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Anche le mamme hanno le spine

Anche le mamme hanno le spine e le spine di una mamma hanno tanti nomi diversi.Una spina parecchio pungente si chiama stanchezza. La stanchezza è quella sensazione con la quale ogni mamma si addormenta ogni sera di non essere riuscita a fare tutto quello che avrebbe voluto: sempre qualcosa indietro, sempre qualcosa di trascurato.

Un giorno può essere il lavoro, un altro il proprio compagno e quello dopo ancora un’amica o il proprio corpo.

La stanchezza è quella cosa che rende una mamma nervosa, scontrosa e che le fa pensare molto spesso che non ce la fa più. La stanchezza è quella cosa che trasforma i no, anche quelli più categorici rivolti ai figli, in sì, quella cosa che rende tutto un po’ più difficile ma che, alla fine, non ho ancora ben capito come, passa sempre.

Un’altra spina delle mamme si chiama egoismo ed è quella voglia che una mamma ha di pensare ancora a se stessa e non solo ai propri figli. Di prendersi un po’ di tempo, un po’ di spazio. Quella sensazione che pur amando la prole, a volte torna, di affogare dietro ai doveri e alle responsabilità.

C’è la spina del senso di colpa perché ad un certo punto una mamma lo capisce che non può essere tutto e bene.

Non può essere allo stesso tempo una mamma presente e una donna in carriera, non può essere complice, amante e amica spensierata.

Non c’è il tempo, non c’è l’energia per fare al meglio e il senso di colpa è sempre pronto a pungere un po’, oggi per quello, domani per quell’altro.

Un’altra spina si chiama ambizione ed è la voglia che una mamma ha di continuare a lavorare, qualsiasi lavoro essa svolga, e la difficoltà con la quale si troverà a fare i conti di conciliare. Perché conciliare è difficile quando devi stare in ufficio per 8 ore, e quindi entrare alle 9 e uscire alle 19, anche se la scuola materna pubblica chiude al massimo  alle 17.

Conciliare è difficile quando capisci che una per costruirti una carriera non hai altra via che essere essere eternamente grata a qualcuno.

Conciliare è difficile quando si deve fare i conti con la propria coscienza di madre che vede i figli crescere con gli altri.

L’ultima spina di una mamma si chiama nostalgia e non punge mai gli altri, ma sempre e solo le mamme stesse. Perché a volte capita anche a loro di rivolgere lo sguardo indietro, verso quello che c’era prima della maternità, verso quella spensieratezza e quella leggerezza che oggi mancano tanto. Non è questione d’amore, non è questione di priorità, è solo che qualche volta tutto quello che c’era prima manca e soprattutto manca essere ancora donna prima di essere mamma.

Anche le mamme, come i cactus, hanno le spine.

Ma come i cactus le mamme sono anche piante resistentissime, che si sono adattate a vivere ad ogni zona e con  un clima anche disagevoli.

Sono perseveranti, hanno la scorza dura e il loro amore verso i figli dura per sempre.

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8 Commenti

  • Rispondi Priscilla 21 Marzo 2017 alle 17:07

    E come i cactus le mamme hanno splendidi fiori. E per farle sbocciare bastano poche gocce d’acqua, e neppure tanto spesso.

  • Rispondi sara 22 Marzo 2017 alle 16:27

    leggere qua ciò che spesso sento dentro me mi fa sentire bene. un passettino nel cammino quotidiano, verso una mamma se non migliore più consapevole. un caro saluto a tutti i cactus (tra di noi ci si può abbracciare … e gli altri chissà se lo potranno fare)

  • Rispondi katia 24 Marzo 2017 alle 9:30

    che meraviglia di post! ♥

  • Rispondi elisabetta 24 Marzo 2017 alle 23:12

    Scritto (da te) e letto (da me) al momento (più che) giusto. Proprio in questi giorni – colpa forse anche l’ennesima malattia del figlio che mi ha scombinato tutto ma proprio tutto, tolto quel pò di sonno che ancora resisteva a furia di misurare la febbre e somministrare tachipirina – mi sento atavicamente stanca…come se non dovessi più a rialzarmi…sono a pezzi…E pensa che PRIMA, il mio amatissimo lavoro mi vedeva all’opera dalla tarda mattinata anche fino all’una di notte, almeno sei giorni su sette, anche i festivi, anche la domenica…era un’altra stanchezza…E ora? Quegli orari non ci sono più, purtroppo o per fortuna, e comunque sono sempre in corsa, nel tentativo di fare tutto e bene, di inventarmi una ludicità che non ho, una capacità gastronomica che detesto e tante altre cose (tipo, come dici molto bene tu, dover parlare sempre e solo di figli al parco e non solo al parco) che aborro…Non so se nascerà un fiore con qualche goccia d’acqua, da me-cactus, ultimamente mi sento disseccata e pungente più di una pianta grassa…

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 25 Marzo 2017 alle 13:11

      Capita, è normale, ci sta. Però su, passa anche la stanchezza (e poi ritorna), ma passa. Te lo assicuro.

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