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A come apprezzare

La prima parola* che mi è venuta in mente pensando a questo 2016 è stata “sopravvivenza”. Mi è parso brutto. Non per la parola di per sé, ci mancherebbe che lei poverina ha una dignità di tutto rispetto e poi, diciamocelo, le parole brutte non esistono proprio.Mi è parso brutto perché mi sembrava quasi di arrendermi alla partenza. Dai, su, a chi è che piace sopravvivere? A noi piace vivere e ce lo siamo dette tante volte. No, “sopravvivere” non poteva essere la mia parola del 2016: no, no e no.
Ho pensato a “farcela”. Mi piaceva. C’era sempre quella componente lì, quella dell’affanno, dei cambiamenti che mi spaventano, ma c’era anche la volontà di non restare immobili, di mettersi in moto, di azionare cervello e gambe per arrivare. Mi è piaciuta così tanto da essere stata ufficiosamente la mia Parola, con la p maiuscola, per i primi 12 giorni dell’anno. Mi piaceva, ma non mi convinceva totalmente, anche se non riuscivo a capire che cosa non andasse.
Ho iniziato a leggermi le liste brodose di buoni propositi scritte negli ultimi anni, due volte l’anno (gennaio e settembre) e c’era sempre quella cosa lì che mi ripromettevo di fare. Quel mio limite, piccolo o grande che sia, di non apprezzarmi mai abbastanza. E ecco che si è chiuso il cerchio. Ho capito che ok sì, voglio farcela, ma che per farcela devo partire da quello che ho. Devo apprezzare di più me stessa e la mia vita, le mie qualità, i miei momenti felici, quelli piccoli di relax. Le idee. Perché se non le apprezzo poi loro scappano. Per farcela, e migliorare, devo apprezzare. Apprezzare è la mia parola del 2016 e sono convinta, ma proprio profondamente eh, che circondandomene mi aiuterà a fare più, e meglio, di tanti buoni propositi. E sì, parlo del mio lavoro, ma non solo. Ché l’eterna insoddisfazione come madre, compagna e donna non paga, quindi quest’anno si inizia senza buoni propositi ma con l’intenzione di apprezzare (anche) le mie cattive abitudini. Tutto il resto a seguire.

 

*Perché una parola? Perché io le parole le amo, di parole ci campo, sono felice quando ne scopro una nuova, che non conoscevo. Perché una parola può sintetizzare tanti intenti e focalizzare meglio l’obiettivo. Perché sento davvero l’esigenza di crescere e devo partire da qualcosa di piccolo e semplice che non mi faccia perdere per strada, come una parola. Qualcosa di piccolo e semplice, ma con un potere enorme, proprio come una parola.

 

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2 Commenti

  • Rispondi Eleonora 15 Gennaio 2016 alle 14:35

    Ciao! Arrivo qui da una tua foto che mi è apparsa su instagram…che bel post! “apprezzare le proprie idee che se non le facciamo noi poi scappano”, trovo sia una cosa giustissima…difficile a volte da fare ma importante! l’insoddisfazione perenne credo sia parte di noi capricorno…tra poco arriva anche il mio compleanno, prova anche io per essere una milf trentunenne (ma quanto sembravano vecchi i trentenni, qualche anno fa?!) Auguri di buon compleanno! Eleonora

    • Ceraunavodka
      Rispondi Ceraunavodka 15 Gennaio 2016 alle 17:32

      Grazie, buon compleanno anche a te (in anticipo). Un abbraccio capricornoso

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