismo digitale, che ha stravolto i nostri concetti dello spazio e del tempo. A tutto vantaggio delle madri. E di una organizzazione agile della giornata.

E una cosa che si sentirebbe di dire ad una neomamma?
Di avere coraggio. Di non pensare neppure per un attimo che “tutto sia finito”. Con la maternità tutto inizia e si scoprono nuove straordinarie capacità che non si pensava di avere.

Le sue figlie la leggono? Sono mai loro a suggerirle ispirazioni redazionali?
Sono troppo piccole per leggermi ma in compenso sono una straordinaria ispirazione per i miei Appunti settimanali, ormai un appuntamento fisso per i lettori di Donna Moderna che seguono le avventure della mia famiglia moderna.

Come organizza la sua giornata?
Al mattino accompagno le bimbe a scuola (e nei giorni in cui le porta mio marito, vado a correre). Poi vado al lavoro e ci resto fino alle 18.30, 19. Infine a casa, dove cucino e trascorro il tempo con le mie figlie. Una banale e meravigliosa routine.

Domanda di rito: quanto Annalisa Monfreda, in fondo, è una pessima madre?
Mi sa che ti stupirò: oggi penso di essere una brava mamma. Ho smesso di avere sensi di colpa. E trasmetto alle mie bambine la soddisfazione per quello che faccio e insieme l’entusiasmo per il tempo che riesco a trascorrere con loro. Ogni momento della giornata è bello, nessuno è vissuto nel rimpianto di qualcos’altro. È l’insegnamento più bello che possiamo dare ai nostri figli.

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